Pazzolivo
È cominciata come una di quelle stupidaggini che fanno subito il giro del Web: le due giovani promesse della Fiorentina, l’attaccante Pazzini e il centrocampista Montolivo, si assomigliano talmente tanto che, per scherzo, qualcuno ha cominciato a sostenere che fossero la stessa persona, un mitico Pazzolivo pedatore. E così, un paio di settimane fa, ha aperto un blog su Splinder, uno dei tanti blog qualsiasi della piattaforma, e ha cominciato a pubblicare post assurdi e divertenti cercando di provare la propria teoria.
In breve tempo, con il passaparola, l’idea è piaciuta. Si è cominciato a sentirne parlare in giro, sui forum, nei newsgroup. Il sito si è ingrandito, si è spostato a un dominio tutto suo, www.pazzolivo.com. Poi sono iniziate le citazioni in trasmissioni demenziali come quella del Trio Medusa, o sui giornali sportivi. E’ diventato velocemente un fenomeno, una sana presa in giro della valanga di stupidaggini e assurdità che i media calcistici sputano fuori ogni giorno per vendere ed appagare la fame di notizie dei calciofili italiani.
Poi, però, è spuntato lo spot. Per caso, guardando la TV. Trenta secondi su Italia 1, in ora di grande ascolto… e non costano due lire. Lo spot, dopo una serie di immagini, rimanda anch’esso al sito. Lo scrive bello grosso, WWW.PAZZOLIVO.COM. E, alla fine, il logo. Nike.
Naturalmente, ora i forum di tutta Italia ne parlano ancora di più, cercando di capire se la Nike ha cavalcato il fenomeno, o se era tutto organizzato dal principio. Io sono piuttosto sicuro della seconda, più che altro per una serie di dettagli, come il fatto che i due, nello “scatto amatoriale di Giuli75” pubblicato sul sito, abbiano le stesse magliette fighette viste nello spot.
La cosa inquietante è la sensazione di non potersi fidare di nessuno. Chi era in buona fede, chi sapeva, e chi ha preso per il culo il pubblico? I giornali che hanno parlato della questione come un fenomeno della rete, sapevano tutto? Il Trio Medusa ha preso soldi dalla Nike? I giornalisti di Sky? Perchè da una parte è sempre stato ovvio, che su Internet non ci si può fidare di niente; dall’altra, la blogosfera è il simbolo della alternativa dal basso ai giornali corrotti e alle logiche commerciali, e il fatto che venga invasa così, con l’esplicito obiettivo di ingannare il pubblico per un paio di scarpe made in bambino pakistano, lascia proprio l’amaro in bocca.
Anche perchè, ovviamente, io stesso sto contribuendo al successo di questa campagna pubblicitaria; e voi non saprete mai se lo faccio in buona fede, o se la Nike mi ha dato cinquanta euro per il disturbo.