Parlando di stadi (3)
Oggi pomeriggio, altro giro in Comune: si discuteva l’interpellanza presentata il 26 febbraio dal consigliere Carossa a proposito dei crediti relativi allo stadio Comunale (sul sito del Comune non è ancora accessibile, ma la trovate qui). In pratica, dopo il fallimento dell’A.C. Torino di Cimminelli, il Comune è diventato non solo proprietario dell’area dello stadio Filadelfia ma anche creditore delle garanzie che lo stesso Cimminelli aveva offerto a garanzia dei lavori di ristrutturazione olimpica del Comunale; tali garanzie dovevano ammontare a 3,5 milioni di euro, e avrebbero dovuto costituire il fondo che la Città metterà a disposizione per la ricostruzione del Filadelfia stesso.
Naturalmente, esattamente come il Comune si è dimenticato di farsi pagare dalla famiglJuventus per le rate del Delle Alpi, pare che si sia dimenticato di farsi pagare anche dalla famiglErgom di Cimminelli (ricordo, azienda che vive e tuttora prospera facendo sostanzialmente una cosa, i cruscotti della Punto).
Infatti, oggi pomeriggio l’assessore ha risposto che non c’è problema, che anzi il credito risulta persino superiore, pari a 4.329.060 euro. E che non si capisce perchè la gente pensi male, visto che loro, dopo il fallimento (avvenuto, lo ricordo, quasi due anni fa), avevano regolarmente dato il via al recupero crediti. Peccato che poi sia saltato fuori che il suddetto recupero crediti è stato iniziato il 13 marzo scorso… due settimane fa, e due settimane dopo la presentazione dell’interpellanza. Ma è solo un caso, eh!
Però c’è una buona notizia: pare che almeno stavolta non ci fosse la Digos…
28 Marzo 2007, 10:08
Purtroppo stiamo parlando di un mondo, quello del calcio, che è protetto come un bambino viziato. Non che in Italia l’Impresa non sia, a prescindere dalla sua natura, protetta da sempre, ma per il Calcio si fa ancora di più, nella tradizione italica millenaria di salvaguardia di “panem et circenses”. Ed allora è usuale chiudere un occhio su bilanci fasulli, su IRPEF non pagata, su scadenze non rispettate, fino all’assurdo del decreto spalma-debiti che il nostro governo introdusse per salvare le squadre di calcio che valse la censura dell’Unione Europea. Non a caso il fatto che Amato, di fronte alla tragedia di Catania, abbia imposto alcune regole (magari discutibili ma almeno ci ha provato) al Calcio ha suscitato polemiche e contestazioni come chi avesse profanato un intoccabile simulacro.
Magari fosse solo chi sta sotto l’ombrello di FIAT a godere di certi vantaggi, forse come torinesi ne godremmo, egoisticamente, almeno qualche vantaggio indiretto…
Ciao