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Archivio per il giorno 21 Dicembre 2006


giovedì 21 Dicembre 2006, 16:40

Giochi

Ieri mi è arrivato un pacco dalle Isole del Canale; oggi l’ho aperto.

Infilo il disco nella mia playstation, così a metà pomeriggio, solo un attimo, per vedere che c’è. Scegli una canzone, una sola; all’inizio ce ne sono poche, bisogna giocare un po’ per poterne suonare altre. Prendiamone una. Una? Tra queste? Ok.

Parte, una telecamera a spalla che si infila in un sordido pub, potrebbe essere l’inferno della Divina Commedia, o la cantina del Manhattan. Sul palco si attacca Heart Shaped Box, modalità difficile. Io, con la chitarra in mano, e il fantasma di Kurt Cobain scolpito nel cervello.

She eyes me like a pisces when I am weak. Aveva capito tutto, quell’uomo. Compreso che c’è qualcosa di speciale che si scatena quando un uomo prende in mano uno strumento musicale, meglio ancora se la chitarra, l’anima del rock. Perchè la mia adolescenza passata a chiedere a Bach la spiegazione delle segrete regole del mondo è storia chiusa; ma è quando si diventa adulti in questo fottuto mondo – I’ve been locked inside your heart-shaped box for weeks -, è quando si scopre che di armonia ce n’è poca e spesso è solo finta, che l’uomo imbraccia la sua chitarra, pompa il distorsore, e chiude fuori per un attimo tutto il resto.

Forever in debt to your priceless advice. La canzone si snoda come si snodava più di dieci anni fa, vomitando emozione, pezzi di vita mal digeriti, rimasti sullo stomaco, congelati e scongelati come una bistecca. Sa di sesso e di morte (poco di amore, ormai merce rarissima), è dolce e velenosa, disperata come la prima metà degli anni Novanta. Broken hymen of Your Highness, I’m left black. Sollevi il manico con la mano, come solleveresti una gonna. In questo momento di passione, ci sei solo tu e la musica, tu e quello che avrebbe potuto essere e non è, tu e una preghiera silente che già si è fatta imprecazione maledetta. Throw down your umbilical noose so I can climb right back.

E poi, posare il giocattolo, spezzare il cerchio magico, e tornare felicemente alla realtà, nella serenità di un pomeriggio invernale. Non importa quanti tasti ha la tua chitarra e che cosa la faccia suonare, importa il mondo insondato di profondità mai viste che ti porti dentro, e che ogni tanto, anche solo per gioco, si affaccia alla luce.

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giovedì 21 Dicembre 2006, 11:51

Auguri a Torino

Si possono fare gli auguri ad una azienda che non si conosce e di cui non si è mai stati clienti? Si può, in qualche caso.

Il festeggiamento in questione in realtà è condiviso tra due nomi diversi, non so se parti della stessa azienda o meno. Il primo nome è Leone, ma non quello delle storiche caramelle; si tratta di una grande azienda di tubi e ferramenta sita all’angolo più remoto della Pellerina, su via Pietro Cossa. E’ un punto di grande passaggio, e sulla sede aziendale campeggia da sempre una enorme insegna al neon, talmente grande che, di notte, la si legge distintamente anche dall’aereo quando si sta scendendo verso Caselle; un vero landmark cittadino.

Vent’anni fa, il business dei tubi doveva essere in calo, e quindi nel palazzo è comparsa una seconda attività: quella degli antifurti Security Cà. Visto che il tetto se lo era già preso l’altro nome, quelli degli antifurti per farsi notare occuparono l’angolo sopra la porta, proprio di fronte agli automobilisti che svoltano; e ci misero un pannello luminoso con l’indicazione, sempre aggiornata, del numero complessivo di clienti della loro azienda.

Quando ho cominciato a guidare, una decina abbondante di anni fa, il numero era di qualche decina di migliaia di unità; l’ho visto crescere negli anni, notando giorno dopo giorno i diversi numeri. Avrò pure l’anima del matematto, ma che emozione quando, per combinazione, il pannello segnava proprio il mio vecchio numero di matricola del Politecnico!

Bene, qualche giorno fa è successo l’impensabile (ma pianificato, visto che sin dal principio il pannello aveva spazio per sei cifre): proprio in vista del Natale, è stato raggiunto il numero centomila. Sarà sicuramente una festa per il titolare e per il suo portafoglio, ma lo è stata un po’ anche per tutti gli abitanti della parte occidentale di Torino; perchè a forza di passarci davanti non possiamo non aver cominciato a fare un po’ il tifo per chi, con una tenacia tutta torinese, porta avanti giorno dopo giorno il proprio lavoro per vent’anni, passo dopo passo, fino a raggiungere il risultato.

E quindi, buone feste anche agli antifurti, e a tutti quei pezzettini di vita grandi e piccoli – persone aziende alberi e case – che compongono l’anima della mia città!

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giovedì 21 Dicembre 2006, 00:52

Cene di Natale

Questa sera ho addirittura rinunciato a Toro-Roma per andare a una delle varie cene di Natale a cui sono stato invitato; a questa ci tenevo, trattandosi della tradizionale cena del gruppo di ex colleghi vitaminici.

Eppure, tutto ciò che poteva andare storto lo ha fatto! Per iniziare, la cena era alle 20:30 in un posto ben fuori Torino, e io a pranzo avevo mangiato soltanto una scatoletta di tonno; un pezzo del gruppo si è presentato con mezz’ora buona di ritardo, e quindi fin quasi alle 22 non abbiamo iniziato a mangiare, col risultato di rendermi idrofobo.

Dopodichè, mi sono ripreso un po’ col cibo, e la cena è scivolata via abbastanza normalmente, se non per il fatto che c’era molto vino e poco da mangiare. La cosa è peggiorata quando la conversazione si è assestata sull’unico argomento disponibile per metà della tavolata – il noto gioco di ruolo online World of Warcraft – e la noia ha cominciato inesorabile a invadere la mia mente, accompagnata da una incazzatura onesta e disperata quando si sono dimenticati del mio dolce.

Di lì in poi, in testa ho solo sensazioni confuse, tra cui quella di carezze varie (mi avranno mica baccagliato?), fino a una sensazione orribile di soffocamento, come se stessi per morire; mi sono svegliato di soprassalto e mi sono ritrovato con un gusto dolciastro in bocca e caffè rovesciato su tutti i vestiti (pare che abbiano cercato di farmi bere il caffè versandomelo in bocca mentre dormivo, e ovviamente mi è finito nei polmoni).

Mi tocca pure pagare ventinove euro per mezzo antipasto e una pizza: una vera rapina. Sarà meglio che Natale non si ripresenti tanto presto!

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