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giovedì 20 Maggio 2010, 19:28

Facile come farsi il tè

Non dovrebbe essere difficile andare allo stadio, no? Nemmeno in trasferta, specialmente se l’occasione è quella di fare una bella gita fuori porta in una magnifica città d’arte come Mantova, e già che ci siamo, ecco, passare un attimo dallo stadio a dirimere due faccende, così tra vecchi amici.

Sono infatti quasi quattro anni che il Toro non gioca a Mantova, e per la precisione dalla finale di andata dei playoff di serie B del 2005-2006. Il Toro passò subito in vantaggio, subendo poi quattro-gol-quattro in modo abbastanza incredibile (due colpi di testa e due rigori) e riuscendo solo ad accorciare sul 4-2. Il Mantova era convinto di avere la serie A in tasca, tanto è vero che quella sera fecero festa grande, e che prima dell’inizio della partita di ritorno a Torino, in uno stadio Delle Alpi gremito da quasi 70.000 persone, si distinsero per sfottò e provocazioni, a partire dal loro presidente Lori – industrialotto del posto e prototipo del parvenu – che venne a fare l’aeroplanino sotto le tribune.

Alla fine, in una serata epica, fu 3-1 e promozione del Toro, nonostante il terzo rigore per il Mantova, che oltretutto in campionato era giunto a sette punti di ritardo dal Toro e aveva perso entrambi gli scontri diretti. Comunque, non sapendo perdere, i mantovani se la legarono al dito, accusando l’arbitro e parlando di complotti per favorire la promozione del Toro (si sa, una squadra notoriamente amata dai poteri forti).

E siccome quella sconfitta costituisce gli unici quindici minuti di gloria del Mantova negli ultimi quarant’anni, i mantovani hanno passato gli ultimi quattro anni a rosicare, al punto che quando il Toro l’anno scorso retrocesse in serie B il mitico presidente Lori si mise personalmente alla guida di un corteo festante per le vie della città, mentre tal concessionario Filippini Auto comprò una pagina sul giornalino del posto per sfottere Cairo.

Dopo tanta sportività, si torna a Mantova in un momento delicato per entrambe le squadre: il Toro con una vittoria conquisterebbe matematicamente i playoff per la promozione (ma anche con un pareggio, purché il Crotone non vinca in casa del Cittadella) mentre il Mantova è in zona playout e ha bisogno di punti per non finire in serie C – ammesso che non fallisca, perché nel frattempo il mitico Lori è sull’orlo della bancarotta e non paga gli stipendi da mesi (come peraltro tre quarti delle squadre di serie B; tuttavia Lori non paga nemmeno i suoi operai, e questo è decisamente più grave).

Entrambe le squadre, calcisticamente parlando, fanno schifo al cazzo (perdonate il termine tecnico); non sarà una bella partita, ma non è questo che conta. Conta che sugli spalti ci sarà tanta amichevole rivalità e voglia di scambiarsi gesti di simpatia: per esempio, vari tifosi granata hanno espresso l’intenzione di utilizzare la trasferta anche per provare qualche nuova auto dal concessionario Filippini Auto. In realtà, non dovrebbe succedere nulla di serio, come non successe nulla di serio all’andata (anche se raccontano di incroci tra un pullman di mantovani e il pullman dei tifosi granata di Pesaro, visto che l’autostrada è la stessa). Ma è chiaro che la situazione è speciale.

Per questo motivo, le autorità avevano preso la decisione di limitare la vendita dei biglietti a uno per persona vietando inoltre il cambio di nominativo dopo l’acquisto; significa in sostanza che ognuno deve presentarsi di persona a comprare il proprio, garantendo dunque la schedatura completa e infallibile degli acquirenti (si sa che i tifosi vanno criminalizzati a prescindere).

Lunedì mattina allora sono andato a comprare il mio; i biglietti sono in vendita soltanto “offline” e soltanto nei negozi convenzionati TicketOne (una decina a Torino, ma per chi abita fuori può voler dire molti chilometri di strada). Il primo punto vendita non teneva più il servizio, ma mi ha girato a un secondo… che mi ha detto che la vendita era stata appena sospesa. Sono andato per conferma fino al CTS di via Montebello, che non solo per vendermi il biglietto voleva che facessi la loro tessera da 5 euro (si sa che i tifosi vanno spremuti a prescindere), ma mi ha poi confermato che la vendita era stata bloccata e la trasferta vietata.

Infatti, con 700 biglietti ospiti già venduti, lunedì mattina il questore di Mantova si è svegliato e ha detto: ma ci sarà casino, chiudiamo il settore ospiti! In queste situazioni, chi ha già il biglietto viene (previo sbattimento) rimborsato; peccato che molte persone avessero già anche comprato i biglietti del treno o prenotato i pullman, e chi viene da molto lontano anche l’albergo… in questo caso, peggio per loro: soldi buttati senza preavviso.

Ovviamente è partita un’ondata di proteste, e nel frattempo, a settore ospiti chiuso, i tifosi del Toro hanno cominciato a comprare biglietti per gli altri settori dello stadio, quelli dei mantovani. A quel punto, resosi conto che il problema non era evitabile, martedì mattina la questura di Mantova ha cambiato di nuovo idea: trasferta permessa, ma i biglietti del settore ospiti devono essere venduti solo in Piemonte (come se i tifosi del Toro fossero tutti a Torino), mentre tutti gli altri settori solo in Lombardia.

L’avviso compare sul sito del Toro, molti vanno subito a fare il biglietto; fanno la coda, pagano, escono dal negozio (in questo caso la Fnac di via Roma), leggono bene il biglietto e… gli hanno dato il biglietto non per la curva Cisa, quella degli ospiti, ma per la curva Te, quella degli ultrà mantovani. Infatti TicketOne si è sbagliata e, pare, ha implementato le disposizioni al contrario: settore ospiti in vendita in Lombardia e altri settori in vendita in Piemonte. E il bello è che, essendo i biglietti per disposizioni dell’autorità uno a testa e non trasferibili, chi ha avuto questo biglietto non può nè rivenderlo nè cambiarlo con un altro…

Dopo qualche ora l’errore nel sistema di vendita viene corretto e centinaia di tifosi in attesa (tra cui io, che sono andato al Sassofono di corso Francia, gentilissimi) possono comprarsi il biglietto giusto; ma la frittata è fatta. Inoltre restano tutti i tifosi granata di fuori Piemonte; alcuni hanno mandato per fax copie dei documenti ad amici a Torino, dato che alcuni punti vendita alla fine accettano anche le fotocopie per interposta persona; altri continuano a comprare posti in mezzo ai mantovani. Ma anche in Piemonte non si capisce bene che fare; ad Asti fanno i biglietti del settore ospiti, invece a Novara non vendono niente; c’è gente che sta girando per le autostrade del nordovest pur di trovare un biglietto.

Insomma i tifosi del Toro, dopo aver perso giorni per fare il biglietto, andranno a Mantova sparpagliati per lo stadio, a rischio di scaramucce, a causa dell’approssimazione e delle scelte discutibili di chi gestisce l’ordine pubblico. Ma se ci dovessero essere incidenti, sicuramente si dirà che la colpa è degli esagitati tifosi di Torino… Converrete che per seguire il calcio ci va una certa perseveranza; e che non c’è da stupirsi se, a fronte di tutte queste difficoltà, negli stadi si trovano sempre più ultrà e sempre meno famiglie.

[tags]calcio, serie b, toro, mantova, trasferta, ordine pubblico, ultras[/tags]

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4 commenti a “Facile come farsi il tè”

  1. .mau.:

    Bah, se c’è chi ha “espresso l’intenzione di utilizzare la trasferta anche per provare qualche nuova auto dal concessionario Filippini Auto” non vedo quale sia l’appeal per le famiglie.

  2. vb:

    …si fa per scherzare eh…
    Non è che quando trentamila persone cantano “uccideteli” o “devi morire” intendano la cosa in senso letterale…

  3. Massimo Manca:

    Certo, infatti non si capisce perché tutto questo casino della tessera del tifoso, delle partite blindate ecc., quando è noto che i tifosi sono benvenuti in ogni città che visitano per la loro notoria educazione e il loro encomiabile senso civico, le famiglie sanno che possono portare i bambini a giocare a palla dove c’è un corteo di ultras perché lì le strade saranno particolarmente pulite e l’ambiente particolarmente silenzioso, e se poi si va tutti a prendere un treno alla stazione si avrà a che fare con i migliori compagni di viaggio possibili.

  4. .mau.:

    beh, la tessera del tifoso a dire il vero è una revolving card. Sul resto quoto.

 
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