Questa è una malattia
Che cos’è che ti fa svegliare alle sette del mattino di una domenica, salire su un pullman alle otto, scenderne alle due e un quarto – tu seduto, ma alcuni dopo sei ore di viaggio in piedi causa overbooking – e poi cantare per tutta una partita e anche dopo, anche quando non c’è più nessuno, anche dopo anni di delusioni e figuracce, e poi risalire sul pullman alle sei meno un quarto, sciropparti altre sette ore di autostrade e di code, per arrivare a casa all’una e mezza di notte?
Ieri eravamo in tantissimi, a chiedercelo, allo stadio Armando Picchi di Livorno, e abbiamo concluso che è una malattia, l’affezione al calcio come era e come dovrebbe essere, dove il risultato è irrilevante, e lo spettacolo non è in campo, è sugli spalti. Il racconto completo in diciannove video è sul forum di Forzatoro, qui ne metto soltanto quattro: l’ingresso, la festa nell’intervallo, il coro che sfida il vuoto, il cuore che non finisce mai. Per capire meglio cosa significa il tifo “vecchio stile”, contro il calcio moderno.

14 Maggio 2008, 10:21
Be’, almeno per il prossimo anno altri due derby assicurati.