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giovedì 24 Dicembre 2009, 19:20

Chiamate di auguri

Oggi ero incerto se parlare di treni oppure di Berlusconi. O magari di tante altre notizie cattive o meglio ancora cattivelle, quelle che in fondo non ti devastano la vita ma sono un segno tangibile e continuo di come le cose stiano andando allo sfascio, anche se ormai non possiamo che riderci sopra sarcasticamente.

Ma, almeno oggi, mi sembrava meglio lasciar perdere e limitarmi a fare gli auguri. Ne esiste motivo? tutto sommato penso di sì. Anche se la paura è tutto attorno a noi, la vita sorprendentemente continua. Scommetto che anche se davvero, grazie all’avidità e all’incoscienza degli uomini, la nostra società dovesse implodere in una crisi sempre più grave, la vita troverebbe comunque il modo di scrollare le spalle e continuare.

Dunque chiamate il Natale, chiamate il vostro Dio, o soffio dell’anima o spirito vitale o mistero – forse la parola più adatta – e digitando il numero sul vostro cellulare nuovo chiedetevi se e cosa risponderà. In realtà, non c’è bisogno di attendere che sollevi la cornetta; ha già risposto prima.

[tags]auguri, natale, chiamate[/tags]

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mercoledì 23 Dicembre 2009, 17:56

Gli aerei sì che sono stabili

Parliamo male dei treni, ma anche gli aerei non scherzano. Vi sarà capitato di leggere infatti annunci di nuovi voli da parte di compagnie misconosciute, persino dal bistrattato aeroporto di Caselle (ultimo quello di un Torino-Roma di Air Italy), lasciandovi lì a chiedervi “air che?”.

Ma l’Italia è così, e, oltre al megadisastro di Alitalia, ci sono tanti piccoli disastri di compagnie che entrano sul mercato alla bell’e meglio, magari grazie a una concessione un po’ facilona della licenza da parte dell’Enac, e se ne vanno via altrettanto presto. Credo che il record di VolaSalerno – primo volo 2 agosto 2008, ultimo volo 12 dicembre 2008 – sia difficilmente battibile, anche se questi signori non stavano cercando di fare altro che replicare il modello di “micro-linea-aerea per micro-aeroporto” tipico della più nota Air Vallée, già di Cimminelli e poi della Fiat… azienda che però aveva alle spalle una regione autonoma, e che nonostante questo è anch’essa ingloriosamente rimasta a terra da qualche settimana, forse anche perché l’aeroporto di Aosta è completamente chiuso da un anno e mezzo per lavori, lasciando nello sconforto più nero i suoi tre passeggeri.

Il mito però è stato finire per caso sul sito di Air Bee, compagnia bresciana nata per dare anche all’aeroporto della Leonessa il suo giusto posto nel mondo, che non sia mai che i bresciani debbano fare quaranta chilometri per andare a Bergamo da una parte o a Verona dall’altra. Ovviamente anche Air Bee è durata poco, lasciando i suoi ultimi passeggeri a terra con in mano soltanto un biglietto già pagato ma ormai divenuto carta straccia.

E invece no, perché nella home page del sito si legge tuttora che “Italiatour Airlines, a fini meramente promozionali, in relazione al lancio delle sue nuove rotte, offre a ciascun passeggero in possesso di biglietti ancora non usati emessi da Air Bee un volo sui collegamenti da essa operati”; offerta valida “fino al 31 dicembre 2009”. Che bello, siamo ancora in tempo: dunque clicchiamo sul link… e viene fuori questo:

screenshot-italiatour.png

Acc! Non sono durati nemmeno fino alla fine dell’offerta di lancio.

La prossima volta che qualcuno dice che il problema dell’Italia è che non ci sono abbastanza infrastrutture, pensateci: le infrastrutture ci sarebbero anche, il problema è che sono gestite da italiani.

[tags]trasporti, aerei, linee aeree, aeroporti, salerno, aosta, caselle, brescia, enac, air italy, volasalerno, air vallee, air bee, italiatour airlines[/tags]

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martedì 22 Dicembre 2009, 11:47

Treni e società

Mi spiace parlare sempre di treni che non vanno, vi prometto che cercherò di parlare anche d’altro. Le ferrovie, tuttavia, sono il simbolo della civiltà di una nazione; sono un sistema di trasporto che, a differenza delle automobili, non può funzionare nell’anarchia individuale, ma solo tramite la pianificazione e il coordinamento di un grande numero di persone, aziende e fattori tecnici. Una nazione con treni ben funzionanti è una nazione che sarà senz’altro ordinata e ben gestita anche in tutto il resto; una nazione con treni allo sbando è una nazione in cui il senso di comunità e la cooperazione civile non esistono più.

E oggi le ferrovie sono allo sbando; è inutile che il ministro Matteoli e l’ineffabile Moretti, ex sindacalista passato dalla parte del bastone, continuino alternativamente a magnificare il gelo e minimizzare i ritardi, buttandola sul “dovete essere contenti che non è successo di peggio” e sul “siete voi che con questo gelo non vi attrezzate nemmeno con una coperta e due panini” – che, fosse un invito alla condivisione delle responsabilità sul funzionamento di un servizio pubblico, mi starebbe anche bene, ma che non può servire come alibi per la negligenza di chi lo gestisce.

Il freddo difatti è particolarmente intenso, come dimostrano i nostri tubi gelati, ma non certo imprevedibile nell’inverno padano, tanto è vero che temperature simili si erano già registrate non più di dieci anni fa, e che le previsioni del tempo avevano avvisato tutti, Moretti compreso, con una settimana d’anticipo. Il problema non è il ghiaccio, anche perché la ferrovia è una tecnologia vecchia di 150 anni e in tutto il Nord Europa le ferrovie stanno funzionando in maniera quasi normale, come ogni inverno; esistono sistemi per scaldare i binari e sgelare gli scambi, basta installarli.

Da noi, invece, Genova Brignole e tante altre stazioni sono rimaste bloccate perché, per risparmiare due lire, la maggior parte degli scambi non aveva le scaldiglie, oppure erano rotte; i treni alta velocità viaggiano con ritardi folli (fino a due ore abbondanti) perché – oltre all’incapacità pregressa di rispettare il nuovo orario AV del 13 dicembre, disegnato con tanto wishful thinking per motivi pubblicitari – ai supertreni gela il meccanismo di apertura porte e ogni fermata dura mezz’ora solo per riuscire a richiuderle; peggio ancora gli intercity e in particolare i famigerati “esci” (eurostar city), che altro non sono che treni degli anni ’80 ridipinti di rosso e grigio per poterli far pagare il doppio e ristrutturati talmente male, in uno di quei famosi mega-appalti ferroviari di cui è meglio non dire altro, che sono più le volte che sono rotti che quelle che funzionano.

Tra scenari da film dell’orrore (mitica questa carrozza gelata tra Udine e Mestre, fa davvero paura) e treni che impiegano venti ore per arrivare a destinazione, l’unica cosa che vagamente funzionicchia sono i regionali, che sono più semplici da gestire perché solitamente si limitano ad andare avanti e indietro sulla stessa linea. E così chi ha speso 31 euro invece di 8 per viaggiare da Milano a Torino su un fiammante frecciarotta poi si deve pigiare all’inverosimile sui vecchi carri bestiame pur di arrivare.

Ma fa specie confrontare questa o questa storia di questi giorni con il racconto di come funzionassero relativamente bene le nostre ferrovie in queste situazioni ancora dieci anni fa. Dando sempre per scontato che l’Italia comunque facesse schifo rispetto a qualsiasi altra nazione, noi non ci siamo accorti di come in pochi anni la situazione generale del Paese sia peggiorata di molto, portandoci sull’orlo del collasso. Anch’io vedo l’ingordigia e l’arroganza di Moretti e penso che si potesse fare decisamente meglio anche con poca spesa, ma credo che il problema di fondo sia un sistema-paese in cui nessuno investe più sulle infrastrutture comuni, come le ferrovie, ma solo sul proprio orticello privato, come se il proprio orticello potesse sopravvivere anche in assenza di un ambiente circostante almeno accettabile.

Ed è proprio questa la mentalità che è necessario ribaltare.

[tags]ferrovie, treni, ritardi, moretti, comunità, civiltà, società[/tags]

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lunedì 21 Dicembre 2009, 19:41

Una visita a Radio Flash

Questa non ve l’ho ancora raccontata, ma, in mezzo al caos professional-politic-personal-natalizio della scorsa settimana, ho trovato pure il tempo per una chicca: la prima visita della mia vita negli studi di Radio Flash.

Chi segue questo blog sa che io sono un fedelissimo ascoltatore di Flash, anche se il mio ascolto della radio è limitato ai trasferimenti in auto; cominciai ad ascoltarla con l’inizio delle mie pendolate autolavorative, nel 1999, e da allora non ho più smesso. Il motivo è che, nel panorama torinese e almeno per quanto io ho potuto ascoltare zappando ogni tanto, Flash è sia quella con i programmi più interessanti che quella con la musica migliore (da dove credete che vengano molti degli artisti poco conosciuti di cui parlo ogni tanto sul blog? anche se ultimamente mettono un po’ troppo spesso musica elettronica pesante…)

Ho interagito varie volte, anche se poi non così spesso, con i programmi di Flash via SMS e mail; il punto più alto fu forse raggiunto con la lettura in diretta della mia fenomenologia di Monia Lacisaglia. Tuttavia, non mi era mai successo di andare nei loro studi, anzi i loro studi avevano un che di misterioso, perché ogni volta che capitavo a Hiroshima Mon Amour mi chiedevo sempre dove diavolo fossero, visto che nei dintorni del locale non si vedeva alcun ingresso della radio.

La risposta è facile: si entra sul retro, da via Pio VII – e sottolineo che via Pio VII non va confusa con via San Pio V, cari confusori di papi! Comunque, l’ingresso in codesta antica scuola media che il Comune generosamente concesse alla Hiroshima holding non è niente di impressionante, se non per un oggetto a noi tutti caro, ovvero la Vespa nera di Dario Castelletti parcheggiata fuori. Entrando con una lacrimuccia di commozione ecco la seconda sorpresa: pensavo di essere lì per una riunione e vengo invece (peraltro con grande piacere) proiettato direttamente nello studio, dove Fabio Malagnino con Gianluca Gobbi, tutti i giovedì dalle 13,30 alle 14, si occupano di Internet: e così una coppia di blogger torinesi, VB e VP, si sono messi a commentare in diretta e senza preavviso le nefandezze maroniane contro la rete… e di questo storico evento non è rimasta traccia!

La radio è una grande famiglia orale, tanto che l’associazione di facce alle voci radiofoniche sa un po’ di peccato grave. In questo caso, oltre ai due succitati, l’effetto più particolare è stato vedere un tizio semisconosciuto (semi perché il nostro comunque è apparso in varie trasmissioni locali, insomma la faccia non era del tutto ignota) farsi i fatti suoi avanti e indietro tra lo studio e l’ufficio e ogni tanto dire qualcosa con la voce di Castelletti. E’ andato anche a mangiare, dunque posso senz’altro pubblicare uno scoop esclusivo per voi: anche Castelletti mangia!

Non so se mi capiterà ancora di visitarli; trovo la radio locale un mezzo affascinante, libero e interattivo, in un certo senso l’unico antesignano dei blog e della loro capacità di informare e insieme promuovere una discussione e una comunità. Dunque, lunga vita alla radio; tutto il resto è ombra e polvere.

[tags]radio, radio flash, torino, castelletti, malagnino, gobbi, blogger torinesi, hiroshima mon amour[/tags]

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domenica 20 Dicembre 2009, 22:49

Esplosioni nel gelo

In questi giorni fa talmente freddo che la scorsa notte è gelato il pezzettino di tubo che, pur attaccato al muro e protetto da una canalina, scorre per mezzo metro sul mio balcone (peraltro pure rientrante all’interno dell’edificio e non direttamente esposto alle intemperie) e che collega la caldaia e il bagno. Di conseguenza non avrò più acqua calda fino al disgelo, sperando inoltre che non si sia spaccato il tubo.

Credevo di essere stato l’unico, ma stasera, all’aperitivo natalizio granata, sono saltate fuori altre tre persone con lo stesso problema o peggio: a chi è saltata la caldaia, a chi è esploso il tubo nel muro portandosi via un pezzo di mattone… Pensavamo che fosse una manovra dei gobbi ma no, anzi ai gobbi oggi è saltata direttamente l’annata!

[tags]gelo, caldaia, idraulici, toro, juve, il toro fa schifo ma ferrara ci fa sognare, cairo & ciro il duo tapiro[/tags]

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sabato 19 Dicembre 2009, 23:57

Natale de panza

Oggi, dopo un paio d’ore di raccolta firme all’aperto in mattinata giusto per congelarsi un po’, mi sono cimentato in: ore 13, pranzo prenatalizio; ore 15,30, festa prenatalizia; ore 19, apericena prenatalizio; ore 21, cena prenatalizia. Il tutto condito da continui spostamenti nel traffico cittadino impazzito per la neve e per il corteo dei centri sociali (che li possino… a noi sotto Natale fanno storie anche solo per mettere un banchetto in via Garibaldi, ma evidentemente a Torino se sei di un centro sociale ti lasciano fare quello che vuoi).

Stavo per dire “ma si può vivere così?”, però è stata l’occasione per rivedere varia gente con cui non ci si incrocia spesso, per cui è stato bello così… tranne che per il mio stomaco!

[tags]natale, cene, feste, traffico, torino, cortei, stomaco[/tags]

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venerdì 18 Dicembre 2009, 17:35

Oscurato il blog di Travaglio da un vaso di petunie

In questa settimana di nervi a fior di pelle, ci mancava solo la mail che mi è arrivata questa mattina: una segnalazione del fatto che Voglio Scendere, il blog di Marco Travaglio, Peter Gomez e Pino Corrias, è stato bloccato ed è irraggiungibile.

In effetti, digitando l’indirizzo www.voglioscendere.it, quel che attualmente ottengo nel mio Firefox è questo:

screenshot-travaglio-bloccato.png

Una veloce verifica di questa funzionalità del browser (che non sapevo nemmeno di avere) porta a scoprire che Firefox, come anche Safari, consulta continuamente il database di “siti malevoli” mantenuto da Google, e se l’indirizzo richiesto ne fa parte vi mostra il minaccioso avviso di cui sopra. Cliccando sul minuscolo link in basso a destra si può comunque accedere al sito, ma l’utente medio chiaramente non va oltre.

Il pulsante di richiesta di spiegazioni porta qui: da cui si scopre che Google ha oscurato il blog di Travaglio perché, da due pagine verificate ieri, esso sarebbe risultato come distributore di software maligno: trojan, virus o cose così.

Va detto che l’indirizzo di cui sopra altro non è che una redirezione a voglioscendere.ilcannocchiale.it, dove il sito è regolarmente accessibile; questo altro indirizzo è facilmente reperibile con una ricerca sullo stesso Google. C’è da chiedersi allora cosa sia successo, e come sia stato possibile che a quell’indirizzo, anziché la redirezione, Google abbia trovato un software maligno; anzi, c’è da chiederlo a Google stessa, e così ho scritto a Marco Pancini, consigliere europeo per la policy di Google, che conosco da anni per via delle mie attività nella governance di Internet.

Lui mi ha rassicurato sul fatto che stavano verificando, e che a breve il mistero sarebbe stato chiarito; e infatti poco fa in cima al blog di Travaglio è apparso un messaggio rassicurante, che cita problemi con Register.it – l’azienda che fornisce la registrazione del dominio e il servizio di redirezione – la quale a sua volta avrebbe scaricato le responsabilità su Google. Potrebbe dunque trattarsi di un baco del sistema di Google – del resto ricorderete che meno di un anno fa proprio questo sistema era impazzito bloccando l’intero motore di ricerca – oppure di un qualche errore umano o malfunzionamento dei server di Register.it, per cui a quell’indirizzo sia finito qualcosa di sbagliato.

Resta però l’inquietante ipotesi per cui qualcuno si sia effettivamente inserito nel sito di Travaglio o in mezzo alla redirezione per metterci software malevolo, con lo scopo di provocare il blocco del sito o di cercare di installare qualcosa sui computer dei suoi visitatori. E’ una ipotesi che al momento non si può affatto escludere, anche se non esistono nemmeno le ragioni per sostenerla. E naturalmente, un baco che colpisse proprio il blog di Travaglio proprio questa settimana sarebbe una coincidenza da Guida galattica.

Dunque resta soprattutto, ancora più forte, quell’inquietudine generale di cui già parlavo l’altro giorno; quella sensazione per cui strumenti che fino a ieri erano gli unici su cui potevi contare oggi cominciano a dare strani segni di un inspiegabile comportamento anomalo. Nonostante tutti i nostri tentativi di tranquillizzarci e di attenerci alle spiegazioni razionali, diventa difficile non cedere alla paranoia.

[tags]internet, travaglio, gomez, corrias, voglio scendere, blog, censura, malware, trojan, paranoia[/tags]

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giovedì 17 Dicembre 2009, 20:40

Beppe Grillo a Torino

La grande notizia numero uno è che ho imparato a usare iMovie… almeno le funzionalità elementari!

La numero due è che ho messo insieme quel po’ di immagini che sono riuscito a filmare ieri mattina, in occasione dell’apparizione torinese di Beppe Grillo per la presentazione di Piemonte a 5 Stelle, la lista per le elezioni regionali. La Stampa pubblica oggi una galleria fotografica da cui è tratta questa foto, che va decisamente a finire nell’album delle mie preferite (per chi non mi conosce, io sono quello sulla sinistra dell’immagine, accanto a Beppe):

20091216-grillo.jpg

E’ stato un bell’evento, pieno d’amore – come ha detto per tutta la giornata lo stesso Grillo, raccogliendo l’invito del presidente Berlusconi :-D – e di tanta energia: io non so quanto tempo ci vorrà a cacciare dall’Italia la gentaglia che ci ritroviamo al potere, ma tutte le volte che organizziamo un evento così mi sento meglio.

Domani, forse, riusciremo a recuperare la registrazione dell’intera presentazione e potrò farvi sentire i miei trenta secondi di discorso e quelli degli altri candidati. Nel frattempo, godetevi le immagini che ho girato, quelle di Beppe assediato dai giornalisti prima ancora che riesca a mettere piede dentro la sala. E i fantastici titolini gialli, e il logo in sovraimpressione! Ah, i programmi di videomontaggio…

[tags]grillo, beppe, movimento, piemonte, 5 stelle, video, imovie[/tags]

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giovedì 17 Dicembre 2009, 08:44

La corruzione però sì

Milano, San Babila, 15 dicembre:

prosperini.jpg

Milano, Pirellone, 16 dicembre:

“Arrestato Pier Gianni Prosperini, assessore regionale allo sport e al turismo della Lombardia. L’esponente del Pdl e’ finito in manette con le accuse di corruzione e turbativa d’asta, nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti del pm Alfredo Robledo.” (Corriere della Sera)

La croce non dà fastidio neanche a me, la corruzione però sì.

P.S. Per gli amanti del cabaret politico, ecco il Prosperini che ieri sera in diretta, in mezzo a una sfilza di “non posso parlare” e “ti devo lasciare”, scopre di essere stato arrestato (?) dalla televisione: momenti di puro 1992.

[tags]politici, crocefisso, prosperini, lombardia, milano, arresto, corruzione, ipocrisia[/tags]

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mercoledì 16 Dicembre 2009, 18:16

Sulla censura di Google Images, ovvero i nervi a fior di pelle

È partito come un tam tam su Facebook e sui blog, con tanto di cronaca ora per ora, ed è arrivato fino ai giornali: Google ha cominciato a censurare le immagini di Berlusconi ferito! E non solo Google, ma anche Yahoo e Virgilio, mentre, pensate un po’, gli unici due motori di ricerca non censori sarebbero stati Bing di Microsoft e il cinese Baidu, dove la faccia smaciullata di Silvio è ampiamente disponibile.

Effettivamente, andando su Google Images e cercando berlusconi ferito o berlusconi aggredito non si trova alcuna immagine di Silvio sanguinante; neanche mezza, neanche disabilitando le varie protezioni per i minori. Ancora più inquietante è cercare massimo tartaglia e scoprire che l’aggressore di Berlusconi apparentemente non è mai esistito: Google restituisce solo amene foto di sconosciuti in spiaggia o al matrimonio.

Io dubito di tutti e dubito anche di Google, e però la spiegazione fornita da Google, anche se in un linguaggio un po’ poco comprensibile alle masse, mi sembra credibile: semplicemente, dicono loro, il nostro motore di ricerca per immagini ci mette parecchi giorni a digerire il nuovo materiale pubblicato sulla rete, dunque le immagini di un fatto accaduto domenica sera appariranno solo tra qualche giorno – mentre, come effettivamente accade, tali immagini sono immediatamente disponibili in Google News o tramite le normali ricerche Web, che usano un indice diverso e aggiornato quasi in tempo reale.

Per smentire la spiegazione di Google e provare la teoria della censura, sarebbe necessario avere osservato una ricerca su Google Images, effettuata lunedì o martedì, che restituisse le immagini incriminate; oppure trovare varie immagini di lunedì e martedì già presenti nell’indice. Io non ho verificato alcuno di questi casi e non ho visto da nessuna parte qualcuno che asserisca di averlo fatto; solo persone che hanno iniziato a fare la prova martedì sera e non hanno trovato le immagini.

Questa vicenda, però – oltre a dire a quelli di Google che il loro motore di ricerca di immagini non è abbastanza performante e che devono trovare un modo di inserire subito le immagini relative ai fatti di cronaca più eclatanti – ci dice molto su quanto a fior di pelle siano i nervi di tutti in questi giorni; e insieme, su quanto abbiamo imparato a fidarci della rete, tanto che se scrivendo “massimo tartaglia” non ci viene fuori la faccia di quel Massimo Tartaglia il nostro primo pensiero non è che il sistema tecnologico non funzioni come ci attendiamo e non sia così onnipotente come ormai diamo per certo, ma che ci sia stata una operazione di cancellazione in stile grande fratello.

L’uomo è un animale che vive solo grazie ai propri sensi, senza i quali è perso. Se in origine per vivere ci era sufficiente vedere, ascoltare, annusare e toccare ciò che ci stava immediatamente intorno, ora la nostra società è talmente complessa che il nostro futuro dipende da ciò che accade a centinaia o migliaia di chilometri di distanza: dunque anche la comunicazione di massa diventa per noi vitale.

Ma se l’uomo di qualche decennio fa si fidava quasi ciecamente della televisione, ormai abbiamo capito tutti che tale fiducia è mal riposta; di conseguenza, il nostro futuro dipende da informazioni della cui autenticità siamo continuamente costretti a dubitare. E’ come se non fossimo sicuri se ciò che vediamo esista davvero; e in un mondo in cui non possiamo contare sulle nostre percezioni ci sentiamo davvero persi, un po’ come quando salta la luce e siamo costretti a muoverci al buio per casa, e persino un ambiente perfettamente noto e familiare diventa d’improvviso misterioso e fonte di paura.

Questa sensazione di non potersi più fidare di niente e di nessuno è davvero alla base della disgregazione della nostra società; perché in una condizione del genere siamo soli, o al massimo racchiusi nel nostro clan di poche persone intime, o al massimo trasformati in adoratori privi di dubbio di questo o quel leader che ci dia sicurezza. La manipolazione dei media ha dunque responsabilità profonde nello sfacelo italiano; non è soltanto questione di censura e controllo, ma di paura e insicurezza indotta.

C’è una situazione distante migliaia di chilometri da cui davvero dipende il nostro futuro, e non è la faccia insanguinata di Berlusconi: è il summit di Copenaghen, di cui da domenica sera in Italia (ma solo in Italia) non parla più nessuno. Se c’è un buon motivo per avere i nervi a fior di pelle, lo si trova senz’altro laggiù.
[tags]censura, berlusconi, google, internet, libertà, immagini, motori di ricerca, paura, manipolazione, adorazione, copenaghen, clima[/tags]

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