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martedì 16 Gennaio 2007, 16:44

Il comune senso della spudoratezza (2)

Non c’è nulla di particolare, nella notizia della quattordicenne che, cercando di conquistare un compagno, gli invia il filmato del proprio corpo nudo fatto col telefonino nel bagno della scuola; al che lui, come tipicamente accade, se ne vanta con gli amici e sparge copie a destra e a manca finchè l’intera scuola non possiede il filmato e non comincia a prendersi gioco della malcapitata. (Certo, lui dice che il filmato gli è stato rubato via Bluetooth, ma la credibilità della scusa è piuttosto bassa, per quanto Bluetooth sia attualmente usato nei modi più insicuri possibili.)

Si tratta di storie sempre più frequenti, che in buona misura rientrano in quelle ingenuità che si fanno durante l’adolescenza; non c’è poi nulla di così grave.

A me, però, colpisce quella che è una evidente perdita del senso collettivo del pudore. In particolare col sesso, a partire dal fatto che ormai milioni di italiani, compresi bambini e vecchi, vanno in giro esibendo il disegnino stilizzato di due che si inchiappettano, come se fosse terribilmente cool.

Il senso del pudore, invece, è una delle cose che da sempre distinguono gli adulti dai bambini – i quali godono moltissimo nello svestirsi appena possibile – e gli esseri umani dagli animali. E’ chiaramente una sovrastruttura culturale, ma è anche una conseguenza dei valori aggiuntivi, puramente intellettuali, che l’umanità attribuisce al rapporto sessuale e al contatto fisico, rispetto alla pura funzione biologica e meccanica della riproduzione; e alla necessità degli umani, in quanto animali sociali, di vivere in coppia ed in gruppo. Se fosse soltanto questione di propagare i propri geni, non ci sarebbe da far tante storie; invece, il fatto di giungere al contatto fisico ed all’esibizione reciproca del corpo solo dopo un lungo ed incerto rito di corteggiamento costituisce un piacere aggiuntivo, inventato per appagare non soltanto le terminazioni nervose del nostro corpo, ma anche le misteriose contorsioni del nostro cervello.

E’ questa la cosa più preoccupante della fine del senso del pudore: il corpo nudo diventa un oggetto come gli altri, a cui ci si assuefa per sovraesposizione e che si può dare per scontato, perdendo quindi di fascino e di valore; e che si può usare come un qualsiasi strumento, ad esempio per fare carriera in televisione. La libertà finalmente conquistata dalle regole opprimenti, piene di inibizioni, che la società aveva in merito fino a quarant’anni fa, finisce per fagocitare l’oggetto stesso della liberazione: e proprio quando siamo perfettamente liberi di fare del nostro corpo ciò che vogliamo, alle volte non sappiamo più a che cosa serve e lo sprechiamo, come se non fosse qualcosa di meravigliosamente speciale.

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7 commenti a “Il comune senso della spudoratezza (2)”

  1. .mau.:

    ti stai confondendo con l’esibizionismo. Te lo dice uno che quest’estate ha provato il brivido delle terme tedesche :-)

  2. mousse:

    come non condividere… Si, forse si tratta solo di esibizionismo. E forse anche di idiozia.

  3. BlindWolf:

    Nota di cronaca: un fatto molto simile successa un paio di anni fa negli USA ha portato alla denuncia della ragazza per diffusione di materiale pornografico minorile.

    Nota filosofica: il pudore continua ad esistere. La dimostrazione è che il nudo “vende”, e benissimo. Altrimenti la succitata giovane balenga non avrebbe fatto muovere ciglio al suo oggetto di attenzione, e non avrebbe girato il filmato scabroso. Lo stesso dicasi per quelle quattro sgallettate che si fanno immortalare senza veli nei calendari che vanno a ruba nelle riviste di Dicembre.
    La spudoratezza rende quando esiste un pudore. Ma non per questo tutti (o tutte) puntano a questa rendita.

  4. Simone:

    Liberarsi del senso del pudore significa liberarsi dalle reazioni condizionate ad esso. Essere assuefatti al nudo significa togliere potere a chi lo strumentalizza. Il senso del pudore e’ si’ una conseguenza dell’evoluzione culturale, ma non e’ positivo di per se’. E’ una imposizione che si e’ creata per ridurre le situazioni conflittuali, cosa che man mano che ci si civilizza diventa sempre piu’ inutile, lasciando dietro di se’ solo l’effetto collaterale della nevrosi, dalla quale deriva bigotteria e quindi oppressione.
    La rivoluzione sessuale non e’ solo il fare del proprio corpo cio’ che si vuole, e’ anche liberarsi dalle catene del valore distorto che si da(va) al sesso. Piu’ c’e’ offerta, meno vale il bene, meno vale un bene meno potere ha chi controlla l’offerta. Meno potere da’ una cosa, meno la si usa per il potere che da’ invece che per cosa e’.
    Essere assuefatti al nudo e’ l’unica via per distaccarsi dai “bisogni della carne”, perche’ non si fanno diete quando si da’ eccessiva importanza al cibo.

  5. ALG:

    La domanda che sorge come conseguenza di queste osservazioni e se ci siamo veramente liberati dalle “regole opprimenti, piene di inibizioni, che la società aveva in merito fino a quarant’anni fa”. Se così fosse, unito alla perdita del senso del pudore, probabilmente gireremmo tutti nudi come gli animali.
    Il mio parere è che, purtroppo, la rivoluzione sessuale abbia portato alla perdita del senso del pudore ma non delle sovrastrutture sociali bigotte. Questo spiega perché le varie protagoniste di calendari vanno blaterando di arte oppure perchè il nudo tira sempre.
    Non c’è più pudore, quindi mostrarsi nudi non pone problemi, ma è ritenuto sconveniente da più o meno tutti, quindi ci si mostra nudi, o quasi, solo nascondendosi dietro vari motivi…

    This are my 0.02$, obviously…

    Ciao

  6. Simone:

    ALG: il processo e’ ancora in corso. Siamo nella fase acuta, dove c’e’ un consumo elevato della droga. Dopo subentra l’assuefazione.

  7. Eros:

    Il mignottismo che affligge la ragazzina è ugualmente proporzionale alla demenza del ragazzino che shara il filmato( oltretutto tra un paio di anni si pentirà di aver sputtanato la malcapitata e così di aver perso una buona occasione … :D ).
    La società cambia … rapidamente e senza freni …
    I primi sintomi si registrano proprio sui ragazzi che ovviamente sono + facilmente influenzabili … questo dovrebbe insegnarci che il sistema del tabù utilizzato per anni non ha portato a buoni risultati.

 
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