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lunedì 25 Febbraio 2008, 14:22

[[Elio e le Storie Tese – Parco Sempione]]

Da qualche giorno è uscito in edicola il nuovo disco di Elio e le Storie Tese, calembouricamente denominato Studentessi. A primo impatto si rivela un po’ deboluccio; del resto è noto che tutti i gruppi rock sopra i quaranta scagazzano un disco ogni 4-5 anni, ma solo dopo aver spinto parecchio, e il risultato ne risente. Insomma, nonostante la solita infilata di ospiti stellari e la musica ovviamente complessa e suonata benissimo, nonostante un paio di ritornelli orecchiabili, un brano che cita la città di tre lettere, e l’apparizione di Guido Meda, nulla in questo disco ancora ha veramente catturato la mia attenzione; ad eccezione di un pezzo.

L’eccezione in questione non è nemmeno un inedito, visto che l’avevo già ascoltata nel concerto di quest’estate al manicomio di Collegno (o comunque l’abbia attualmente rinominato la locale amministrazione per renderlo più fico). Si chiama Parco Sempione ed è un capolavoro su vari livelli; musicalmente è un brano prog rock – ricorda un po’, per certi versi, Psichedelia, compresa l’apparizione del flauto di Elio nelle parti lente – mescolato a una base di percussioni e con un ritornello corale che ha la forza di una manifestazione di piazza.

Ciò che sorprende, comunque, è il tema: la canzone parte come una qualsiasi buffonata alla Elio e le Storie Tese, con le macchiette del tizio che suona i bonghi nel parco e del vecchietto che ne è disturbato; un tema universale che peraltro domina il dibattito politico delle nostre città, visto che, per esempio, qualche giorno fa su Specchio dei Tempi è stata pubblicata una lettera contro i bonghisti di piazza Castello, con tanto di endorsement pubblico da parte del giornalista della Stampa che cura la rubrica.

La canzone potrebbe quindi limitarsi a un po’ di banale ironia e presa per il culo di una situazione quotidiana, se non che, a tradimento, l’ultimo ritornello svolta completamente argomento e tono musicale, trasformandosi in una invettiva politica pesantissima sulla nota vergogna milanese del Bosco di Gioia, un fazzoletto di alberi in piena città, destinato esplicitamente a giardino per i degenti ospedalieri da un lascito ereditario, che, nonostante il vincolo e le proteste popolari, viene raso al suolo a fine 2005, per volontà della Regione e del Comune, che favoriscono la costruzione di nuovi palazzi su quel terreno. Nonostante proprio quella vicenda sia stata l’occasione per criticare il manicheismo piuttosto ipocrita di Grillo, pur facendo poi parziale ammenda, è indubbio che la continua cementificazione di Milano lasci tutti perplessi, anche se a noi torinesi permette un malcelato senso di rivalsa per come questi, pur avendo più soldi, più risorse e più peso politico, li usino per massacrare la propria città invece di migliorarla.

Bene, da quanto tempo è che non si sentiva in Italia una canzone – anzi, il singolo di un disco di un gruppo di primario rilievo – dare dei “figli di troia” a politici importanti come Moratti e Formigoni, pur non nominandoli esplicitamente? Gli Elii non sono nuovi a questi exploit, a partire dal famoso Sabbiature oscurato in diretta dalla Rai al concerto del primo maggio 1991 (accusava Andreotti prima ancora di Mani Pulite…). Questo però è un caso particolare, perché non si tratta di un testo politico su una base casuale, ma di una canzone politica organicamente concepita nel testo e nella musica e concentrata su un caso specifico, come non accadeva in Italia forse dagli anni ’70.

Negli ultimi vent’anni, per “canzone politica” in Italia si intendono cose come Cara democrazia (Ritorna a casa che non è tardi) di presunti guru come Ivano Fossati: gente politicamente ammanicata che produce un brano musicalmente scarsissimo, dal testo tanto pretenzioso quanto fumoso, che evita accuratamente di prendersela con qualcuno di riconoscibile o di esporsi in alcun modo, e viene quindi passato a ciclo continuo da media politicamente controllati come Radio Popolare finché le vendite del cantautore organico non sono sufficienti. Attaccare direttamente qualcuno, in Italia non si fa; che poi magari rischi ancora una denuncia, o di venire ostracizzato come “incontrollabile” e “agitatore” dalla tua stessa parte politica.

Per questo trovo questo brano così significativo, e ammiro il coraggio degli Elii nel proporlo, spinti probabilmente da una rabbia creativa che annulla le barriere inibitorie e garantisce anche un risultato artisticamente valido. In un paese tuttora doroteo, non è da tutti: complimenti.

E nel frattempo, ecco qui sotto il (divertentissimo e pieno di add-on e intermezzi) video: quello che sventola Elio per poter entrare nel parco sarebbe un Ecopass

Parco Sempione, verde e marrone, dentro la mia città
metto su il vibro, leggo un bel libro, cerco un po’ di relax
all’improvviso, senza preavviso, si sente un pim pam pum
un fricchettone, forse drogato, suona e non smette più (bonghi)

Questo fatto mi turba
perchè suona di merda
non ha il senso del ritmo
e non leggo più il libro
quasi quasi mi alzo
vado a chiedergli perché
ha deciso che, cazzo,
proprio oggi niente lo fermerà

Piantala con sti bonghi, non siamo mica in Africa
porti i capelli lunghi ma devi fare pratica
sei sempre fuori tempo, così mi uccidi l’Africa
che avrà pure tanti problemi ma di sicuro non quello del ritmo

Dai barbon cerca de sonà mej
che son dree a fà ballà i pee
anca se gh’ho vottant’ann
voo giò in balera con la mia miee
ohé, che dò ball
te me s-ceppet l’oreggia
ti, i tò sciavatt e i bonghi

Caro signore, sa che le dico, questa è la libertà
sono drogato, suono sbagliato, anche se a lei non va
non vado a tempo, lo so da tempo, non è una novità
io me ne fotto, cucco di brutto, grazie al mio pim pum pam (bonghi)

Questa cosa mi turba
e mi sento di merda
quasi quasi mi siedo
ed ascolto un po’ meglio
forse forse mi sbaglio
forse ho preso un abbaglio
forse forse un bel cazzo
fai cagare, questa è la verità

Ora ti sfondo i bonghi per vendicare l’Africa
quella che cucinava l’esploratore in pentola
ti vesti come un rasta, ma questo no, non basta
sarai pure senza problemi ma di sicuro c’hai quello del ritmo

Ohé
te tiri una pesciada in del cuu
va a ciapà i ratt
te podet vend domà el tò ciccolatt

Ecco spiegato cosa succede in tutte le città
Io suono i bonghi, tu me li sfondi, di questo passo
dove si finirà?

Ecco perchè qualcuno pensa che sia più pratico
radere al suolo un bosco considerato inutile
roba di questo tipo non si è mai vista in Africa
che avrà pure tanti problemi ma di sicuro non quello dei boschi

Vorrei suonare i bonghi come se fossi in Africa
sotto la quercia nana in zona Porta Genova
sedicimila firme, niente cibo per Rocco Tanica
ma quel bosco l’hanno rasato mentre la gente era via per il ponte

Se ne sono battuti il cazzo, ora tirano su un palazzo
han distrutto il bosco di Gioia, questi grandissimi figli di troia

[tags]elio e le storie tese, studentessi, parco sempione, bosco di gioia, milano, bonghi, canzone politica, fossati, radio popolare, musica[/tags]

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15 commenti a “[[Elio e le Storie Tese – Parco Sempione]]”

  1. Nervo:

    Vittorio, ascolta me: fra una settimana, quando avrai metabolizzato le canzoni, amerai questo nuovo lavoro degli EeLST più di gran parte della produzione precedente. Non è immediato, ma è fantastico.
    Per quanto riguarda Parco Sempione, sono perfettamente d’accordo con tutto ciò che hai scritto.

  2. .mau.:

    In effetti il Parco Sempione è dentro la cerchia dei Bastioni :-)

  3. vb:

    Quindi è pure satira inappuntabilmente precisa :-P

  4. Federico Fasce:

    In effetti il nuovo album di Elio è molto più complesso dei precedenti, ma davvero di ottima qualità. Canzoni come Plafone, Ignudi fra i nudisti, o la quadrilogia sul metal sono davvero geniali nell’architettura dei testi. D’accordissimo, ovvio, su Parco Sempione.

  5. Lollo:

    Per l’esattezza, il bosco di Gioia non è stato abbattuto per costruire genericamente nuovi palazzi, ma per far posto al grattacielo, più alto del pirellone, che ospiterà la nuova sede della Regione Lombardia.

    Praticamente è l’ultimo grande atto di Formigoni, che lascerà un imperituro ricordo del suo passaggio.

    E questa è la cosa che fa più rabbia.

  6. BlindWolf:

    Comunque negli ultimi 20 anni nella musica italiana un politico è stato citato due volte in una canzone: trattasi del senatore a vita Giulio Andreotti che ha ricevuto una canzone (molto ironica) che reca il suo nome in “Nomi e cognomi” di Baccini e che compare anche in “Maudit” dei Litfiba (album Terremoto). Gli stessi Litfiba nel live “Aprite i vostri occhi” dedicano il brano antimilitarista “Ferito” al dimissionario ministro della Difesa Spadolini.

  7. Rikko:

    @Lollo: per ora. In attesa di vedere quell’analogo scempio(porcheria? mostruosità?)che realizzeranno al posto della vecchia fiera in zona Amendola.

  8. BlindWolf:

    Ah, stavo dimenticando che “Cirano” di Guccini contiene più di un’allusione su di un imprenditore buttatosi da poco (allora) in politica…

  9. MCP:

    Non sono famosi, ma ad esempio “Cararo sindaco” della Banda Bassotti di nomi ne fa…

    http://it.wikipedia.org/wiki/La_Banda_Bassotti

  10. raccoss:

    Anche la famiglia Rossi con “mi sono fatto da solo”

    erano gli anni cinquanta
    andavo alla standa insieme a mammà
    mi apparve un angelo e disse
    tuo tutto questo un bel giorno sarà

    tornato a casa nel bagno
    ebbi un altro segno del fato creator
    la mano prese lo spunto
    e mi trovai unto da nostro signor

    mi sono fatto da solo
    sull’elicottero volo
    ma non disdegno la nave
    ricordo soave della gioventù

    mi sono fatto da solo
    mi sono alzato dal suolo
    mi sono fatto i cartelli
    con tutti i capelli che ormai non ho più

    anni sessanta moderni
    allestivo gli esterni del mio colossal
    ma con cinque o sei palazzine
    non potevo neanche comprarmi la spal

    sui ponti delle crociere passavo le sere
    a cantar la vie en rose
    marcello sotto la coppola diceva
    “minghia ie’ nostra sta coosa”

    mi sono fatto da solo
    sull’elicottero volo
    ma non disdegno la nave
    ricordo soave della gioventù

    mi sono fatto da solo
    mi sono alzato dal suolo
    mi sono fatto i cartelli
    con tutti i capelli che ormai non ho più

    un murator venerabile disse
    sei abile vieni tra i miei
    ecco il cappuccio e la tessera numero
    uno otto uno sei
    coro: uno otto uno sei

    poi anni di trucchi e di inganni
    indicibili affanni ma niente di che
    davo una mano a bettino
    ospitavo mafiosi pagavo lacchè

    mi sono fatto da solo
    sull’elicottero volo
    ma non schifo il motoscafo
    da cui mangio a sbafo facendo l’off-shore

    mi sono fatto da solo
    mi sono alzato dal suolo
    mi sono fatto 6 reti
    tra trucchi e decreti da grande editor

    regalo immagini e suoni
    e tutti mi tengo buoni
    ho dato un posto importanto ad ogni brigante
    che mente per me

    mi son comprato un paese
    di gente che fa le spese
    e va al lavoro contenta
    sognando villazze e pensioni da re

    ed ora che sono il padrone
    di questa nazione comando il vapor
    ho sistemato i mie conti
    c’e’ un branco di tonti che mi crede ancor
    se dico che

    mi sono fatto da solo
    sull’elicottero volo
    ma non disdegno la nave
    ricordo soave della gioventù

    mi sono fatto da solo
    mi sono alzato dal suolo
    mi sono fatto i cartelli
    con tutti i capelli che ormai non ho più

    mi sono fatto da solo
    sull’elicottero volo
    ma non disdegno la nave
    ricordo soave della gioventù

    mi sono fatto da solo
    mi sono alzato dal suolo
    mi sono fatto i cartelli
    con tutti i capelli che ormai non ho più

  11. vb:

    @BlindWolf: A Guccini si applica alla grande quanto scritto per Fossati.
    @Raccoss: Il punto che io sottolineavo è proprio questo: c’è differenza tra un gruppo che fa propaganda a favore di una delle due coalizioni buttando merda sui leader dell’altra tramite le solite banalità già ripetute mille volte, nel frattempo usufruendo della promozione dei media sotto il controllo politico della propria coalizione (anche quella canzone passava a ciclo continuo su Popolare…); e un gruppo che fa una critica specifica del comportamento di persone potenti in un determinato caso e indipendentemente dalla loro affiliazione politica, parlando di questioni che sui media escono poco o nulla, non legandosi ad alcuno schieramento e non traendone alcun beneficio diretto (anzi, rischiando la censura del proprio lavoro da parte di molti media).

  12. BlindWolf:

    1) Guccini è sempre stato coccolato (forse strumentalizzato, e non mi pare che ne sia dispiaciuto) dalla sinistra, ma è dichiaratamente anarchico.
    2a) Che un brano sia “musicalmente scarsissimo” o no penso che sia una questione di gusti.
    2b) Pur tenendo in considerazione il punto 2a, a mio parere la parte melodica delle canzoni di Guccini non la considero tra le cose per cui vale la pena vivere ma i testi li ritengo artisticamente molto validi.

    La tua ultima considerazione sull’eccezionalità del brano di Elio mi trova concorde (anche per il fatto che si tratta di un attacco tutt’altro che leggero).

    Anche se:
    1) i video li passano MTV ed AllMusic più che le reti Mediaset
    2) ad una canzone puoi tagliare il finale (mi ricordo una volta in cui per radio il DJ volutamente ha gridato “No! non possiamo passarla!” per coprire il finale di “Maria” degli Articolo 31)

    P.S.: il video è grandioso.

  13. Bruno:

    All’interno del CD originale Rocco Tanica dedica il disco a 16004 persone: i 16000 che hanno firmato le petizioni e i 4 farabutti che hanno raso al suolo il bosco. Testualmente, Roberto F. e la sua cricca.

  14. vb:

    Potrebbero risolverla come i capoeiristi: immagino Rocco Tanica, spalleggiato dagli altri, che irrompe con un bastone nell’ufficio di Formigoni e glielo dà in testa, e poi fugge…

  15. .mau.:

    @Bruno: allora l’ha dedicato anche a me, il disco! (no, non sono uno dei quattro)

 
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