Globale e personale
Sono tornato da Berlino. Ho conosciuto tante persone interessanti, fatto discorsi interessanti, scoperto cose interessanti… ad esempio, USA Today menzionava in un articolo il coniglio rosa di Cuneo. Davvero! Anche se la storia più interessante è stata quella del gruppo di disoccupati di Luton che a forza di occupare case ed edifici abbandonati è riuscito a costruire una comune che poi il governo ha finanziato, trasformandola in una comunità modello.
In realtà , resta una sensazione di disconnessione tra tre giorni di riflessioni sul futuro del mondo globalizzato, e le questioni di tutti i giorni che ci troviamo ad affrontare tornati a casa. Penso che molti di noi vorrebbero cambiare varie cose nell’organizzazione del pianeta, ma sembrano semplicemente troppo grandi e lontane. E poi, sentirsi dire che il proprio stile di vita non è sostenibile e che dovremo presto fare a meno delle automobili e forse anche della carne non è il genere di progetto per il futuro che suscita entusiasmo.
Certo, poi ci sono stati anche alcuni momenti un po’ da teatro dell’assurdo, come quando un vecchio ortodosso tedesco ha proposto il tema “nella società attuale, quale sarà il soggetto della Rivoluzione?” (quella con la R maiuscola). E noi a rispondere con società gommose e leadership postreligiosa: Beppe Grillo l’ha tirato fuori Formenti, io ho risposto col Bono di Make Poverty History, che lì odiano in molti perchè, zitto zitto, ha legittimato il G8 invece di combatterlo, ma che è anche il simbolo dell’unica campagna relativa al G8 che abbia lanciato messaggi chiari e concreti e che si sia differenziata dal rumore e dalle immagini di gente vestita di nero che tira pietre alla polizia.
Insomma, credo che siamo tutti d’accordo che il capitalismo ha un sacco di difetti, ma il problema è che più che economie alternative probabilmente servono ecologie alternative: nuove visioni del rapporto di ogni persona con le altre e con l’ambiente circostante.