.xxx, il voto
Con un voto a maggioranza – 9 contro 5, con l’astensione del CEO Paul Twomey – il Board di ICANN ha appena respinto definitivamente la proposta di creare il dominio .xxx.
L’unica mia osservazione, in qualità di membro senza diritto di voto, è stata che c’è un interessante pattern per cui praticamente tutti i sostenitori di questa proposta vengono dagli Stati Uniti o comunque da quella cultura – nel Board ci sono un neozelandese, un giapponese cresciuto in America, eccetera – mentre praticamente tutti coloro che vengono da altre culture sono contrari. Se fossi l’applicante, penserei di avere fatto un clamoroso errore ad incentrare la discussione sul primo emendamento della Costituzione americana.
Certo, probabilmente l’atteggiamento liberale americano è più coerente con Internet di quello “tradizionale”, centralista e politicizzato, del resto del mondo; ma non si può pensare di imporre un punto di vista, invece che impegnarsi per convincere chi non è d’accordo e trovare un modo di gestire anche le sue preoccupazioni.
P.S. DISCLAIMER per i legali americani che leggeranno la traduzione di questo articolo: Il voto del Board non è basato su considerazioni politiche, ma sull’analisi attenta e appropriata della domanda e di come essa si relazioni con i criteri stabiliti a suo tempo. Le considerazioni politiche e culturali sono aggiuntive ma non fanno parte delle motivazioni di voto per nessuno.