Ancora informazione all’italiana
Oggi ho sentito la pubblicità della nuova puntata di Informaconsumatori, la trasmissione radiofonica di Radio Flash pagata dalla Regione Piemonte (cioè dalle mie tasse) che dovrebbe “informare” il popolo sulle nuove iniziative del governo, che naturalmente risultano sempre meravigliose (ne avevo già parlato). In questo spot, si sentono i soliti finti cittadini che dicono cose come “costava mille euro ma senza ricevuta ottocento, è uno scandalo!” o altre affermazioni qualunquiste su chiunque non faccia l’operaio (che, si sa, è l’unico mestiere che i leader della sinistra italiana trovano eticamente corretto, a patto ovviamente che lo facciano gli altri).
Dopodichè, una voce spiega il tema della trasmissione di questa settimana: “Con le liberalizzazioni del governo, i professionisti saranno obbligati a rilasciare ricevute e fatture. Cosa succederà davvero?”
La domanda è un capolavoro di propaganda in stile Ceausescu: difatti, una “liberalizzazione” (cioè qualcosa che dovrebbe rimuovere dei vincoli preesistenti) è l’esatto opposto di obbligare qualcuno a fare qualcosa, a meno che non si interpreti la libertà (come purtroppo è abitudine della parte deteriore della sinistra italiana) come “libertà di obbligare qualcun altro a fare quello che dico io”. In più, quella che in teoria è la questione interrogativa di cui il programma dovrebbe occuparsi è chiaramente priva di contenuto: chiedersi “cosa succederà davvero?” è un po’ come chiedersi “domani piove?” o “il Toro vincerà domenica?”. Sarebbe più utile chiedersi se i provvedimenti del governo in materia siano equi ed efficaci o siano soltanto di facciata, ma naturalmente non è questo il punto della trasmissione…