Un paese libero (2)
Speravo di non dover più tornare sull’argomento delle relazioni tra politica e cittadini, così come emergono dalla vicenda degli stadi torinesi, e invece mi tocca farlo ancora.
Ma non tanto per le solite dichiarazioni che aggiungono acqua sul bagnato; dall’assessore Montabone che avrebbe dichiarato che “nessuno si aspettava che il Torino tornasse ancora a questi livelli” (grazie per l’affetto) a Chiamparino che spiega come la città abbia speso trenta o quaranta milioni di euro nell’Olimpico con il solo fine delle cerimonie olimpiche, e se il risultato non è adatto al calcio ci si può mettere il rugby “che è uno sport in grande crescita”: complimenti per l’attenta pianificazione strategica.
Concluderei però con il mitico consigliere comunale Cuntrò (Ulivo) che, ansioso di distogliere l’attenzione dai misfatti della giunta comunale, si scaglia con una lunga invettiva contro Cairo, accusandolo perchè, nonostante sia alla guida del Toro da diciotto mesi, non ha ancora spostato la sede degli allenamenti al Filadelfia. Attimo di gelo in sala, dopodichè lo tirano giù e gli spiegano in modo caritatevole che il Filadelfia l’ha raso al suolo il Comune dieci anni fa, e al momento ci sono solo un prato pieno di buche e qualche rudere.
Tutto questo sarebbe triste folklore o normale prova di assodata incompetenza; se ne volete un bel riassunto, eccolo qui (da caricare due volte, se alla prima finite sulla home page). Quello che invece indigna è che, dopo un paio di settimane, è saltato fuori il video della seduta più contestata, quella in cui Chiamparino in persona arringa la platea lamentandosi delle proteste organizzate dai tifosi, e invitandoli a dirigerle contro Cairo. (Il video è del computer sintonizzato sulla seduta, trasmessa in streaming audio.) La platea fa un commento, e subito Chiamparino li minaccia: “Vi ricordo che voi non potete parlare.” I cittadini si ribellano, e, dopo un minuto di proteste, ai vigili viene ordinato di portarli via a forza. Siamo quasi a tre minuti da inizio filmato: scoppia un mezzo parapiglia, qualcuno grida “Vergogna!”, e Chiamparino che fa? Gli risponde beffardo, “Vai, vai”, e poi pronuncia davanti a tutti la seguente, agghiacciante frase: “Tanto non mi servono più.” E ridacchia.
Siamo contenti, come cittadini prima ancora che come tifosi, di essere stati cinicamente utilizzati da Chiamparino per la propria carriera politica; non che fosse possibile fare altrimenti, visto che l’altra parte, casualmente, ha candidato Buttiglione invece che una alternativa credibile (che dura opposizione). Ma questo video dovrebbe andare in onda nelle scuole, per far capire cosa pensano i nostri politici – e ricordiamo, Chiamparino sarà uno dei leader del prossimo Partito Democratico – dei propri cittadini.
P.S. Oggi, negli stadi, entra in vigore la nuova norma sugli striscioni: ogni striscione deve essere consegnato sette giorni prima della partita alle forze dell’ordine, che decideranno se ammetterlo o no. Ma tutto questo non è censura nè repressione del dissenso, è solo per la sicurezza delle famiglie, eh!