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venerdì 29 Gennaio 2010, 18:19

Caro coglionazzo

La scansione di questa lettera, inviata stamattina a tutti i dipendenti di Berlusconi deputati del PDL in vista del voto sull’ennesima leggina che deve salvare il posteriore al loro padrone, davvero non ha prezzo.

legittimoimpedimento.jpg

Purtroppo, i deputati del PDL non hanno nemmeno più quel po’ di dignità da ragionier Fantozzi

[tags]politica, parlamento, leggi ad personam, dipendenti, berlusconi, giustizia, coglionazzo, fantozzi, dignità[/tags]

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venerdì 29 Gennaio 2010, 16:18

Blocco Euro 2: nell’interesse di chi?

È ricominciato in questi giorni, sulla pelle dei lavoratori, il triste teatrino di ogni anno. Ogni anno infatti il governo vorrebbe smettere di buttare pile di soldi negli incentivi alla rottamazione delle auto, e ogni anno la Fiat mette in atto tutte le possibili forme di pressione di modo che, magicamente, gli incentivi vengono infine regolarmente rinnovati.

Ma c’è una forma molto più sottile di incentivo che ormai ci è penetrata in testa, fino a sembrarci del tutto normale: sto parlando delle famose direttive europee sulla limitazione delle emissioni delle auto, e dei divieti che ad esse vengono agganciati.

L’attuale pietra dello scandalo è la decisione della Provincia di Torino, del Comune di Torino e di vari altri comuni della cintura di estendere il blocco permanente (tutti i giorni feriali tutto il giorno per tutto l’inverno) ai veicoli diesel Euro 2 – auto con una decina d’anni di vita, ancora piuttosto diffuse. Il blocco è stato contestato duramente dall’opinione pubblica, fino ad arrivare all’esenzione degli ultra-65enni; una scelta che si spiega solo con motivazioni elettorali, perché onestamente, tra una mamma precaria 30enne che deve arrabattarsi tra famiglia e lavoro e un pensionato con tutta la giornata a disposizione e ampi sconti sui mezzi pubblici, credo che l’auto sia più vitale per la prima.

I giornali si sono però anche riempiti di commenti del genere “basta con gli scassoni per le strade” e “avete solo da lavorare per mettere da parte i soldi e cambiare l’auto”. Già, perché negli anni ci hanno convinti che chi va in giro con un’automobile vecchia di dieci anni sia non solo un pezzente, ma anche un pericoloso attentatore alla salute pubblica. Ma è vero?

Ho trovato in giro una interessante tabella riassuntiva dei vari livelli di emissione: leggetela. Scoprirete così che una delle attuali auto diesel Euro 4, con due o tre anni di vita, inquina per chilometro meno dei deprecati Euro 2 di circa due terzi. Una riduzione di due terzi non è certo poco, ma non è nemmeno tanto: vuol dire che chi con un’auto Euro 4 scorrazza per la città tutto il giorno, percorrendo per esempio 40 km, inquina comunque di più di chi usava la vecchia Euro 2 solo per un tragitto di pochi chilometri per andare e tornare da lavoro. Non parliamo poi di chi, anche con una macchina nuova fiammante, la prende per andare a Milano in auto invece che in treno: inquina quasi dieci volte di più di entrambi i precedenti. Insomma, il fattore principale da cui dipende la quantità di inquinamento prodotto è il numero di chilometri percorsi; la categoria dell’auto è un fattore importante ma secondario.

Oltre a questo, c’è un’altra domanda che è necessario porsi: ma esiste poi davvero tutto questo inquinamento? Non c’è dubbio che l’aria non sia delle migliori e che si debba continuare ad agire per ripulirla, per ridurre l’impatto sulla salute. Esiste però qualche dubbio sull’allarmismo pompato dai giornali: “sforati i limiti per cento giorni di fila!”. Sì, ma bisognerebbe sapere come sono fissati i limiti… Nel frattempo (e per fortuna) i livelli di inquinamento di molte sostanze sono calati notevolmente nel corso degli ultimi trent’anni.

Io ho trovato una interessante analisi sponsorizzata dalla Provincia di Torino. Leggendo il rapporto si desume che:
– i livelli del monossido di carbonio e del biossido di zolfo sono calati di cinque volte dagli anni ’80, e sono ben sotto i limiti;
– sono molto preoccupanti e oltre i limiti i livelli del biossido d’azoto (e dell’ozono che da esso deriva) e del PM10, che però, nonostante la sequela di Euro X, sostanzialmente sono stabili da un decennio, perché dipendono in gran parte anche dalle fabbriche e dal riscaldamento delle case.

L’inquinamento dunque esiste, ma quello veramente pericoloso deriva dal traffico solo per circa metà o poco più; l’altra metà deriva principalmente dalle fabbriche, oltre che dal riscaldamento (per il PM10 però cuba solo il 2%) e dal trattamento rifiuti (12%: qualcuno vuole un inceneritore?). Naturalmente è sempre interessante notare come nei grafici di Chiamparino la quota del traffico sia messa lì come un bel monolite in modo da impressionare, mentre quella di competenza di Confindustria – che è quasi grande uguale – sia spezzettata in quattro categorie (“Energia e industria di trasformazione”, “Combustione nell’industria”, “Processi produttivi” e “Uso di solventi”) in modo che sembri trascurabile.

Già, perché la verità sul blocco dei diesel Euro 2, e in generale su tutto il meccanismo dei divieti per categoria di emissioni, è piuttosto chiara: il vero scopo di questi provvedimenti non è ridurre l’inquinamento, ma costringere le persone a cambiare l’auto ogni tre-cinque anni, dieci al massimo, facendo così un bel regalo alla Fiat e agli altri produttori automobilistici; tutto questo tramite una campagna politica e mediatica che tende a convincere le persone che l’inquinamento è sì un gravissimo problema, ma che è sufficiente cambiare l’auto ogni 4-5 anni e poi si mantiene il diritto di scorrazzare come e dove si vuole senza limiti.

Invece, se si volesse ridurre l’inquinamento, il modo più efficace – oltre che agire anche sulle emissioni industriali – sarebbe ridurre i chilometri totali percorsi da tutti i veicoli, eliminando le necessità di spostamento inutili e ottimizzando quelle utili, cioè aumentando il numero medio di persone per veicolo. Bisogna dunque agire nella direzione opposta: non premiare chi compra l’auto nuova, ma far comprare sempre meno auto ai privati.

Anche perché, se ancora non vi foste convinti, c’è un’ultima cosa da dire: se consideriamo l’energia spesa, le risorse utilizzate e l’inquinamento prodotto per costruire una nuova automobile, il danno aggiuntivo all’ambiente prodotto dal costruire tre o quattro auto invece di una (su un arco di tempo di 10-15 anni) è molto superiore a qualsiasi guadagno possa derivare dalla riduzione delle emissioni per chilometro conseguente al cambio frequente dell’auto.

Concludo infine con una considerazione di giustizia sociale: l’inquinamento è un problema di tutti. Non è accettabile che esso venga scaricato sulle fasce più deboli della popolazione, quelle che non possono proprio permettersi di cambiare l’auto ogni pochi anni e che al massimo possono acquistare, appunto, un usato scalcinato vecchio di dieci anni. Se c’è da fermare il traffico privato per garantire la qualità dell’aria, si fermi quello di tutti: compreso quello delle madame sul SUV Euro 5 e dei politici in auto blu. Se no, è soltanto l’ennesimo modo per togliere soldi e qualità di vita ai più poveri per darli ai più ricchi.

[tags]traffico, inquinamento, trasporti, blocco, auto, emissioni, equità[/tags]

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giovedì 28 Gennaio 2010, 13:06

Rumore di zoccoli

Poco fa, ho interrotto il lavoro e sono andato a fare mezz’oretta di passeggiata nel quartiere, per sbrigare alcune commissioni. La giornata è bella e c’è il sole; fuori si sta proprio bene.

Ho attraversato il parco della Tesoriera schivando il fango, ho girato l’angolo e… sorpresa. In una tranquilla mattinata d’inverno, all’angolo tra via Medici e corso Monte Grappa, stava parcheggiata una camionetta della polizia con cinque o sei poliziotti davanti, in assetto da guerra.

Arrivo all’angolo, giro lo sguardo e mi trovo davanti una scena da Sud America: via Medici è bloccata da un nugolo di poliziotti e carabinieri. A prima vista conto un’altra camionetta della polizia, due camionette di carabinieri, un gippone, parecchie volanti. In tutto, ci saranno stati almeno cinquanta poliziotti, forse di più.

Svolta la mia commissione, ripasso dopo dieci minuti e sono ancora tutti lì; il capo parla nel walkie-talkie, gli altri gironzolano; particolarmente truci i carabinieri messi in fila con i mitra in mano, ma anche i poliziotti con gli scudi antisommossa non scherzano.

Ho subito capito perché fossero lì; e infatti ho poi trovato la breve sul sito della Stampa. Hanno sgomberato il micro-centro sociale che stava all’angolo tra via Medici e via Fogazzaro (quando facevo il liceo era una capanna di lamiera di una bocciofila, immaginate le condizioni attuali).

Premetto che io sono favorevole alle attività dei centri sociali e contrario all’occupazione abusiva di locali altrui, nonché favorevole al pronto riutilizzo degli edifici urbani abbandonati (anche requisendoli temporaneamente ai privati, se li lasciano in abbandono, fino a quando questi non dimostrino di essere pronti ad usarli – ma deve essere una autorità pubblica a farlo e ad assegnarli secondo regole chiare) e contrario alla musica a palla e al mancato rispetto delle regole di convivenza civile con chi è meno alternativo di te.

Ma la cosa che mi ha colpito non è l’ennesimo sgombero di un centro sociale; è lo shock di camminare tranquillamente per il mio quartiere in una paciosa mattina qualsiasi e trovarlo militarizzato senza preavviso.

Questo, sì, è lo shock; e anche alla mia successiva tappa al centro anziani di via Fabrizi (tra me e il pagamento dei miei bollettini c’erano 35 numeri da attendere, sono subito andato via e tornerò con la tessera “corsia preferenziale per non pensionati”) tutti i presenti non parlavano che di questo. Non “hai visto, mandano via gli squatter” ma “hai visto quanta polizia”.

Ed è una brutta sensazione, quella che tra alternativi, operai in lotta, studenti inkazzati, manifestanti contro il governo e comitati no qualcosa, ormai davvero la protesta sia diffusa; e che il principale interlocutore politico che le istituzioni offrono alla cittadinanza in fermento siano le camionette della polizia, perché non hanno idea di cos’altro offrire. Il rumore di zoccoli è sempre più forte.

[tags]occupazioni, centri sociali, sgombero, polizia, carabinieri, militari, dittatura, crisi, zoccoli[/tags]

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mercoledì 27 Gennaio 2010, 21:12

Telepasso sotto silenzio

Degli aumenti insensati delle autostrade piemontesi ho già parlato alcuni giorni fa; volevo però mettervi in guardia su una vicenda a me capitata.

Da un paio d’anni ho preso il telepass – precisamente da quando il mio commercialista mi ha detto che, se volevo poter detrarre dal reddito le spese dei viaggi di lavoro, per il fisco non erano più sufficienti le ricevute dei caselli autostradali, ma serviva una fattura intestata a me, ottenibile o raccogliendo gli scontrini e inviandoli a fine anno alle autostrade per farseli fatturare (hai voglia) o con il telepass.

E così, mi sono piegato all’insensata gabella del canone mensile – il telepass fa risparmiare alle autostrade i costi dei casellanti, sarebbero loro a doverti fare uno sconto… – e ho preso l’aggeggino, che in effetti ti risparmia anche le code.

A gennaio dell’anno scorso, raccogliendo le fatture a fine anno, mi ero accorto che un viaggio mi era stato addebitato nella classe sbagliata, come se fossi stato un furgone. Facevano un paio di euro in più, ma per principio ho scritto a info@autostrade.it chiedendo la correzione; e dopo qualche giorno mi risposero che la cosa era stata effettuata.

Qualche giorno fa, raccogliendo le fatture del nuovo anno, mi sono accorto che mi era sì stato riaddebitato il pedaggio correttamente, cioè con un paio di euro in meno, ma… non mi era stato stornato quello sbagliato! Così ho dovuto riscrivere, e dopo un po’ di giorni mi hanno risposto che lo storno era stato già effettuato un anno fa, ma c’era stato un “errore tecnico” nella processazione e così non era andato a buon fine.

Naturalmente mi hanno giurato che vedrò un rimborso sulla prossima fattura… ma quante persone si mettono a controllare viaggio per viaggio le fatture del telepass? Eppure, visto l’andi, credo che convenga farlo sempre: guarda caso, gli errori sono sempre a sfavore del cliente…

[tags]telepass, autostrade, fatture, errori, addebiti, bollette[/tags]

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mercoledì 27 Gennaio 2010, 13:16

Nuove a Porta Nuova

Ieri, dopo alcune settimane dalla mia ultima e turbolenta visita, ho preso un treno da Porta Nuova.

Con la ristrutturazione Porta Nuova ci ha guadagnato in sicurezza e luminosità, ma si è anche trasformata in un contenitore semivuoto di negozi e attività commerciali perennemente “in prossima apertura”. Se dovessi scommettere, penso che molte non apriranno mai, a meno di un improbabile cambio di clima economico; scommetterei anche che parte dello sciagurato tentativo di abolire la fermata di Porta Susa dei treni alta velocità fosse legato all’idea di costringere la parte più danarosa della clientela ad attraversare per forza il centro commerciale di Porta Nuova per prendere il treno per Milano.

Comunque, in queste ultime settimane qualcosa è cambiato: infatti, dopo una brevissima esistenza, hanno già chiuso la nuova biglietteria allestita nella sala dai soffitti di legno sul lato di via Nizza, e l’hanno spostata in un nuovo vano davanti ai binari, lato via Sacchi. Bene, finalmente sarà una sistemazione definitiva? Mah, spero di no: infatti la nuova biglietteria è ancora più piccola della precedente, e pur essendo andato in un momento di morta (le 11:30 del mattino) la coda era di una ventina abbondante di persone.

Per non parlare del fatto che anche qui, sebbene in maniera meno devastante che a Milano Centrale (a Milàn fanno sempre le cose in grande), sono riusciti ad abbattere l’efficienza del percorso di accesso ai treni. Se i nostri padri nel 1861 avevano costruito la stazione con la biglietteria esattamente al centro c’era un motivo: entrando da qualsiasi ingresso si convergeva direttamente al centro, si faceva il biglietto e si andava dritti ai binari. Oggi no; bisogna arrivare fino ai binari, andare fino in fondo al lato destro, fare il biglietto, e poi se il treno è sui primi binari bisogna riattraversare tutta la stazione. D’altra parte, logicamente al centro della stazione ci deve stare un negozio di intimo per signora, no?

In compenso ha aperto il nuovo supermercato, presso l’ingresso su via Sacchi circa a metà della stazione. E ho trovato molto indicativo sull’attuale stato di Torino che esso sia in realtà un discount della catena Dico

[tags]stazione, ferrovie, torino, porta nuova, trenitalia, trasporti[/tags]

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lunedì 25 Gennaio 2010, 09:22

I quattro gatti di Chiamparino (2)

Io vorrei non dover più parlare di Tav, vorrei parlare di problemi più importanti come lavoro e servizi pubblici, o anche solo dei fatti miei…

Devo però segnalare ancora che nella notte tra sabato e domenica ignoti hanno dato fuoco al presidio di Borgone (come a quello di Bruzolo nei giorni precedenti) e stavolta hanno anche imbrattato di scritte “Sì Tav” ciò che rimaneva. Che siano ragazzini esaltati (come i giovani del PDL che sabato sono andati a rimuovere il “NO” dalla scritta “NO TAV” sul Musiné in modo che la manifestazione sfilasse sotto la scritta “TAV”, evidentemente non sapendo che tra il Musiné e Susa ci sono trenta chilometri) o mafiosi veri con interessi nei cantieri, l’episodio è preoccupante e dimostra ancora una volta che la violenza di solito non arriva da chi protesta. Il commento dei sì Tav è affidato all’onorevole Esposito (PD) su Facebook: “L’unica cazzata del vostro comunicato è cercare di attribuire a chi è favorevole alla TAV l’incendio del presidio.” Manipolatori! Si sarà incendiato da solo.

Domenica mattina c’è poi stata la “grande manifestazione” Sì Tav al Lingotto: potevo non andare a fare il video? No, non potevo, ed ecco qui. Premetto che è leggermente sarcastico…

[tags]no tav, valsusa, si tav, lingotto, chiamparino, bresso, esposito, borgone, incendio, treni, grandi opere[/tags]

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domenica 24 Gennaio 2010, 09:15

I quattro gatti di Chiamparino

Questo è un piccolo racconto della imponente manifestazione svoltasi a Susa il 23 gennaio 2010 contro la realizzazione della TAV Torino-Lione e l’avvio dei “carotaggi” per sondare la consistenza del terreno lungo il tracciato.

Le immagini del corteo sono impressionanti: bandiere bianche No Tav per chilometri ovunque. La stima degli organizzatori è di quarantamila persone, e il corteo ha dovuto compiere un giro aggiuntivo semplicemente per riuscire a far entrare tutti i partecipanti dentro le vie di Susa.

Nonostante i disperati tentativi del TGR Piemonte di dipingere la manifestazione come un raduno di esagitati e violenti, chi è venuto a vedere con i propri occhi ha constatato la verità: si è trattato di una gigantesca manifestazione di gente comune, che non vuole la costruzione di un’opera assolutamente inutile e dal costo spropositato (15 miliardi di euro) che servirebbe ad ingrassare soltanto le aziende che ne riceverebbero gli appalti e la mafia dei subappalti.

Durante i discorsi finali, il presidente della Comunità Montana Plano (uno degli amministratori del PD scomunicati dal partito) racconta delle pressioni subite semplicemente per aver riportato fedelmente il volere dei propri cittadini, mentre il leader storico del movimento, Alberto Perino, infiamma la platea riportando dell’altra grande manifestazione tenuta tra Francia e Spagna e poi denuncia altre manipolazioni mediatiche.

Infatti, come dalle stesse riprese trasmesse sul TGR Piemonte, i famosi “carotaggi” del cui avvio si vanta la lobby trasversale PD-PDL che spinge l’opera sarebbero in realtà dei clamorosi falsi: data l’impossibilità di installare trivelle funzionanti in mezzo alle proteste popolari, le “carote” di terreno da mostrare alle telecamere – in teoria estratte dalle profondità della terra – sarebbero state fabbricate a mano dal fango raccolto lì vicino…

Il corteo è stato aperto da due asini e da figurine dei politici della lobby pro Tav (Chiamparino, Saitta, Bresso, Osvaldo Napoli) e del “traditore” Antonio Ferrentino, unico sindaco ad avere ceduto alle pressioni e alle blandizie della lobby.

Stamattina si tiene al Lingotto di Torino, in una elegante sala congressi, una “manifestazione Sì Tav”, organizzata dal sindaco Chiamparino che a proposito della manifestazione di Susa aveva detto “saranno i soliti quattro gatti”. Vedremo quanta gente ci sarà al Lingotto…

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sabato 23 Gennaio 2010, 08:36

Il teatrino di Bossi e i trasporti in Piemonte

L’altro giorno ha fatto un certo scalpore la dichiarazione No Tav di Bossi: “il Piemonte forse non ha bisogno della Tav, il Piemonte deve essere collegato col sistema imprenditoriale lombardo”. D’altra parte Cota è di Novara e la Lega è forte soprattutto nel Piemonte orientale e meridionale, non certo a Torino; l’obiettivo della Lega è governare tutto da Milano.

Certo qualcuno deve poi avere richiamato a cuccia il senatur, perché ieri ha smentito tutto: “è evidente che sono a favore della Tav”. Si capisce che la dichiarazione gliel’ha scritta qualcuno qui a Torino, perché poi anche Bossi riprende la litania del “se Cavour non avesse fatto il Frejus” (a Mirafiori qualche superesperto di marketing, tipo Lapo per esempio, deve aver deciso che quella è l’arma finale contro i dati dei No Tav). Comunque, che la Lega, a proposito di trasporti piemontesi, “malpensi” (si, è un gioco di parole) è evidente a tutti.

Eppure dovrebbe essere altrettanto evidente che Torino non ha bisogno della TAV, ha bisogno di collegamenti ferroviari a lunga distanza per il resto d’Italia (AV e non) frequenti, affidabili e a prezzi abbordabili; e ha bisogno di un aeroporto che la colleghi a basso prezzo col resto d’Europa. Se la Lega è chiaramente milanocentrica, mi sembra che Bresso & Chiamparino – che governano la regione da cinque anni e il comune da venti – abbiano contribuito attivamente in questi anni sia al progressivo declino di Caselle, ormai ridotto ad aeroporto provinciale, che alla devastazione dei collegamenti ferroviari da Torino.

L’importante era spender soldi per costruire una nuova enorme ala dell’aeroporto per due settimane di Olimpiadi (avete idea cosa ci costa anche solo scaldarla e pulirla?) e ancora più soldi per dei binari percorsi da sette coppie di treni al giorno. E poi, l’altro importante era regalare agli amici: l’aeroporto è stato regalato a Benetton, l’autostrada Torino-Milano è nelle mani di Gavio, e per le ferrovie ecco pronta la nuova azienda di Montezemolo. E poi ti chiedono perché sei contro la Torino-Lione.

Pensare che su questo fronte tra destra e sinistra cambi qualcosa è utopia: ne abbiamo ampie prove. E allora oggi pomeriggio dalle 14 saremo all’autoporto di Susa a manifestare in allegria, e poi domani non ci preoccuperemo nemmeno di andare a vedere la famosa manifestazione Sì Tav al Lingotto – l’unica manifestazione che si tiene al chiuso dietro le porte sbarrate di un auditorium di lusso, perché se i “manifestanti” scendessero in strada sarebbero accolti coi fischi.

E poi, almeno se ci darete una mano con le firme, andremo in Regione dal retro ad aprire una breccia di Porta Pi(l)a, per cominciare a cambiare qualcosa.

[tags]tav, trasporti, treno, aereo, caselle, cota, bresso, chiamparino, bossi, politica, elezioni, piemonte[/tags]

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venerdì 22 Gennaio 2010, 17:20

Una importante richiesta di aiuto

Oggi presto il mio blog per un messaggio importante. Chiunque abbia frequentato ingegneria elettronica al Poli negli anni ’80 e ’90 ricorda certamente il professor Beccari; della sua serietà non si può dubitare. Sotto il messaggio che ho ricevuto da suo figlio – questo è il sito. Fate circolare il link.

Abbiamo una grave e urgente emergenza in famiglia e mi permetto chiedere anche il tuo aiuto.

Taro, il fratello di mia moglie Mamiko ha pochi mesi di vita, se non fa un trapianto urgente di fegato. Ha solo 38 anni. In Giappone, dove vive, la lista d’attesa è di 4-5 anni. Bisogna trasferirlo al più presto negli USA, dove ha qualche speranza. I costi di questa operazione, con annessi e connessi, arrivano a 660.000 dollari.

Le nostre due famiglie (Beccari e Nagamatsu) non riescono a sostenere questa spesa, soprattutto perchè il pagamento va fatto nel giro di tre settimane, è un tempo incredibilmente breve per una cifra così alta, ma insieme possiamo farcela.

Dal 19 gennaio stiamo quindi chiedendo a tutti gli amici due cose:
– aprire il sito www.savetaro.com e dare un contributo, anche modesto, per permetterci di far operare Taro;
– far girare questa richiesta a tutti i tuoi amici fidati, spiegando che ci conosci personalmente e che si tratta di un’azione seria e urgente;

I dettagli medici, i link per effettuare donazioni, le informazioni sull’uso trasparente dei fondi, e altre informazioni utili si trovano tutte sullo stesso sito www.savetaro.com.

Con un piccolo aiuto di tanti riusciamo a salvarlo, è una corsa contro il tempo.
Puoi far passare parola rapidamente aggiornando il tuo status su Facebook, Linkedin, Skype or Twitter etc.

Ti ringraziamo sinceramente per tutto l’aiuto che vorrai darci e per la tua fiducia nel passare parola.
Se hai domande o idee, non esitare a metterti in contatto.

Daniele Beccari

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giovedì 21 Gennaio 2010, 12:06

Anche Maroni avanza

Premetto che non sono riuscito a ritrovare il gruppo Facebook in questione e dunque non posso verificare che la storia sia vera; ma verosimile lo è senz’altro – e, nel momento in cui i giornali la riportano con evidenza, diventa vera ipso facto.

Stando a La Stampa, un gruppo Facebook di sostegno all’UDC per le elezioni regionali sarebbe improvvisamente diventato un gruppo pro Lega Nord. Come risultato, l’UDC piemontese avrebbe presentato una denuncia alla magistratura (non si sa bene per cosa) e soprattutto avrebbe cominciato una campagna di pressione a Roma, tramite i propri parlamentari, per ottenere da Maroni un intervento d’autorità in materia (non si sa se di polizia o legislativo) contro questo genere di azione.

Una burla? Possibile; ma segnalo l’episodio per dimostrare quanto è facile che una baggianata come un gruppo Facebook del genere, magari gestito da un ragazzino che si è divertito e si è sentito furbo, possa scatenare l’ondata di controllori della rete ai più alti livelli.

Ho come il sospetto che noi internettari siamo talmente abituati al mondo virtuale da aver preso l’abitudine di scherzare col fuoco: fin che è virtuale, comunque non brucia. Occhio solo che potrebbe diventare reale in un attimo.

[tags]politica, internet governance, facebook, libertà della rete[/tags]

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