Scatto
In questo momento sono in una delle sale del Consiglio d’Europa, dove sta per iniziare il mio panel. Mi aspettavo una grande sala da conferenze, e invece è una stanza modello Nazioni Unite, con vari cerchi concentrici di banchi e sedie; come relatore, oggi sono nell’anello più centrale e stamattina guardavo negli occhi i dignitari, tra cui due vicesegretari (del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO) e una europarlamentare, che naturalmente se ne sono in gran parte andati subito dopo aver parlato.
La sensazione che si ha prima di fare un intervento – perdipiù a braccio, in inglese, davanti a una platea di francesi con le cuffie – è sempre particolare: è come il momento in cui ci si concentra prima dello scatto (per proseguire il paragone con Pantani). Si accumula energia e si anticipa l’attimo, e poi, quando arriva, ci si butta, senza freni e senza reti di protezione: o si vince, o si cade.