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lunedì 18 Dicembre 2006, 23:57

La bella vita

Vorrei postare una breve cronaca della mia giornata di oggi.

Ore 5:00, sveglia. Ore 5:25, esco di casa dopo essermi lavato e messo vestito e cravatta. Ore 5:40, parcheggio davanti alla stazione Madonna di Campagna – dopo un paio di giri, trovo posto sotto la sopraelevata. Ore 5:43, la signora addormentata della biglietteria mi vende un tagliando di sola andata per tre euro. Ore 5:47, nel sotterraneo della stazione arriva il trenino (un rudere segnato dai graffiti). Ore 6:03, dopo sedici minuti per cinque chilometri scarsi il treno arriva in aeroporto.

Ore 6:10, fatto check-in, salgo per cappuccino al bar. Ore 6:20, mi metto in coda ai controlli di sicurezza del piano superiore, visto che la fila del piano inferiore arriva fino alla strada, attraversando tutta la hall di Caselle. Ore 6:40, dopo varie mezze risse, tentativi di scavalcamento e vecchietti imbranati, passo il metal detector e comincio a correre verso il gate (il volo in teoria decollava alle 6:50). Ore 6:45, sono in coda al gate, coda che scorre lentamente. Ore 6:50, passato il gate, sono in coda in piedi sulle scale per aspettare il secondo bus. Ore 7:00, siamo sull’aereo, che accende i motori.

Ore 8:15, siamo atterrati e giunti al parcheggio sulla pista, ma non arriva il bus. Ore 8:30, un altro bus ci scarica all’aerostazione di Fiumicino; ore 8:40, sono alla stazione dei treni, dove il primo treno in partenza viene soppresso. Dalle 8:40 alle 9:10, ogni cinque minuti il ritardo del prossimo treno aumenta di cinque minuti, e non si vede nulla all’orizzonte. Le piattaforme sono stracolme di gente infuriata, io nel frattempo, per caso, incrocio Fiorello Cortiana. Ore 9:15, pigiati sul treno partiamo; ore 9:45, scendiamo a Trastevere, compriamo i biglietti e attendiamo l’8.

Ore 10, io e Fiorello chiacchieriamo amabilmente pigiati sull’8; scendiamo al capolinea e andiamo a piedi al Servizio Studi del Senato, dove recupero una copia di un volume edito da loro di cui, a mia insaputa, ho scritto l’introduzione. Ore 11:10, lascio Fiorello a un paio di commissioni e vado a piedi fino in Largo Chigi; ore 11:20, arriva un 63 che assomiglia in realtà a un carro bestiame. Grazie a un percorso tortuoso per le vie di Roma (vabbe’, a Roma non esistono percorsi non tortuosi) alle 11:50 arrivo in via Isonzo, al Ministero dell’Innovazione.

Ore 11:55, sono il primo in arrivo; ore 12:15, inizia la riunione col sottosegretario Magnolfi più staff, Rodotà, Cortiana e Joy Marino. Ore 14:20, la riunione termina, saluti e auguri; ore 14:30, ci incamminiamo a piedi; ore 14:50, arrivo alla stazione Termini, faccio il biglietto alle macchinette e saluto Fiorello che va in aeroporto.

Ore 15:00, mangio un terrificante panino da Mr. Panino Chef Express (evitatelo); ore 15:10, per rifarmi vado al Conad del sotterraneo e mi compro biscotti e aranciata; ore 15:20, mi siedo sull’Eurostrazio per Milano; ore 15:30, il treno parte.

Crollo a dormire fino a Firenze, poi lavoro col portatile (sono state un paio d’ore molto produttive, va detto). Ore 20:10, con dieci minuti di ritardo il treno arriva a Milano Centrale, e così mi tocca la solita corsa nel sottopassaggio anteriore, con tanto di sgomitate per riuscire a timbrare in mezzo alla gente lì ferma a guardare il cielo; ore 20:14, salgo sull’interregionale per Torino, strapieno di pendolari novaresi; ore 20:15, il treno parte.

Ore 20:55, arriviamo a Novara e il treno si svuota di colpo; siamo solo più io, le mie domande, la mia stanchezza e la voglia di parlare con qualcuno, un amico qualsiasi, che però non ho sottomano. Ore 22:00, scendo dal treno a Porta Susa; mi serve un biglietto del bus, ma l’edicola e il tabaccaio sono entrambi chiusi; la metro è sbarrata (alle 22?!?); cerco le monetine per comprare il biglietto al parchimetro, ma non le ho giuste. In quel momento arriva il 72 barrato, e mando tutti a stendere; attraverso alla spericolata e lo prendo al volo (di sera, a Torino, molte linee si aspettano tra i venti e i trenta minuti). Ore 22:25, scendo in corso Potenza e arrivo finalmente, 17 ore dopo averla lasciata, alla mia auto; ore 22:40, parcheggio in garage.

Salgo, ceno con due uova strapazzate e una scatoletta di sgombro sott’olio, e qualcuno dei biscotti. Dopo aver mangiato, va un po’ meglio.

Mi collego, e trovo un paio di persone gentili, di quelle che mi vogliono bene, con cui sfogarmi un po’. E poi bloggo, perchè tutte le cose che faccio mi aprono sicuramente molte porte e mi fanno conoscere tante persone e tante faccende interessanti, ma richiedono anche non pochi sacrifici.

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9 commenti a “La bella vita”

  1. Fabrizio:

    :-) Coraggio!

  2. vb:

    Suonava troppo lamentoso? No, è che – a parte il fatto che in questi giorni ho troppi pensieri per la testa – semplicemente mi dà un po’ fastidio quando arriva qualcuno (e ogni tanto succede) e mi dice: “eh, tu che non fai mai niente, che stai tutto il giorno a cazzeggiare“…

  3. alessio:

    Investire in taxi?

  4. vb:

    A Roma i taxi non ti cambiano molto la vita… forse per il viaggio dal centro a via Isonzo, toh.

  5. Felter Roberto:

    due osservazioni due:
    cosa avevi da fare il giorno dopo ( o la notte :-) ) per voler tornare così di corsa a casa?
    per quanto riguarda i taxi, molto meglio le auto con autista che noleggiano in aeroporto. il costo è molto simile ad un taxi ma è stabilito, cioè se telefoni al numero verde la sera prima, dicendo il tragitto che devi fare, ti dicono già il costo esatto ( indipendentemente dal tempo impiegato ecc. causa tipica di incrementi esponenziali del costo dei taxi romani) inoltre niente coda, autista che ti aspetta all’arrivo dell’aereo ( basta che tu dica con quale arrivi ) e niente coda.
    Alla prossima….

  6. Fabrizio:

    No, non era lamentoso :-)

  7. Mir:

    Complimenti. I treni da Milano verso Torino a quell’ora sono letali.
    Al posto tuo io mi sarei fiondato di filato a letto senza passare nemmeno dalla cena.
    Resisti. Che serva a far entrare un po’ di cultura della INNOVAZIONE nella maggioranza delle zucche dei politicanti italiani.
    Ricopri una funzione basilare per il miglioramento del sistema, come tutti gli altri nella tua barca.
    Sgomitate, apritevi un varco a colpi di moschetto se necessario; aprite verso il basso, perche’ c’e’ un popolo della rete sensibile a certi discorsi, in Italia (anche se si vede poco fuori dalla rete).
    Cercate col tempo, di avvicinarvi ai ministeri dove passano i flussi dei soldi; senza spirito garibaldino, ma per cambiare le cose, lentamente.. dall’interno.
    Che’ se qualcuno la’ sente paura di scippo di poltrone magari vi trombano..
    E poi e’ anche giusto che chi ha idee, competenza, e un’etica alla fine possa contare qualcosa la’ dove dove si decidono progetti finanziabili.
    Che ne dici? Fantapolitica?

  8. .mau.:

    confermo che a Fiumicino è molto meglio prendere un auto con autista piuttosto che penare con un taxi.

  9. Cicolindo:

    e quindi???

 
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