Cambiano i valori
Il bullismo esiste da sempre; ci sono sempre stati bambini, ragazzi e adolescenti più violenti degli altri. Si comincia per sfogare frustrazioni familiari, carenze affettive, problemi di inserimento; poi ci si abitua a usare la violenza come risposta a qualsiasi tipo di frustrazione o di sconfitta anche piccola che la vita impartisce. Classicamente, quando si arriva all’adolescenza, il bullismo parte dai maschi, più aggressivi e più forti; e diventa un modo per sfogare l’invidia, per vendicarsi di quelli che ottengono risultati migliori, tipicamente sul piano scolastico.
Per questo ho trovato interessante, anche se ormai non certo sorprendente, questa notizia: un gruppo di ragazze picchia una compagna perché è più carina di loro. Non fa certo notizia che siano delle ragazze a picchiarsi; ormai la confusione parità tra i sessi è acquisita. Inoltre, le notizie di pestaggi tra ragazze per questioni di fidanzati sono sempre più frequenti; ma in quel caso si tratta di una competizione concreta per il partner, quella che in ambo i sessi suscita biologicamente le motivazioni maggiori. In questo caso, però, non paiono esserci rivalità concrete: semplicemente, si picchia una ragazza per invidia, perché essendo più bella avrà più successo nella vita.
Ed è questa la cosa interessante: una volta, infatti, si picchiavano i secchioni, perché avendo migliori risultati nello studio avrebbero avuto più successo nella vita. Ora anche i più giovani hanno assimilato il concetto che, almeno in Italia, lo studio è irrilevante, e il parametro per avere successo è la bellezza. Speriamo bene: così almeno i nostri migliori talenti avranno modo di sopravvivere alle scuole superiori, prima di emigrare in un paese dove l’appeal della capacità intellettuale non sia ancora stato collettivamente abolito.
[tags]bullismo, giovani, meritocrazia, scuola[/tags]