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domenica 20 Marzo 2011, 21:44

Un pomeriggio con Morfeo

Venerdì pomeriggio, ho provato anch’io il brivido di partecipare all’inaugurazione da parte di Napolitano della mostra sull’Unità d’Italia alle Officine Grandi Riparazioni di corso Castelfidardo; un luogo splendido al quale peraltro sono molto legato, dato che fummo anche noi studenti, quando ero consigliere d’amministrazione al Politecnico, a insistere perché gli edifici delle antiche officine ferroviarie, di poco più giovani dell’Italia unita, venissero conservati e recuperati anziché abbattuti.

Peraltro ero uno dei pochi che non è entrato all’evento in qualità di autorità o aspirante tale, ma ci è entrato per lavoro, essendo stato invitato dagli amici che gestiscono Working Capital, l’iniziativa di Telecom Italia destinata a promuovere aziende e progetti di innovazione tecnologica, che attendeva il presidente per inaugurare la conferenza di avvio dell’edizione 2011.

Essere Napolitano dev’essere un’esperienza piuttosto stancante, visto come viene preso, esibito, trascinato e tirato per la giacca da tutti (fantastici Fassino e Coppola che sgomitavano per stargli accanto), e quindi capisco come al momento di firmare le cose lui si possa addormentare un pochettino… Comunque, io mi sono divertito a fare qualche ripresa sulla passerella delle autorità; ed ecco cosa è successo a quel povròm di Còta, che lui era già stato fischiato al mattino e almeno i bambini sperava che ci battessero le mani, né?

[tags]italia 150, unità d’italia, mostra, ogr, inaugurazione, napolitano, cota, lega, working capital, telecom italia[/tags]

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sabato 19 Marzo 2011, 22:12

Quando il Toro vince

C’è chi dice che anche oggi il Toro abbia perso; chi lo dice non ha capito bene cos’è il Toro. Per spiegarvelo almeno un pochino, devo prima raccontarvi la storia di Simone Stara.

Simone è un ultraseduto; ultrà e seduto, forse il più noto di Torino. E’ presidente onorario del Toro Club Tori Seduti, e se ancora non aveste capito vi raccomando, prima di continuare, di leggere una paginetta; è la storia di Simone raccontata da Simone stesso, una storia tanto semplice che avrebbe potuto capitare in sorte a chiunque di noi.

Una storia così è inevitabilmente una storia da Toro, e non solo nella passione per lo stadio, un ambiente dove società e forze dell’ordine generalmente non hanno la minima considerazione per le esigenze delle persone a mobilità ridotta, costringendo Simone e i suoi amici a lottare contro il mondo per avere la possibilità di stare in curva invece che nei distinti, o un parcheggio non situato a chilometri dall’ingresso; per non parlare delle trasferte della serie B, quasi sempre dirette verso stadi paleolitici dove gli altri tifosi li devono trasportare a braccia su per rampe di scale di cemento sbriciolato, nell’indifferenza di steward e poliziotti.

Simone lotta anche contro la sanità pubblica, contro la scelta di tagliare tutto a tutti per non toccare sprechi, privilegi e margini di guadagno di pochi. Forse Simone potrebbe ricominciare a camminare, se soltanto potesse avere accesso alle cure di cui ha bisogno; ma le cure costano molto e la sanità piemontese si rifiuta di pagargliele.

A questo punto, la storia di Simone si incrocia con la storia del Torino FD; una delle prime esperienze italiane di società calcistica per atleti disabili, naturalmente uniti anche dalla fede granata. Da poco più di un anno, questi ragazzi si realizzano nel calcio; e così è nata l’idea di un torneo benefico, con il coinvolgimento delle squadre per disabili di Barcellona, Chelsea e Monaco.

Il torneo è iniziato questa mattina, allo stadio Primo Nebiolo del Parco Ruffini; l’ingresso è a offerta libera e il ricavato andrà a finanziare le cure di Simone. Oggi il Torino FD ha vinto le prime due partite del girone; domani mattina si gioca l’ultima, e poi alle 15,30 la finale tra le prime due classificate… sperando in una vittoria finale dei granata!

C’è dunque anche un Toro che vince, ed è quello che importa veramente. Chi frequenta il calcio solo di striscio spesso non capisce perché gli siamo così attaccati, perché passiamo il tempo dietro a un mondo fatto apparentemente solo di miliardari in mutande, di mafie di ogni genere, di code e perquisizioni sotto il sole, di soldi in quantità disgustosa. Bene, ora forse lo sapete; è perché lo spettacolo vero nel calcio di oggi non è più sul campo, ma sugli spalti; è nei cuori delle persone per cui il calcio è soprattutto, nonostante tutto, una scusa per una fratellanza che dura una vita.

[tags]calcio, toro, serie b, disabili, ultras, simone stara, torino fd[/tags]

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venerdì 18 Marzo 2011, 14:15

Se Fassino ammazza i referendum

In maniera assolutamente scientifica, mercoledì, nel bel mezzo delle celebrazioni per l’Unità d’Italia, la Camera ha deliberato sulla data del voto dei referendum sul nucleare, sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento; e per un solo voto, 276 a 275, ha vinto la scelta di tentare di ammazzare i referendum a spese degli italiani. Lo Stato spenderà dunque 350 milioni di euro in più per farci votare i referendum il 12 giugno, invece che il 29 maggio in contemporanea coi ballottaggi delle comunali; questo perché la scelta del 29 maggio avrebbe sì fatto risparmiare quei soldi e una domenica di tempo agli italiani, ma avrebbe anche facilitato il raggiungimento del quorum su referendum che quasi tutto il mondo politico vuole affossare.

I giornali hanno scritto che la colpa è del deputato Marco Beltrandi, radicale eletto nelle liste del PD, che ha votato con il governo invece che con l’opposizione; ma questo non è totalmente vero. La colpa è anche di venti deputati dell’opposizione che non si sono presentati in aula; e tra questi c’era anche Piero Fassino, che era alla notte bianca di Torino a cantare l’inno in piazza con Chiamparino.

Io non voglio fare il moralista, e penso che possano anche esserci dei motivi validi per essere assenti dall’aula; una malattia, un lutto in famiglia. Posso persino arrivare a capire che, a fronte di un ordine del giorno poco importante e di votazioni dall’esito scontato, una volta ogni tanto il parlamentare possa preferire un altro impegno politico di grande importanza, o persino prendersi un giorno di ferie come qualsiasi dipendente.

Ma andare a mettersi in mostra davanti alle telecamere perché mentre sei deputato sei anche candidato sindaco, proprio mentre si vota una questione della massima importanza, mi spiace, non è accettabile.

Vale anche per Coppola, che fa il candidato sindaco e insieme l’assessore regionale; da entrambi vorrei come minimo il chiaro impegno a dimettersi dalla carica precedente una volta eletti in Comune, e comunque la garanzia che la campagna elettorale non toglierà tempo all’attuale impegno istituzionale per cui tuttora li paghiamo. Se no, che si dimettano immediatamente e poi faranno la campagna elettorale come meglio credono.

Ora, se ci beccheremo le centrali nucleari sotto casa e la privatizzazione dell’acqua (cosa quest’ultima che peraltro Chiamparino ha ampiamente provato a fare di suo in questi anni) e se il legittimo impedimento non sarà abolito, al di là della campagna referendaria di facciata che il PD non mancherà di fare, sarà colpa non solo di Berlusconi e di Cota, ma anche di Piero Fassino, proprio lui personalmente – e non è uno slogan, ma la realtà delle cose.

[tags]referendum, politica, assenteismo, fassino, chiamparino, coppola, torino, elezioni comunali[/tags]

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giovedì 17 Marzo 2011, 14:26

Italia sì, Italia no

Fa sinceramente e seriamente piacere che gli italiani, una volta ogni cinquant’anni (anzi no: aggiungiamoci i mondiali di calcio), si ricordino di esserlo e abbiano voglia di celebrare la propria bandiera; in fondo siamo il Paese al mondo che meno rispetta se stesso, e questo, pur con le buone ragioni che uno può avere per criticare l’Italia, non è positivo.

I festeggiamenti hanno persino quasi smentito la mia previsione di baracconata incombente, anche se continuo a pensare che si sarebbero potuti spendere meno soldi in addobbi e cerimonie e più soldi per essere italiani insieme, cioè, almeno per un giorno, per aiutare davvero le tante persone che hanno bisogno e che dallo Stato ormai ricevono poco o nulla; invece di onorare i Savoia, Napolitano e Berlusconi avrebbero fatto meglio ad andare a servire il pranzo a una mensa dei poveri.

Credo che sia giusto, almeno una volta ogni cinquant’anni, ricordare e onorare i milioni di persone che hanno sacrificato la propria vita per la nostra bandiera, per un ideale nazionale di unità, libertà, prosperità e fratellanza; e poco importa chi le abbia mandate a morire e per cosa. Possa il loro sacrificio ricordarci che quell’ideale è tutt’altro che realizzato, anzi che è stato spesso tradito, e che i veri patrioti non sono coloro che abusano delle cariche istituzionali o le insozzano mancando ai propri doveri, ma coloro che dal basso cercano di abbatterli.

Credo anche che al giorno d’oggi, in una società multietnica dominata da fenomeni globali, il concetto di “stato nazionale” abbia sempre meno senso; che si potrebbero gestire le istituzioni in modo più economico ed efficiente con tre soli livelli, il Comune, la Regione e l’Europa, mantenendo l’Italia come una entità culturale a cui si sente di appartenere nell’animo, ma svuotata di poteri amministrativi; probabilmente, senza le pastette della politica, sarebbe anche più facile amarla.

Per il resto, ribadisco quel che scrissi in estate: che la retorica sugli italiani un tempo oppressi e ora finalmente uniti in libertà diviene facilmente eccessiva, se si ricorda che la realtà storica, purtroppo, non dice esattamente questo.

[tags]italia, unità, celebrazioni, storia, federalismo[/tags]

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mercoledì 16 Marzo 2011, 16:39

Quando la rete non dimentica

Negli ultimi giorni ha fatto un po’ di rumore in rete un post di Peter Fleischer, il responsabile globale per la privacy di Google (se il nome non vi è nuovo è perché Fleischer è uno dei manager di Google che sono stati processati e condannati in Italia per il caso Vividown, quello in cui alcuni ragazzini caricarono su Youtube il video dei maltrattamenti a un disabile a scuola). Nel post, Fleischer affronta il tema del “diritto all’oblio”, una questione che ormai sollevano in molti: esiste un diritto delle persone a vedere sparire da Internet le tracce del proprio passato?

Le persone cambiano, crescono, si evolvono, imparano dai propri errori; e può essere difficile vivere trovandosi continuamente di fronte al proprio passato. Un tempo il problema non era così grave, perché le tracce di cose accadute venti o trent’anni prima non erano facilmente reperibili, spesso confinate in polverosi archivi cartacei di difficile accesso. Esisteva una sorta di privacy “analogica”; le cose non erano solo private o pubbliche, ma anche “poco pubbliche” o accessibili solo ad alcuni.

Con Internet, questo cambia; la facilità di riproduzione, archiviazione e ricerca dell’informazione rende anche la privacy digitale. Una volta che qualcosa arriva in rete, toglierlo è impossibile. Pensate al video di Zangief Kid che ho linkato ieri su Facebook; è stato messo in rete solo due giorni fa, è stato rimosso da Youtube quasi subito come “video violento”, eppure ormai ce ne sono in giro migliaia di copie; gli utenti di tutto il mondo continuano a ricaricarlo, con tanta più insistenza quanto più viene rimosso. E’ come se la rete rifiutasse attivamente qualsiasi controllo dall’alto sui contenuti.

Quel ragazzino si chiama Casey Heynes e quando avrà trenta, quaranta, cinquant’anni sarà ancora e per sempre noto in tutto il mondo come Zangief Kid, quello che ha quasi ammazzato il suo bullo – così dirà Google. A meno che, appunto, non si introduca un diritto all’oblio, un diritto della persona a togliere dalla rete ciò che lo riguarda, in nome della propria privacy; così vogliono i francesi, mentre Google si oppone.

Secondo Fleischer infatti, con una visione tipicamente americana, il diritto all’oblio è in realtà una lesione della libertà di espressione e di informazione – anche se il sospetto che l’opposizione di Google derivi soprattutto dagli enormi costi di implementazione di sistemi per gestire questo tipo di diritto è molto forte. Per molti versi, però, Fleischer ha ragione, specialmente se si passa alla sfera pubblica.

Per esempio, da quando La Stampa ha reso disponibile digitalmente il proprio archivio completo dal 1867, è diventato possibile l’impossibile, ovvero riscoprire tutto ciò che i nostri politici e i nostri gran signori hanno detto e fatto sin da ragazzi; e scommetto che molte persone influenti in città non sono affatto contente. Chi si ricorderebbe altrimenti che nel 1994 un diciannovenne Andrea Agnelli si vide sequestrare la macchina per guida senza patente (29/1/1994, pag. 10), con successiva denuncia da parte dei vigili di ritorsioni della dirigenza comunale contro il collega che si era permesso di multarlo, reprimenda contro i vigili dell’allora sindaco Castellani (24/2/1994, pag. 40), e assoluzione finale del giovane al processo (17/1/1996, pag. 34)? Anche se qualcuno se ne fosse ricordato, sarebbe stato quasi impossibile ritrovare le prove per parlarne in pubblico. Mi stupirò dunque se quell’archivio resterà liberamente accessibile molto a lungo…

Ma il vero problema è che combinando in un modo qualsiasi quei tre articoli o omettendone qualcuno, è possibile raccontare qualsiasi storia, da quella dell’Agnelli rampollo irresponsabile che sfreccia per la città senza patente a quella dell’Agnelli vittima innocente delle persecuzioni di un vigile comunista. E allora anche la trasparenza che offre la rete va presa con molta cautela, senza mai spegnere il cervello.

Per questo, non penso che la soluzione sia l’eliminazione pura e semplice delle informazioni, anche ammesso che la si riesca tecnicamente ad ottenere. Penso piuttosto che sia opportuno affrontare il problema da un diverso punto di vista; da una deontologia più stringente per chiunque faccia informazione, giornalista o blogger che sia; e da uno spirito generale meno moralista, meno teso a fare le pulci agli errori nel passato degli altri e a ingigantirli per attacchi personali, e più orientato a discutere dei problemi e delle azioni per il futuro.

[tags]privacy, informazione, libertà di espressione, google, fleischer, zangief kid, casey heynes, youtube, agnelli, internet governance, la stampa, torino, giornalismo[/tags]

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lunedì 14 Marzo 2011, 23:49

Meglio soli che amici di Luigi

Capisco che la serie di pesantissimi attacchi tra Beppe Grillo e Luigi De Magistris possa aver lasciato perplesse e scoraggiate molte persone; in particolare quelle che alle ultime elezioni europee avevano votato De Magistris (e Sonia Alfano) proprio su indicazione di Grillo, e che ora non capiscono cosa sia successo.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la candidatura di De Magistris a sindaco di Napoli; una candidatura di bandiera, dato che sia il PD che il resto del centrosinistra hanno detto sin dal principio che non la sosterranno; fatta dunque col solo scopo di ottenere visibilità personale e portare voti al suo partito (IDV); una candidatura che arriva mentre De Magistris è ancora ben lontano dall’aver finito il proprio mandato di parlamentare europeo.

Io sono meno rigido di Grillo e, in un’ottica di “dipendente dei cittadini”, posso anche capire l’idea che una persona possa essere “promossa” da una posizione elettiva all’altra, come potrebbe succedere in una qualsiasi posizione lavorativa a chi lavora bene; ma questo è legittimo solo se sono le persone che l’hanno votato a volere questa scelta, ad esempio in una consultazione pubblica in rete, e non il candidato stesso o un direttivo di partito; solo a patto che sia veramente un passaggio da una posizione all’altra, e non un accumulo di cariche o una “vacanza elettorale” per farsi un po’ di pubblicità e poi tornare alla posizione precedente; e solo se i risultati nella posizione precedente sono stati all’altezza. Qui, invece, abbiamo una persona che non ha ancora annunciato alcuna dimissione dall’incarico attualmente ricoperto, e che lascia pure il dubbio che, se non dovesse essere eletto sindaco, piuttosto che fare il consigliere comunale saluterà la bella Napoli e se ne tornerà a Bruxelles.

Ma soprattutto, è l’intera attività di De Magistris da europarlamentare che lascia a desiderare. Invece di fare bene il suo lavoro a Bruxelles, De Magistris ha passato questi due anni ad apparire in televisione in Italia, a fondare la propria corrente, a sfidare Di Pietro per la supremazia nel partito, a conquistarsi l’eccezione ad personam alla regola dell’IDV che prevede di non candidare gli inquisiti, e insomma a fare tutte quelle attività da politicante che speravamo di non vedere più. E questo è dimostrato anche dalla disgustosa risposta di De Magistris pubblicata oggi: Grillo gli contesta dei fatti, sia sul suo lavoro in Europa che sul suo rinvio a giudizio, e lui risponde attaccando con insinuazioni sul piano personale, dicendo che Grillo ha una villa da milioni di euro ed è manipolato da “gruppi imprenditoriali e della comunicazione”. E poi saremmo noi i populisti!

Ho avuto occasione di scambiare due parole con Beppe sul tema l’altra settimana, e l’ho visto veramente arrabbiato e deluso: “con De Magistris e con Vendola ho proprio sbagliato”. Se c’è un aspetto positivo di questa vicenda, è che ci ha insegnato che con i partiti – tutti, nessuno escluso – non è possibile alcun dialogo. Rispetto le persone oneste che ancora pensano di poter far qualcosa dal di dentro, ma sono degli illusi. La stessa Italia dei Valori, in teoria uno dei partiti a noi più vicini, è un contenitore di schifezze; a parte il fatto che è IDV ad aver salvato Berlusconi dalla caduta (vedi alla voce Scilipoti), basta leggere le cronache dell’ultimo congresso torinese per mettersi a vomitare.

E’ la forma partito a non funzionare, prima ancora che le persone; e spiace vedere la rapidità con cui De Magistris si è adeguato all’ambiente. Speriamo almeno di avere imparato qualcosa; e che invece di perdere tempo a chiederci se e come scendere in piazza coi partiti o quale dev’essere la strategia per portarli dalla nostra parte, ci dedichiamo completamente a costruire qualcosa di completamente diverso.

[tags]partiti, politica, idv, de magistris, grillo[/tags]

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sabato 12 Marzo 2011, 10:23

Di chi è la Costituzione?

Oggi in tutte le piazze d’Italia si terrà l’ennesima manifestazione del sabato pomeriggio: dopo quelle contro Berlusconi e quella per le donne contro Berlusconi, arriva quella per la Costituzione contro Berlusconi. E non è solo un gioco di parole…

Infatti, una persona dell’organizzazione aveva invitato anche me a parlare oggi in piazza Castello; non come candidato, dato che non si parlava di argomenti elettorali e legati al Comune, ma come cittadino pubblicamente attivo che espone le proprie idee. Io avrei ribadito il ruolo e l’importanza della Costituzione, e poi avrei affrontato due aspetti che mi stanno particolarmente a cuore, ovvero come promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica migliorando gli strumenti costituzionali di democrazia partecipativa, e come proteggere meglio i beni comuni, compresa la costituzionalizzazione di Internet proposta da uno dei massimi giuristi italiani, Stefano Rodotà.

Peccato che, dopo che anche Beppe Grillo ha parlato del primo dei due aspetti, io mi sia ritrovato un’altra persona dell’organizzazione a gridare sulla mia bacheca Facebook che “difendere la Costituzione” voleva dire non toccarne neanche una virgola, e che i grillini non erano graditi alla manifestazione.

Dopo un po’ di discussione è venuto fuori il vero problema, cioè che si voleva evitare che la manifestazione potesse dare spazio al candidato sindaco del Movimento anzichè a quello del centrosinistra. Ora, l’idea di non far parlare candidati o politici è anche condivisibile, ma sono stati loro a invitarmi in prima istanza; dunque viene naturale pensare che ci sia stata qualche pressione dall’alto per cancellare il mio intervento, anche considerando che la persona dell’organizzazione che ha insistito per non farmi parlare ha in tasca la tessera di Italia dei Valori.

Questa situazione finisce dunque per dare ragione a quelli che nel Movimento sostengono che a queste manifestazioni noi non ci dobbiamo andare, visto che (anche se chi vi partecipa lo fa con rabbia e in perfetta buona fede) sono soprattutto un tentativo dei partiti del centrosinistra di mettere il cappello sulla protesta degli italiani e di riportarla nell’alveo del sistema. Del resto, la manifestazione non ha un sito ufficiale ma ne ha due, questo e questo, corrispondenti alle due diverse bande del centrosinistra che cercano di metterci sopra il cappello (il secondo sito è di Gianfranco Mascia, autoproclamato leader del Popolo Viola e responsabile della comunicazione di Italia dei Valori); e poi ci sono i siti dei gruppi viola in dissenso con Mascia, come questo e questo.

Resta la tristezza di vedere la Costituzione usata come arma politica di parte; non è da oggi che i partiti del centrosinistra, che pure non si sono fatti problemi a metterci mano con la riforma costituzionale di una decina d’anni fa, la considerano una loro proprietà privata. Io penso che questa loro scelta spinga verso una china pericolosissima, proprio perché contribuisce a far passare nella testa degli italiani il concetto che la Costituzione è una roba di sinistra e dei partiti, e dunque che chi non è di sinistra o non sostiene i partiti del centrosinistra ha tutto il diritto di non riconoscersi in essa. Sono proprio atteggiamenti come questi che minano alla base le nostre istituzioni; invece di usare la Costituzione per dividere, bisognerebbe usarla per unire.

[tags]costituzione, manifestazioni, politica, centrosinistra, partiti, movimento 5 stelle[/tags]

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giovedì 10 Marzo 2011, 16:39

Il giusto processo

Non degno più Berlusconi di attenzione da un pezzo, è un vecchietto con problemi di prostata e di bavosità che (politicamente parlando) è già morto e non lo sa; però oggi è riuscito a farmi incavolare. Ci è riuscito con questa foto, che lo ritrae nel tentativo di spiegare agli italiani la sua nuova “riforma della giustizia”, ovvero l’ennesimo tentativo di cambiarsi leggi e Costituzione per sfuggire ai propri processi; per esporre meglio il concetto, ribadendo la sua concezione degli italiani come di bambini suggestionabili, è ricorso alla tecnologia e precisamente a una slide Powerpoint:

giustoproc-originale.jpg

Bene, l’incazzatura però mi è passata presto, quando grazie a una delle mie incursioni da hacker sono riuscito ad accedere ad alcuni server privati e a ottenere la versione corretta di quella slide, quella che rappresenta la vera riforma della giustizia, la riforma che tutti gli italiani aspettano; la pubblico qui sotto, sperando che possa venire presto approvata.

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[tags]berlusconi, giustizia, riforme, costituzione, processi, legge, slide, hacker[/tags]

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mercoledì 9 Marzo 2011, 19:00

Animali e libertà (2)

L’epilogo di ieri in Consiglio Comunale è triste ma purtroppo scontato: di fronte alla richiesta delle associazioni animaliste di vietare anche a Torino i circhi con animali, come già fatto da altre città, il più grosso partito della maggioranza – il PD – ha deciso di votare contro e di affossare la proposta, che pure era sostenuta trasversalmente da esponenti di entrambi gli schieramenti.

Ora mi diranno che noi grillini ce l’abbiamo sempre col PD, però mi pare davvero che la pratica di utilizzare gli animali nei circhi sia al giorno d’oggi indifendibile. E’ innanzi tutto una questione di rispetto basilare di altri esseri viventi e senzienti; non è obbligatorio essere vegetariani – io non lo sono – ma non è nemmeno accettabile infliggere sofferenze solo per divertimento.

Inoltre, io sono convinto che chi non è capace di provare pietà per la sofferenza di un animale non è capace di provarla nemmeno verso gli esseri umani; in un momento in cui tanti soffrono e dove la solidarietà dovrebbe essere alla base dell’azione politica, mi chiedo quale coscienza possa avere un amministratore che prende certe decisioni.

E tanto per essere chiari, come già avevo fatto mesi fa, vi lascio con un video. Pur con tutta la mia passione per il calcio, sono sinceramente un po’ deluso, anche se non stupito, dal fatto che se riprendo dei tifosi che si insultano da una curva all’altra di uno stadio (in modo volgare ma anche goliardico e divertente, per carità) il video susciti immediatamente migliaia di click, e se invece parlo per tre minuti della sofferenza degli animali lo vedano in poco più di duecento persone in tre mesi. Ma io non demordo e ve lo rimetto qui sotto.

[tags]animali, circhi, libertà, rispetto, torino, consiglio comunale, pd[/tags]

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lunedì 7 Marzo 2011, 21:27

L’intervista sul Fatto

Per i miei lettori che ancora non l’avessero vista, segnalo l’intervista fattami venerdì da Il Fatto Quotidiano e pubblicata oggi sul loro sito. E sì, ho lo sguardo stanco e dimostro dieci anni di più… infatti venerdì sera, dopo una puntata a Genova, sono andato a chiudermi tre giorni in montagna!

[tags]il fatto quotidiano, intervista, candidatura, movimento 5 stelle[/tags]

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