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sabato 9 Febbraio 2008, 12:08

Calci nel sedere

È di oggi la notizia che Berlusconi e Fini, trovato l’accordo per una lista unica, hanno dato un calcio nel sedere a Casini. Dopo avergli chiesto pro forma se volesse entrare a rimorchio nella lista unica del centrodestra, pare che abbiano tutti concluso che non hanno alcuna voglia di continuare a convivere.

Questa mossa fa il paio con (e anzi è la conseguenza di) quella di Veltroni, che vuole portare il Partito Democratico alle elezioni in solitaria, senza più ricostituire l’Unione con la sinistra radical-conservatrice e con il vario sottobosco di centro di scuola mastelliana. Anche qui, nelle scorse settimane si sono sprecati i lamenti e le classiche accuse di “spaccare l’unità della sinistra”, a nascondere il fatto che tutti questi nanetti irritanti, infantili e sempre pronti ad anteporre il proprio interesse politico personale a quello dello Stato possono esistere solo se le formazioni più grandi li degnano di attenzione e se li tengono a bordo; altrimenti, sono destinati alla marginalità o alla sparizione.

E’ vero che i voti non fanno schifo a nessuno, per cui temo marce indietro, vista anche la pessima legge elettorale che ci siamo tenuti e che dà comunque alla “cosa bianca” e alla “cosa rossa” discrete possibilità di entrare in Parlamento da sole. Ma mi piacerebbe se questo fosse il risultato di un tacito e definitivo accordo tra Veltroni e Berlusconi, resisi conto che il Paese è sull’orlo della rivolta popolare, e che se non saranno loro a dare un calcio nel sedere ai vari Casini Mastella Pecoraro e Diliberto e a costruire delle coalizioni che abbiano quel minimo di coerenza e disciplina tale da permettere di governare, sarà il Paese a dare un calcio nel sedere a loro due (come ha fatto con Prodi, che, pur avendo passato la legislatura a fare il pompiere e la persona di buon senso, ne esce politicamente cadavere).

La scelta di Veltroni può avere un grosso impatto sul disilluso ma numeroso popolo di centrosinistra di buon senso; del resto io – concordando con i ragionamenti di una groupie del PD come Suzukimaruti – probabilmente lo voterò se si presenta da solo, mentre se si fosse ripresentato con Dini e Bertinotti avrei con decisione cagato sulla scheda. Non sarà abbastanza per vincere ed evitarci cinque anni di Berlusconi quater, ma, se fosse la volta in cui si riesce a tenere fuori dal Parlamento un po’ di nanetti di entrambi gli schieramenti o perlomeno a ridurli a macchiette folcloristiche senza alcun peso politico, sarebbe già una svolta storica.

[tags]politica, veltroni, berlusconi, fini, casini, partito democratico, elezioni, cagare sulla scheda[/tags]

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8 commenti a “Calci nel sedere”

  1. BlindWolf:

    Questo inizio 2008 politicamente si sta rivelando piuttosto strano, talmente strano che risulta impossibile fare previsioni fino al voto di fiducia del prossimo governo.

    Riepiloghiamo:

    La crisi della CdL

    * Finanziaria molto leggera, che ha impedito una oceanica manifestazione di piazza al centrodestra (come l’anno prima)ed ha fatto imbufalire un po’ di meno i cittadini. Berlusconi dice di aver portato gli oppositori di Prodi a votare nei suoi gazebo ma nessuno gli ha creduto.
    * La ex CdL allo sfascio: Berlusconi contro gli alleati (colpa loro, secondo il Berlusca, se hanno perso. Ma alle ultime elezioni Casini ha raddoppiato i propri elettori mentre FI ha perso 5 punti percentuali), gli alleati contro Berlusconi. Berlusconi vuole rifondare FI (tanto è roba sua), ma poi ci ripensa.
    * Gran finale, Berlusconi viene sputtanato da un’intercattazione pubblicata sul sito web di un noto settimanale.

    Colpo di scena!

    * Bufera giudiziaria sull’UDEUR, Mastella si dimette, una manciata di senatori leva la fiducia a Prodi. Guarda caso prima che si mettano mano a conflitto di interessi e legge elettorale.
    * Il centrodestra si riprende, anche alcune parti del centrosinistra vogliono le elezioni e così è stato.

    Qui viene il bello…

    * Il prossimo governo ce l’avrà molto dura: la recessione economica (globale, e sta partendo dagli USA) è alle porte ed il prossimo Primo Ministro sarà molto probabilmente il capro espiatorio di tutte le magagne.
    * Veltroni si candida a leader principale di sinistra nonostante una molto probabile sconfitta (ed in caso di vittoria non avrebbe molti motivi di allegria). Addirittura rinuncia agli alleati (cespugli o arbusti che siano) per perdere meglio.
    * Il centrodestra ogni giorno ne prova una nuova: tutti da soli, dentro tutti, Lega con riserva, FI+AN e gli altri col resto di due… In ogni caso le principali liste sembrano prendersi delle opzioni: cercano di prendere la maggioranza con i partiti maggiori e se non ci riusciranno aggregheranno i vicini al governo.

    E qui lo scopriremo solo vivendo.

    * Casini in fin dei conti è un alleato affidabile: non è una banderuola come Mastella (che confida di essere nuovamente ministro della Giustizia. Si salvi chi può.) e non è bizzoso come la Lega. Un posto per lui ci molto probabilmente ci sarà.

    * Il PD dà l’impressione di essere un partito prostituibile. Una specie di nuovo PSI Craxiano. Non mi stupirei di vederlo al governo insieme a Forza Italia.

    * I partitini sono più o meno ricattatori, ma senza i partiti minori di sinistra la sostanza del governo Prodi non sarebbe stata molto differente da quella del governo Berlusconi (non che la differenza sia stata così ampia…). Ci avviamo al “grande partito di centro senza alcun programma” profetizzato da Luttazzi.

    * Prodi politicamente è sempre stato un cadavere. Ma non è per forza un difetto. A differenza di quasi tutti gli altri pezzi grossi politici, da poppante il suo seggiolone non è stata la poltrona di qualche consiglio. Non è mai stato un politico di professione, non ha mai vissuto per la politica. E’ un grigio impiegato che fa il suo dovere, ovvero fa quello che il suo superiore gli chiede e lui, sotto il suo cappotto sdrucito, sa che questo è il suo compito e che la società va avanti in questo modo. Ora che ha fatto il suo dovere (migliorare i conti pubblici) e che si è preso la colpa delle tasse e del carovita (dato che è quello “brutto e sfigato”) si fa da parte per lasciare spazio al sorriso del venditore di aspirapolveri, ai proclami del sognatore di sinistra che copia gli slogan da Kennedy e da Obama, al borghese bacchettone sempre schifato ed allo pseudo-intellettuale snob.

    Tira aria di nuovo pentapartito…

  2. Thomas Jefferson:

    Blindwolf: Io quel che non sopporto è questa propaganda alla scalfari secondo cui sto governo avrebbe migliorato i conti pubblici. Quel che ha fatto è stato tassare pesantemente gli italiani, redistribuire, e se qualcosa è avanzato forse è finito anche nei conti pubblici:
    http://phastidio.net/2007/06/28/un-giorno-tutte-queste-macerie-saranno-vostre/

    Per il resto, rosica pure :-)

  3. BlindWolf:

    @TJ: ci sono tante cose che non sopporti, a quanto pare… :-)

    A sentire certi commenti sembra che Prodi e Padoa Schioppa godano nel tassare… mah, a che pro?

    Ti ringrazio per il link, è interessante leggere qualche opinione diversa ma sensata da qualche parte (mi riferisco più al documento della Corte dei Conti che all’ironia del sito linkato).

    Da parte mia ti faccio notare come S&P abbia apprezzato il miglioramento dei conti, pur notando (come la Corte dei Conti) che le migliorie strutturali sono state carenti.
    Gli interventi “una tantum” e la redistribuzione dei flussi da cassa non sono sicuramente, di per sè, fattori positivi a medio-lungo termine ma c’è da considerare che l’handicap economico dell’Italia è il forte interesse sul debito pubblico: ridurlo anche solo per un paio di anni può dare ossigeno all’economia e tempo per fare delle operazioni strutturali. Ora si rischia di ritornare dal principio.

    Ritengo anch’io che la spesa pubblica sia da diminuire ma fino ad oggi nessuno c’è riuscito (o ne ha avuto voglia, visti gli interessi clientelari che ci sono), neppure un’intera legislatura di centro-destra pseudoliberista.

    L’unica cosa che mi rode è che una manciata di leader politici (molto più attaccati al timone del proprio partito dei propri omologhi della Prima Repubblica) cerchi di rosicchiare qualche zerovirgola in più per il proprio simbolo a discapito dei problemi della nazione.

    L’inciucio storico Veltroni-Berlusconi lo ritengo politicamente postribolesco, ma darebbe la possibilità di poter fare operazioni coraggiose e con obiettivi a termine più lungo. Nel caso si presenti questa opportunità occorrerebbe il coraggio di sfruttarla. Vivere alla giornata non dà futuro.

  4. Thomas Jefferson:

    Che il governo precedente abbia fatto poco in materia di riduzione della spesa può anche essere un punto su cui ci troviamo d’accordo.

    Che tassare sia il modo di risanare i conti, quando le spese non si tagliano, no.

    Quanto al godere, beh, che vuoi che ti dica, non sono io che ho detto che le tasse sono una cosa bellissima….

  5. Alberto:

    Penso serva a poco cercare adesso di misurare quanto l’operare del governo Prodi sia stato incisivo nel miglioramento dei conti pubblici. Il punto è che TPS aveva un chiaro disegno che ha sempre confermato in ogni circostanza: quello di dare la priorità al risanamento dei conti dello stato ed all’alleggerimento delle finanze pubbliche dal macigno del debito. La fragile e contradditoria coalizione che lo sosteneva gli ha consentito solo in parte di perseguire questo disegno. D’altra parte sette anni fa il suo contraltare Tremonti si presentò a sua volta con un disegno chiaro. Ridurre la tassazione nella speranza che ciò potesse facilitare la ripresa e nel frattempo “convivere” con il debito pubblico. Il disegno fallì sia perché ripresa non ci fu, sia perché la coalizione limitò al minimo la portata delle riduzioni fiscali promesse i cui minimi benefici furono compensati abbondantemente dalla perdita di potere d’acquisto legato alla ripresa dell’inflazione.
    Capisco che per molti la politica è ancora Don Camillo contro Peppone e mi dispiace per loro. Per quanto mi riguarda la cosa fondamentale è quale delle due visioni sopra descritte è più convincente e quali strumenti possiamo dare alla politica per poter portare a termine i progetti che ha in mente. Sul primo punto l’idea di Tremonti che si debba partire da massicce riduzioni fiscali a costo di convivere con il debito pubblico continua a non convincermi, padronissimi altri di pensarla diversamente. Sul secondo punto abbiamo certamente sprecato un’altra occasione per darci delle regole che consentano a chi va il governo di poter lavorare senza farsi tirare la giacchetta da uno stuolo di partitini postulanti.
    Qualche giorno fa ho sentito una dichiarazione di Fini che, ad una domanda sulla riforma elettorale rispondeva: “Se lei entra in un bar e chiede ai presenti che cosa si aspettano dalla politica le parleranno di salari, di sanità, di rifiuti, non certamente di legge elettorale”. Pensando di dimostrarsi attento alle esigenze del paese e vicino ai cittadini, in realtà Fini autodenuncia ingenuamente la realtà di una politica che stila la propria agenda sulla base di quanto sentito al bar, o dei risultati dei sondaggi, certamente mai sulla base di un progetto che è il grande assente anche di questa campagna elettorale. La grande politica, quella che ha cambiato e rilanciato altri paesi, è fatta da grandi progetti più che da grandi uomini, certamente non da grandi slogan.
    Purtroppo al momento la nostra politica è fatta, per la maggioranza, di personaggi che si alzano al mattino, leggono i risultati degli ultimi sondaggi e decidono cos’è meglio per il paese quel giorno…

  6. Thomas Jefferson:

    Alberto, in quale modo la riforma elettorale è più importante del problema dei rifiuti o delle tasse?

  7. Alberto:

    Non è più importante o meno importante, semplicemente è molto più difficile risolvere il problema dei rifiuti e delle tasse se prima non hai dato alle forze che sono al governo (che siano di destra o di sinistra) la possibilità di affrontare in modo progettuale questo o altri problemi, senza postulanti che ti tirino di qua e di là per la giacchetta. Se all’interno dell’azienda per cui lavoro ogni capo progetto venisse quotidianamente assalito da chi gli chiede di rivedere gli obiettivi, gli investimenti e le risorse sul progetto, sulla base degli umori degli azionisti, non si riuscirebbe a portare a termine un progetto che sia uno.
    L’idea di essere governati da una coalizione che fino a poche settimane fa veniva definita dal suo stesso leader “un ectoplasma” personalmente non mi alletta, a prescindere dai programmi e dagli uomini che la compongono. Se vedo poi che secondo gli ultimi sondaggi la maggioranza al Senato potrebbe essere di non più di una decina di seggi la cosa diventa davvero tragica.

  8. BlindWolf:

    La ri(?)forma elettorale è meno importante di tanti altri problemi del Paese (salvo considerare che un governo retto da 3 voti al centro e 2 all’estremità non potrà mai affrontare un problema complesso). Ma risolvere i problemi c.d. “importanti” è molto complesso, cambiare una legge elettorale è più una questione di volontà che altro.
    Per quanto riguarda l’affermazione di Fini la mia interpretazione è un’altra: benaltrismo.

 
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