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giovedì 26 Ottobre 2006, 17:19

Sfratti

Ha fatto molto rumore la sconfitta subita ieri dal governo in Parlamento in sede di votazioni sulla Finanziaria, per quanto riguarda l’ennesimo decreto sugli sfratti. Si trattava dell’ennesima edizione di quel provvedimento che viene riproposto ogni tanto, per impedire l’esecuzione degli sfratti e rimandarli di qualche mese. Questo, in particolare, riguardava alcune categorie specifiche: anziani e famiglie con handicappati a reddito medio-basso. L’aula non si è limitata a bocciarlo: ha deciso che un provvedimento del genere è anticostituzionale, il che rende complessa la sua riproposizione.

Nello specifico, si è trattato di un incidente politico: come saprete, la maggioranza al Senato ha solo un paio di voti di margine, e siccome molti senatori hanno anche altro da fare possono esserci delle assenze, che fanno immediatamente mancare il governo. Si sono viste scene ridicole, come quella dei senatori di maggioranza che fanno ostruzionismo a se stessi, prendendo la parola uno dopo l’altro per dire stupidaggini in modo da far passare il tempo fino a che uno o due assenti della maggioranza non rientrano in aula.

La materia è importante. Ieri in radio sentivo un rappresentante degli inquilini lamentarsi per gli anziani costretti a lasciare le loro case in centro, che i padroni vogliono riaffittare a prezzo più elevato oppure vendere, e andarsene in periferia. Ci sono certamente necessità di assistenza che lo Stato deve affrontare.

Allo stesso tempo, trovo incivile che queste necessità di assistenza vengano scaricate sui privati, colpevoli soltanto di possedere un alloggio e di averlo affittato a una persona in difficoltà (tra l’altro si sente talvolta di gente che evita di affittare ad handicappati anche per questo motivo). In Italia, la casa è la forma principale di investimento per le famiglie, e non tutti i padroni di casa sono ricchi speculatori.

Ci sono non pochi casi di persone che sono a loro volta in mezzo alla strada, e pur possedendo un appartamento, magari ereditato dalla nonna, non riescono a rientrarne in possesso perchè lo sfratto di fine contratto è bloccato per due anni, e poi ancora per uno, e poi ancora per sei mesi, da leggi di proroga successive. In questo periodo (ammesso che non lo facesse già prima) l’inquilino di solito smette di pagare l’affitto – tanto è già sfrattato… – mentre il proprietario è tenuto a continuare a pagare ICI e spese condominiali. Un inquilino teoricamente disagiato finisce per diventare, grazie alla pietà della legge, uno sfruttatore del proprietario di casa sua. Così, magari, in periferia ci finisce il proprietario e non il suo inquilino.

Eppure, specie nella sinistra italiana, quando si parla di questo argomento si ottiene quasi sempre un coro di simpatia per gli inquilini, povere vittime della società, e di riprovazione per i padroni di casa. Colpevoli di possedere una casa.

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mercoledì 25 Ottobre 2006, 17:32

Vivere con se stessi

È piuttosto noto a chi mi conosce bene che la mia personalità è di tipo fortemente narcisistico, non solo nella interpretazione comune del termine, ma anche in quella clinica: ricado totalmente in sei o sette dei nove criteri diagnostici e anche nella maggior parte della descrizione clinica. Sono peraltro anche fortemente dipendente, il che mi rende difficile fare delle scelte e, in generale, sopportare la solitudine.

Una delle manifestazioni del narcisismo è quella di passare molto tempo nel proprio mondo interiore, sia per via della difficoltà indotta nei rapporti interpersonali, sia per via della necessità di concepire continuamente nuovi modi di avere successo per nascondere la propria sensazione di inferiorità congenita. Si finisce insomma per essere completamente assorbiti nei propri pensieri e nell’osservazione di se stessi, staccando il contatto con la realtà.

Una conseguenza di tutto questo sono alcuni tratti molto buffi. Ad esempio, questa mattina ho ritrovato l’avviso di giacenza di una raccomandata; all’ora di pranzo ero però ancora a casa in pigiama, a leggere e scrivere mail, e non avevo molta voglia di uscire. E’ cominciato allora un thread collaterale di pensiero che verteva sulla scelta, naturalmente complicatissima, se fosse meglio vestirsi e andare all’ufficio postale oppure rimandare a domani. Avendo imparato a gestire questo genere di situazioni mediante meccanismi per interrompere i loop infiniti, ho utilizzato un interrupt di basso livello per controllare il corpo, e così, mentre continuavo a pensare alla scelta da fare, mi sono lavato, vestito, e sono uscito di casa.

Solo allora il cervello si è riconnesso col mondo reale, si è guardato attorno, ha notato che c’erano il sole, una strada, delle case e delle aiuole, ed è rimasto basito; quindi ha chiesto al corpo dove fossimo, e che cavolo stesse succedendo. Il corpo ha fatto notare al cervello che eravamo già fuori, e che quindi, con o senza di lui, la decisione sulla questione era già stata presa; al che, il cervello si è stupito, ci è rimasto un attimo male, poi ha alzato le spalle e con sollievo ha preso atto del fatto che non c’era più la necessità di fare una scelta.

Ma questo non è certo l’unico caso: mi succede ad esempio di meditare su cosa voglio mangiare a cena mentre sto scolando e condendo la pasta…

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martedì 24 Ottobre 2006, 17:16

[[Keane – Crystal Ball]]

Ma quanto siamo meteoropatici noi esseri umani? Oggi finalmente su Torino è spuntato il sole, ed è una bellissima giornata d’inverno, di quelle senza una nuvola, col venticello che sa già di montagna, e col sole basso e giallo che illumina alberi e palazzi in orizzontale. E così stamattina ho inforcato la bici, e poi mi sono goduto il pranzo su una panca di piazza Castello, e il giro assolutamente felice e privo di obiettivi per luoghi del centro poco conosciuti, come piazzetta Mollino e la Cavallerizza Reale, e poi per i Giardini Reali e su lungo la Dora e via Stradella fino al mio ufficio. Anche essere disoccupati (pardon, liberi professionisti) ha i suoi bei vantaggi.

Pertanto, mentre voi commentate il post precedente, io mi prendo un attimo per bloggarvi questo pezzo, che è non il primo ma il secondo singolo dal nuovo album dei Keane. Di fronte al problema con la P maiuscola dei gruppi rock che hanno gran successo al primo colpo – quello di azzeccare il secondo disco per non diventare una one-hit wonder e scivolare nell’oblio – i Keane, per non sbagliare, hanno scelto di adeguarsi al sound elettrogalattico dei Coldplay di X&Y, che va di gran moda. Questo brano, però, con le sue infinite guitar (vent’anni dopo The Joshua Tree) e con il suo ritornello intersecato, è proprio carino; e poi ci sta bene, cercando di decifrare il futuro.

Who is the man I see
Where I’m supposed to be
I lost my heart, I buried it too deep
Under the iron sea

Oh, crystal ball (crystal ball,
save us all) tell me life is beautiful
Mirror, mirror on the wall

Lines ever more unclear
Not sure I’m even here
The more I look the more I think that I’m
Starting to disappear

Oh, crystal ball (crystal ball,
save us all) tell me life is beautiful
Mirror, mirror on the wall
Oh, crystal ball (hear my song,
I’m fading out) everything I know is wrong
So put me where I belong

I don’t know where I am
And I don’t really care
I look myself in the eye
There’s no one there
I fall upon the earth
I call upon the air
But all I get is the same old
Vacant stare

Oh, crystal ball (crystal ball,
save us all) tell me life is beautiful
Mirror, mirror on the wall
Oh, crystal ball (hear my song,
I’m fading out) everything I know is wrong
So put me where I belong

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martedì 24 Ottobre 2006, 10:57

Amicizia

Via blog di Fabbrone, un po’ di ironica esperienza di vita dalla rete:

A woman has a close male friend. This means that he is probably interested in her, which is why he hangs around so much. She sees him strictly as a friend. This always starts out with, you’re a great guy, but I don’t like you in that way. This is roughly the equivalent for the guy of going to a job interview and the company saying, You have a great resume, you have all the qualifications we are looking for, but we’re not going to hire you. We will, however, use your resume as the basis for comparison for all other applicants. But, we’re going to hire somebody who is far less qualified and is probably an alcoholic. And if he doesn’t work out, we’ll hire somebody else, but still not you. In fact, we will never hire you. But we will call you from time to time to complain about the person that we hired.

Nella pratica, le cose sono sempre più complicate di così: se ci si frequenta in modo non casuale l’interesse non può essere di uno solo, ed è psicologicamente impossibile che il rapporto tra un uomo e una donna entrambi eterosessuali e in età fertile non abbia per entrambi una componente fisica, anche se può essere minoritaria, sublimata o controllata quanto si vuole. Il “possiamo essere solo amici” – detto solitamente dalla donna, visto che gli uomini sono istintivamente poligami per costruzione – è sempre una scelta, mai un dato di fatto.

Allo stesso tempo, quella sopra, pur se con diverse varianti, è la storia di quasi tutti i miei rapporti con il gentil sesso; e quel senso di rifiuto immotivato che senti quando il tuo approccio finisce contro un “sei una persona eccezionale, ma…”, mai seguito da una spiegazione, è forse la cosa più frustrante per la voglia di vivere di un essere umano di sesso maschile. E’ un po’ come se le donne che incontri ce l’avessero con te; ma per principio, senza alcun motivo.

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lunedì 23 Ottobre 2006, 16:03

Kart!

Ieri sera non avevo molta voglia di uscire: il weekend è stato un po’ così, nel senso che il cielo era grigio, l’umore era basso, ed era una di quelle circostanze in cui sono poco piacevole sia per me che per gli altri. Perdipiù avevo dimenticato il cellulare nella macchina in garage; ma sono venuti a prendermi a casa, e così, senza troppa voglia, mi son lasciato portare al bowling di via Monginevro per provare i kart.

Ero già andato una volta sui kart tanti anni fa, nelle Marche, ma non era una cosa così seria: ieri ci hanno fatto il briefing, vestito con tuta e casco, messo tre persone sulla pista (che è ricavata su due piani in un vecchio garage), cronometrato in tutti i modi… per meno di venti euro a testa ci hanno fatto fare cinque minuti di prove, ci hanno schierati sulla griglia in posizione, e poi fatto fare dieci minuti di gara.

La psiche umana ha dimostrato ancora una volta tutto il suo potenziale, visto che a fine qualifiche, girando da solo, ero quinto con passaggi da 40-50 secondi a giro, e che invece non appena è iniziata la gara e mi sono trovato in mezzo alla bagarre, con amici/avversari da inseguire e superare, ho cominciato a girare con regolarità sui 31 secondi, con un record di 27. E’ che in queste occasioni si scatenano contemporaneamente frustrazione e competitività, e quindi con una serie di curve al limite (mio) e di sorpassi assassini (un paio di entrate in staccata con portellata, tipo Schumacher con Raikkonen ieri sera, resteranno nella mia storia personale) sono riuscito ad arrivare terzo, non troppo lontano dai primi due.

Insomma, non credevo che fosse così divertente: la sensazione che si prova arrivando a sessanta all’ora, su un cosetto a tre centimetri da terra, al fondo di una discesa che finisce contro il muro del garage, e dell’improvvisa inchiodata con curva a gomito, è davvero piacevole. Torneremo di sicuro, anzi, stiamo già progettando un campionato inter nos…

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lunedì 23 Ottobre 2006, 10:52

Ave, IE7…?

Seconda puntata: mi sono installato Internet Explorer 7 per risolvere il problema, e così ho potuto farci un giro. In pratica, è la versione Microsoft di Firefox: se andate a scaricarlo, vi troverete di fronte a un enorme messaggio che dice che con questa versione ci hanno ascoltato e soddisfatto, ma in realtà hanno solo copiato pari pari le innovazioni di Firefox, come il tabbed browsing e la barra di ricerca. L’interfaccia però è particolare: sono spariti i menu e la maggior parte delle operazioni ora sta in posizioni non ovvie dentro menu a tendina attivati da pulsanti. Sarà…

Per quanto riguarda lo sviluppo dei siti, esiste per fortuna una esauriente descrizione di tutte le incompatibilità con le versioni precedenti, pessimamente tradotta come “elenco di controllo per sviluppatori”. Esistono poi due add-on che vi conviene scaricare e installare, naturalmente dopo aver provato l’autenticità della vostra copia di Windows XP SP2 tramite il controllo Windows Genuine: il primo è il Readiness Toolkit, che in realtà si rivela essere un set di pagine HTML in locale, con informazioni di varia utilità; il secondo è la Developer Toolbar, che contiene un analizzatore DOM (quasi introvabile: dovete premere su Tools, quindi su Toolbar, quindi su Developer Toolbar, quindi cliccare su View DOM nella barra che compare) anche esso copiato pari pari da quello di Firefox (da denuncia…). Anzi no: quando selezionate un elemento della pagina, l’analizzatore di Firefox lo segnala con una cornice rossa che lampeggia tre volte, mentre quello di IE7 con una cornice blu che lampeggia quattro volte…

Comunque, leggendo questo articolo sulle novità riguardanti i fogli di stile, scoprirete che hanno cambiato il valore di default dell’overflow degli elementi, da hidden a visible, per cui è probabile che certe parti che prima venivano nascoste da altre ora restino in primo piano (vedi quello che succedeva a me). Rimettendo esplicitamente a hidden il valore della proprietà in un certo numero di elementi, ho apparentemente risolto il problema, pur dovendo rinunciare a quel bell’effetto per cui il paragrafo in corso si espandeva subito alla fine del riquadro (ora bisogna aspettare il nuovo paragrafo). Però non ho più a disposizione Internet Explorer 6: qualcuno che lo usa mi segnala se è ancora tutto ok?

La conclusione di tutto questo, comunque, tra verifiche anti-privacy, download incrociati, visualizzazioni sballate e incompatibilità sottili, è che la vita è più facile usando Firefox al posto di Internet Explorer, e magari Ubuntu Linux al posto di Windows…

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domenica 22 Ottobre 2006, 15:03

Psicopatologia del processo al SUV

Separatamente, però, vorrei spendere due parole anche per quelli che vivono la caccia al SUV come una battaglia di giustizia sociale.

Lo spunto me l’ha dato la puntata di Ballarò di martedì, dove un sindacalista della corporazione dei pubblici dipendenti si è messo a gridare come se fosse uno scandalo: “Le auto di lusso in Italia sono aumentate in un anno del 12%!” E a me è successa una cosa terribile, ossia di essere per la prima e spero ultima volta nella mia vita completamente d’accordo con Ignazio La Russa, e con la risposta che gli ha dato.

Il punto è che non si capisce perchè possedere un’auto di lusso debba essere una colpa in sè. Perchè se quell’auto è stata comprata con i soldi ottenuti evadendo le tasse, allora è ovvio che chi la guida si merita la riprovazione sociale, e la punizione della legge. Ma se è stata comprata con i soldi guadagnati con un normale mestiere, sia pure di quelli redditizi, una volta pagate le opportune tasse (che, come dicevo l’altro giorno, auspico estremamente salate), dove sta il problema? Anzi, dovremmo essere contenti se i consumi ripartono, e se tante persone in Italia possono permettersi qualcosa che prima non potevano comprare: è un segno che il Paese sta meglio di prima.

E invece, ci sono ancora in Italia troppe persone, specialmente nel sindacato e nella sinistra neoconservatrice alla Bertinotti, per cui la ricchezza è una colpa in sè. Più precisamente, la sensazione che danno queste persone è di una invidia infinita, l’invidia del mediocre e del pigro nei confronti di chi è capace e lavora duro, e grazie a queste due cose ha successo. E’ il solito meccanismo al ribasso per cui diventa una colpa non adeguarsi al fancazzismo naturale dell’italiano medio, che ha la propria apoteosi in quella consistente quota di lavoratori dipendenti intoccabili che vanno in ufficio solo a scaldare la sedia e a scaricare il proprio lavoro sui colleghi; e anzi quelli che si sbattono, creando ricchezza per sè e per gli altri, diventano “i ricchi” da “far piangere”, come dice nei suoi manifesti un partito dell’attuale governo.

Io spero che questo genere di mentalità possa infine sparire, perchè se così non sarà, una volta che tutti gli imprenditori italiani, stufi di pagare tasse crescenti per mantenere spese pubbliche insensate e fannulloni invidiosi, avranno spostato la produzione in Cina e la sede legale in Olanda, a piangere saranno i lavoratori dipendenti e precari. Compresi quelli che invece si sbattono per stipendi da fame.

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domenica 22 Ottobre 2006, 12:31

Ave, IE!

Stamattina, per totale caso, avevo acceso il mio PC Windows (ne ho uno, l’ho comprato un anno e mezzo fa per giocare a World of Warcraft e da quando ho smesso lo uso pochissimo). E così, ho provato ad aprire questo blog con Internet Explorer e… orrore! Succedeva di tutto: in particolare, nella pagina del singolo post l’intero articolo, invece di infilarsi tra il riquadro di sinistra e la colonna di destra, andava a finire in fondo, ben oltre la piega della pagina!

Così ho passato la mattinata a litigare con i fogli di stile; ora persino il pistinissimo validatore del W3C non trova nulla di cui lamentarsi, se non la scomparsa delle mezze stagioni; e anche su IE6 la visione dovrebbe essere a posto, se si eccettua il fatto che Internet Explorer ha di default dei caratteri enormi… ma quelle sono configurazioni a vostro piacimento.

Insisto a consigliare di installare e utilizzare Mozilla Firefox, che è un browser nettamente migliore. Allo stesso tempo, se qualche anima pia avesse Internet Explorer 7, potrebbe fare una prova? Più in generale… ecco, mi ero insospettito quando qualche giorno fa qualcuno si era riferito al mio blog come “quello con la pagina tutta bianca”, ma, se notate qualche problema di impaginazione col vostro browser, potreste segnalarmelo prontamente? Grazie!

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sabato 21 Ottobre 2006, 23:25

Mediaset Premium Howto

Stasera c’era Cagliari-Toro (col senno di poi, è più corretto Cagliari-Abbiati), ed essendo stato paccato dal mio club per una visione collettiva, mi sono detto: perchè non vederla a casa, sfruttando le meraviglie della pay per view?

Se non avete comprato abbonamenti o pacchetti vari, una partita di serie A può essere visibile in tre modi:

  • via satellite, su Sky, per 8 euro (ma dovete già essere abbonati almeno al pacchetto base di Sky);
  • via digitale terrestre, su Mediaset o su La 7 a seconda della squadra e del campo, per 5 euro;
  • via streaming Web, su Rosso Alice, credo per 3 euro.

Scartato lo streaming Web per dubbi sulla qualità dello stesso, ho scelto quindi di provare il brivido di essere uno dei pochi italiani ad utilizzare sul serio la grande innovazione del digitale terrestre; ma con il dubbio di saper come fare.

Il Toro è una squadra Mediaset, il che significa che Mediaset trasmette non solo le partite in casa, ma anche tutte le trasferte, comprese quelle sui campi delle squadre che hanno il contratto con La 7 (è una novità di quest’anno: i due operatori si sono reciprocamente incrociati i diritti per cinque squadre a testa): a me conviene quindi comprare la tessera Mediaset Premium. C’è un sito abbastanza ben fatto (certo meglio di quello orrido di Sky) che fornisce un bel po’ di informazioni, ma ho pensato di lasciare comunque traccia di quel che dovete fare.

Supporrò che abbiate già un “box digitale interattivo”, a forza degli incentivi di Berlusconi, e che abbiate già verificato di ricevere Mediaset Premium; a questo scopo basta effettuare la ricerca dei canali e verificare che nella lista compaiano dei canali denominati “Mediaset Premium 1”, e così fino a 6, e “Premium Attivazione”.

A questo punto vi serve la tessera, che si compra in un qualsiasi negozio di elettronica che abbia i decoder (io l’ho presa da Saturn all’8 Gallery). Si tratta di una scatoletta con tessera e libriccino, che costa 30 euro e vi offre un credito di 25 (se in Italia ti portano via un dazio di ricarica gli operatori telefonici, perchè non dovrebbero farlo anche quelli televisivi?). La si può poi ricaricare acquistando ricariche in negozio, oppure sul sito, con carta di credito.

Una volta ottenuta la tessera, è necessario attivarla. A questo scopo, dovete segnarvi il numero di 12 cifre che è scritto sul suo retro, quindi inserirla nel decoder, accenderlo, e sintonizzarvi sul canale denominato “Premium Attivazione”. Il decoder mi ha risposto subito con un messaggio rassicurante: “Smart card illegale”. Incurante di questo, io ho chiamato il numero verde indicato sulla confezione (ma potete anche usare un SMS o il sito Web), premuto 4, e poi digitato il numero di serie della tessera. La voce registrata risponde che il numero non è valido… calma, sangue freddo, riprova… e voilà!

Due secondi dopo lo schermo del televisore si riempie di una grande scritta lampeggiante “TESSERA ATTIVA” e di un “Benvenuto nel mondo della libertà digitale!” che sembra tratto dall’ultimo discorso di Silvio. Eureka!

Ma la cosa più carina è come fare a comprare il singolo evento: basta guardarlo. Sintonizzandosi sul canale dove sta iniziando o è in corso una trasmissione a pagamento, il sistema manda automaticamente un pop-up per chiedere se si vuole pagare. Con un doppio OK sul telecomando, si effettua l’acquisto e la trasmissione diviene immediatamente in chiaro.

Il che vuol dire che credito residuo e autorizzazione alla visione sono entrambi in locale. Interessante…

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sabato 21 Ottobre 2006, 14:52

Processo al SUV

Ogni tanto noto insospettabili cedimenti nelle persone più impensate. In questo caso, mi sono stupito nel leggere .mau. dare peso alle lamentele dell’unica categoria neotassata su cui tutta l’Italia (tranne ovviamente gli interessati) è d’accordo, quella dei possessori di SUV. L’argomento sarebbe che si tratterebbe di una categoria mal definita, e che a quel punto non si capisce perchè non supertassare allo stesso modo tutte le auto di elevata potenza o di elevato costo. Mi sembra quindi necessario raccogliere esplicitamente i numerosi capi d’accusa contro questo tipo di veicolo.

Adotterò per primo quello più debole o comunque più opinabile: il fatto che sia sufficiente girare per le nostre città per osservare l’anomala quantità di cattivi comportamenti tra i guidatori di SUV. Se per tutti noi il SUV è sinonimo di parcheggi irregolari, sosta in doppia fila in posti impossibili, utilizzo dell’auto anche per fare cento metri, manovre assurde di ogni genere, tagli di strada e inversioni vietate, o siamo tutti vittima di una allucinazione collettiva, o qualcosa di statisticamente vero c’è.

Del resto, venendo a criteri più oggettivi, è indubbio che la caratteristica di questi veicoli di essere sostanzialmente dei fuoristrada permetta loro anche in città di salire su gradini e marciapiedi. In zone poco parcheggiabili, è assolutamente la norma trovare SUV parcheggiati sugli scivoli, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, persino su aiuole e giardinetti.

Dal punto di vista del parcheggio, poi, hanno un altro problema: sono grossi. Nei parcheggi a pettine, ad esempio, stanno in larghezza tra le due righe di pochi centimetri: di fatto, se gli parcheggi vicino, nè tu nè lui riuscite più a salire in macchina. Di norma, portano via due posti invece di uno. Se parcheggiano normalmente a bordo strada, sporgono in larghezza e ostruiscono la visibilità. E quando escono, non si fanno tanti problemi a toccarti o bollarti la macchina, tanto loro sono più grossi.

Quello della visibilità è un altro grosso problema che i SUV causano nelle nostre città intasate. Se sei dietro a uno di loro, non vedi nulla. Se quello davanti a lui inchioda, lui può inchiodare, ma tu gli finisci matematicamente dentro. Se lui (come abitudine) scarta all’ultimo secondo per evitare un ciclista o un pedone, tu rischi di non riuscire a fare lo stesso. Nelle strade strette di molti centri storici, l’arrivo di un SUV costringe i passanti a buttarsi nei portoni per non essere presi sotto.

Ma anche se eliminassimo tutti questi problemi, ne rimarrebbe ancora uno che direi insuperabile: il consumo (e quindi, l’inquinamento). Non è affatto vero che a parità di potenza consumo e inquinamento siano uguali, e quindi un’auto sportiva e un SUV andrebbero supertassate allo stesso modo. Io sono andato su Quattroruote a cercare qualche dato: anche confrontando veicoli dello stesso costruttore e quindi con motori certamente simili, ad esempio la sportiva BMW Z4 e il SUV BMW X5, in due allestimenti di potenza quasi uguale, la seconda (che, pur con 10 kW di potenza in più, ha una velocità massima di 30 km/h inferiore, ed è del 10% più lenta in partenza da fermo) consuma in città 18,2 litri di benzina per 100 km, contro i 12 della prima. Fa un buon 50% di consumo in più, anche rispetto a una “normale” auto di lusso di pari potenza.

Non provate nemmeno a fare il confronto non dico con una utilitaria, ma anche solo con una berlina di classe media. Rispetto a una Ford Focus, l’X5 consuma il doppio; rispetto alla Grande Punto, 2,3 volte; rispetto alla Nuova Panda, 2,5 volte. E tutto questo facendo sempre confronti con modelli a benzina; rispetto a una Nuova Panda con motore turbodiesel Multijet, il consumo è quasi il quadruplo – e per la maggior parte degli usi urbani, dove le persone viaggiano quasi sempre da sole e le velocità sono limitate per forza, la comodità dei due mezzi è quasi la stessa.

Tutta questa benzina bruciata in più si ripercuote non solo in inquinamento aggiuntivo nelle nostre città, con conseguenti targhe alterne e più malattie per tutti e non solo per loro, ma in un aumento generalizzato del prezzo del petrolio: si calcola che il consumo dei SUV a livello mondiale sia pari all’intera produzione dell’Arabia Saudita. Tutto questo petrolio consumato inutilmente fa salire il prezzo del carburante per tutti, compresi i contadini del Terzo Mondo.

A questo punto, se uno proprio vuole utilizzare un veicolo pesante, ingombrante, pericoloso per gli altri, socialmente costoso, e soprattutto molto più inquinante degli altri a parità di prestazioni, faccia pure; ma paghi una tassa extra per compensare di tutti questi danni alla collettività. Io trovo anzi che ci sarebbero molte buone ragioni perchè nei centri urbani i SUV fossero vietati del tutto. Esattamente come sta accadendo per le vecchie e inquinanti auto Euro 0 e Euro 1, che però sono tutte di anziani e poveracci.

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