Dipendenza
E’ da stamattina che cerco di partire per la montagna.
Naturalmente, mi sono svegliato tardi (ieri siamo stati fino alle due e mezza di notte a vedere foto della balconata del Comunale per organizzare striscioni e posizioni in curva), poi ho cominciato a smazzare tutta una serie di cosette che dovevo fare… documenti da portar su, la valigia, un po’ di mail, bagnare le piante della mamma, ultime indicazioni… e man mano che passavo la giornata, solo in casa, a pensare a queste cose mi passava la voglia di fare qualsiasi cosa, ed ero sempre più giù di morale per la prospettiva di un agosto passato a fare su e giù tra l’ufficio e la casa in montagna in coabitazione (per fortuna che la casa è su due piani).
Nel frattempo, però, ho evitato accuratamente di collegarmi in rete e in particolare in chat, per marcare l’inizio della vacanza, e abituarmi all’idea. Ma più restavo offline e più mi deprimevo.
Poi, come ultima cosa, mi son detto: no, dai, non puoi passare un agosto così, fai almeno un tentativo per trovare un bel viaggio. E così, l’ho fatto, ho trovato un potenziale viaggio, e mi son dovuto collegare per scaricare la brochure via mail. E già che c’ero ho aperto la chat.
Tempo trenta secondi, avevo in chat tre messaggi arretrati di russe qualsiasi, il mio collega con problemi di firme J2ME, Simone per chattare un po’, e la mia tenace corrispondente turca. E mi sono sentito benissimo: di nuovo connesso, di nuovo a casa!
Ora però stacco e parto davvero, ma ho capito l’antifona: prima di andare su vado a comprarmi una SIM con una flat GPRS, così almeno leggo la posta e magari bloggo…