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Archivio per il mese di Gennaio 2008


venerdì 4 Gennaio 2008, 14:51

Cara Sony

Va bene che vuoi fare come l’Ikea, e risparmiare sulle istruzioni per montare il televisore sul suo supporto includendo soltanto una serie di disegnini numerati.

Però ecco, a pena di restare quindici minuti a sforzarsi con uno schermo televisivo in mano senza poterlo appoggiare e senza poterlo sollevare per vedere sotto, è possibile che uno non si accorga subito che esistono due versi in cui si può accoppiare uno schermo con una base, e di questi solo uno va bene!

[tags]sony, ikea, lcd[/tags]

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giovedì 3 Gennaio 2008, 11:38

Film per bambini?

Ieri sera siamo andati a vedere Bee Movie (carino, anche se niente di eccezionale: una buona ora e mezza di intrattenimento).

Abbiamo scelto il Cineplex Massaua non solo perché è di fronte a casa mia, ma perché è l’unico cinema di Torino o quasi a offrire l’ingresso ridotto anche il mercoledì sera e non solo al lunedì. Di conseguenza, la sala era relativamente piena, in particolare di famiglie numerose e con bambini.

Già la situazione si era fatta un po’ imbarazzante quando, prima del film, sono passate in sequenza tre o quattro pubblicità di profumi e mutande, tutte caratterizzate da donne seminude e primi piani di tette e culi a dimensione venti metri per dieci; ok, secondo me è giusto che i bambini sviluppino un rapporto sano col corpo e col sesso, però forse ci vorrebbe un po’ di selezione nelle pubblicità che passano prima di questo genere di film.

Il punto però è che, come si poteva apprendere semplicemente leggendo le recensioni, Bee Movie non è affatto un film per bambini. O meglio, i bambini possono pure guardarlo – sempre che non restino traumatizzati dalla scena in cui i poliziotti abbattono Winnie Pooh a fucilate – ma il grosso dell’umorismo è destinato agli adulti.

In breve, quindi, si è creata in sala una frattura tra una torma di bambinetti chiaramente annoiati – e quindi iperattivi, fastidiosi e rumorosi, intenti a ribaltarsi sulle sedie e a correre in giro – e i loro genitori tutti presi dal film.

Menzione speciale per il genitore che, portando al cinema una bambina talmente piccola da non saper ancora leggere, si ritiene in dovere di ripetere a voce alta in mezzo alla sala tutto ciò che appare scritto sullo schermo. Un vero servizio di traduzione simultanea!

[tags]bee movie, cinema, bambini, massaua[/tags]

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mercoledì 2 Gennaio 2008, 11:09

UPPB (Un portatile per bambino)

Un paio di mesi fa, al meeting ICANN di Los Angeles, ebbi occasione di vedere Vint Cerf esibire davanti a tutti il suo nuovo fiammante XO – che, per chi non lo sapesse, è il primo modello di portatile prodotto da One Laptop Per Child, il progetto messo in piedi da Negroponte e sponsorizzato da grandi nomi come AMD, Google e Intel per produrre un portatile a basso costo e con le caratteristiche adatte per essere utilizzato dai bambini del terzo mondo.

Ne sono rimasto subito molto colpito: l’oggetto è molto bello e soprattutto molto innovativo, perché ridefinisce vari parametri costruttivi dei PC attuali, sia nell’hardware che nell’interfaccia utente, e non è detto che tra un po’ anche i portatili “normali” non comincino ad adottarli. Avrei quindi voluto procurarmene uno, ma – detto che andare per conoscenze personali a me non piace – il programma Give One Get One, che permetteva di averne uno donandone un altro, era aperto soltanto agli americani.

In questi giorni però si comincia a parlare di una estensione del programma (che nel frattempo è stato chiuso, in mezzo a grandi polemiche per i ritardi nelle consegne del portatile) all’Italia, prendendo spunto dalla dichiarazione che Romano Prodi ha fatto incontrando Negroponte a Reggio Emilia: l’Italia si impegna a donare 50000 portatili all’Etiopia. Si ipotizza così che, per aumentare l’entità della donazione, si possa aprire una raccolta di fondi tra i privati e le aziende italiane.

Detto che noi italiani siamo a buon diritto abituati a diffidare delle promesse fatte da un politico nostrano davanti a una platea, l’operazione – del costo di circa 7 milioni di euro – potrebbe anche avere un senso, se fatta bene. Il senso non è soltanto quello umanitario, che pure è fondamentale; è anche, a certe condizioni, industriale.

Difatti, l’operazione OLPC è sostenuta dalle grandi aziende non solo per la voglia di far bene, ma anche perché – come ben sa Bill Gates, che da tempo regala la prima copia di Windows a governi e istituzioni in varie parti del mondo, sperando poi di farsi pagare quelle successive – riempire il terzo mondo di propria tecnologia è un modo di costruirsi un mercato a lungo termine. Dare in mano a milioni di bambini un portatile americano che ti porta automaticamente su Google vuol dire condizionare milioni di persone che, tra vent’anni e ad un livello di sviluppo sperabilmente diverso, utilizzeranno pesantemente le tecnologie dell’informazione in ambito professionale e personale; vuol dire crearsi un mercato dall’enorme potenziale.

Per questo motivo, esistono due modi di fare questa operazione per l’Italia. Il primo è fare una bella dichiarazione stampa, staccare l’assegno da qualche piega del bilancio della cooperazione, e dimenticarsene, contribuendo quindi a diffondere in Africa la tecnologia americana. La seconda è fare la stessa cosa, ma ponendo una condizione: che la donazione serva a promuovere anche la cultura, la lingua e l’industria italiane. Ad esempio, con uno stanziamento aggiuntivo di uno o due ordini di grandezza inferiore da dedicare alla copertura dei costi, si può porre come condizione che tutto il software sia in italiano, e magari finanziare un progetto di sviluppo di software libero italiano da aggiungere al sistema, che poi magari possa venire tradotto in inglese e utilizzato su tutti gli OLPC del mondo, mettendoci insomma sopra un po’ di Italia.

Questo discorso potrà sembrare cinico; eppure questa è una occasione in cui, con un po’ di lungimiranza, cuore e portafoglio possono andare d’amore e d’accordo. Non sfruttarla sarebbe, banalmente, stupido.

[tags]olpc, xo, prodi, negroponte[/tags]

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martedì 1 Gennaio 2008, 00:00

Buon anno!

Lo so che è veramente un effetto speciale da quattro soldi, mettere un post in canna alla mezzanotte precisa dell’ultimo dell’anno per fare gli auguri. Tende quasi ad avvicinarsi a quelli che ti mandano quelle inguardabili cartoline animate con la musichina, intasandoti la casella di posta, e offendendosi pure se non gliene rimandi una in cambio. Però ci tenevo ad augurare buon anno, e quindi eccoci qui. So che capirete.

[tags]buon anno[/tags]

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