Caro Presidente
Caro Presidente Napolitano,
ho letto il Suo accorato appello alle regioni del Nord Italia perché si prendano la spazzatura della Campania, visto che laggiù tutti vogliono continuare a produrla e a non differenziare nemmeno il vetro e la carta, che è troppa fatica, ma nessuno accetta di ospitare mezza discarica.
Però non ho capito bene la sua tesi: lei dice che siccome negli anni molti rifiuti industriali delle aziende del Nord sono stati smaltiti più o meno legalmente in Campania, in discariche magari abusive (cosa statisticamente peraltro non difficile, visto che la Campania ospita da sola circa un quarto delle costruzioni abusive dell’intera Italia), da aziende di trattamento rifiuti spesso collegate alla camorra, adesso il Nord avrebbe il dovere morale di prendersi i pannolini sporchi e le lattine usate dei campani.
Caro Presidente, quindi i sacchetti di rifiuti domestici che invadono le strade campane sono in realtà il prodotto delle pattumiere delle casalinghe di Voghera trasportati nottetempo in mezzo ai vicoli di Napoli? No perché dalle immagini quello che invade la Campania sembra proprio il pattume casalingo degli abitanti del posto, altro che “ecoballe” dal Nord…
E poi, se ci rimandate i rifiuti industriali che vi avremmo spedito in passato, ci ridate anche le centinaia di miliardi che la camorra e le amministrazioni locali della sua regione (ammesso che ci sia qualche differenza) hanno intascato per anni dalle aziende del Nord per prenderseli, vero?
Caro Presidente, il problema dei rifiuti è complesso, e non si sa di chi fidarsi: pensi che c’è chi sostiene che questa emergenza sia stata lasciata montare anche per “ammorbidire” l’opinione pubblica del Nord rispetto alla costruzione degli inceneritori, che inquinano, provocano un aumento misurabile di cancro, malformazioni e altre malattie in chi ci abita intorno, e comunque non risolvono il problema, visto che poi si deve smaltire un residuo pari al 30-40% del volume originario di rifiuti, parte del quale ipertossico. Soprattutto, costano: sa che bel business per chi li deve costruire e gestire? Ci si guadagna molto di più che con il riciclaggio, che è dannatamente complicato e economicamente meno conveniente per chi lo gestisce, ma che non crea residui.
Ecco, forse lei avrebbe potuto parlare di riciclaggio, di raccolta differenziata, di riduzione degli imballaggi, invitando i napoletani ad imbracciare queste pratiche; ma ciò avrebbe disturbato i sonni felici dei suoi conterranei, e forse anche gli affari di qualche persona che conta. E così, ha preferito unirsi al coro ed avallare la tesi dell'”urgenza”, dell'”emergenza”, insomma del manganello e delle cariche di polizia con cui la casta che ci governa vuole imporre le proprie soluzioni in materia di rifiuti, equiparando direttamente e in qualsiasi caso il rifiuto di farsi inquinare all’egoismo, e qualsiasi protesta contro una infrastruttura di smaltimento, anche se oggettivamente insensata o progettata solo per interessi privati, alla camorra e al disfattismo.
Ma se proprio non voleva parlare di questo, caro Presidente, perlomeno avrebbe fatto miglior figura a chiedere scusa alle regioni del Nord per la figuraccia internazionale che la Campania ci sta facendo fare, invece che cercare di scaricare il barile facendo la sceneggiata…
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