Reminiscenze ancora, di Parigi
Succede ogni tanto nella vita: una serata inattesa che ricorderai a lungo, per la strana combinazione di fattori. In questo caso, è successo che dovessi una serata fuori a Izumi; pensavamo di andare insieme al party del punto Bretagna (.bzh per la precisione), ma poi avremmo incontrato i nostri colleghi dell’At Large e il cibo mi sarebbe andato di traverso.
Per questo lui ha estratto la sua guida giapponese – come ogni giapponese, in qualsiasi parte del mondo ha una guida del posto in giapponese, che gli dice cosa è sano fare per un giapponese – e ha scodellato il ristorante giapponese Yen, a San Germano ai Prati, che poi è within walking distance da dove siamo noi, a Monparnaso.
La passeggiata d’andata è stata molto professionale, un circondare il grosso birillone della torre nera che sovrasta la stazione, e poi una lunga discesa per negozi sulla via di Renne. Arrivati davanti alla chiesa di san Germano, abbiamo subito individuato il nostro posto, in una via laterale; temevamo non ci fosse posto, e invece era deserto. Peccato che ci fosse un piccolo problema: nell’intero quartiere mancava la luce!
Ci siamo così assisi lo stesso, dopo una lunga discussione relativa ai dettagli della conferenza di ICANN e alla mia incombente visita in Giappone. Non c’erano però chance di avere del cibo, e così, mediante una contrattazione trilingue – lui in giapponese, io in francese, e tra noi in inglese – ci siamo accontentati di una bottiglia di bianco.
Dopo un’ora di chiacchiericcio, eravamo già quasi parenti; complice il bianco secco secco e molto buono. Stavamo, è vero, chiedendoci che fare, giacché di elettrico non v’era nulla, e di conseguenza non c’era cibo in vista. Dopo oltre un’ora, alle otto e un quarto, il boato: l’intero quartiere in piedi ad applaudire l’azienda elettrica, che improvvisamente ristora l’energia in tutte le locande.
La cena è stata ottima, provando un po’ di tutto: melanzane fritte e insalsate, pezzetti di pollo in esplosione di pastella, ben tre pezzi in due di pesce arrostito in maniera egregia, e poi il piatto principale, la soba: che sarebbero spaghetti freddi da intinger nella soia, naturalmente dopo averla riempita di wasabi e di un’altra erbetta il cui nome già mi sfugge, ma che era molto buona. E non dimenticate che dopo averlo finito dovete farvi portare l’acqua della pasta, e mescolarla al fondo della soia: e trincare tutto ciò che ne deriva. Altro che ramen, che – come mi disse Izumi – è roba depravata da cinesi.
Ci siamo anche baccagliati un francese e un belga al tavolo a fianco, e insomma la serata è scorsa via memorabile, soprattutto per la sua improbabilità : quand’altro vi capita un tete a tete con un giapponese in un ristorante privo di elettricità , ma con una seconda bottiglia di bianco fruttato e inimitabile? Non capita, e quindi cosa importa dei dettagli, tipo il conto da centotré euro a testa, questi – ahimé – che già ho pagato io. Si vive una volta sola, e una volta sola nella vita si congiungono gli astri e ti regalano quella combinazione in particolare: non è forse meglio gioirne, e lasciar stare le questioni terrene di denaro?
Segue anche il ritorno pedestre da San Germano ai Prati, completamente e totalmente ubriachi, evitando le macchine sfreccianti per grazia divina, o perché illuminati dal buon bacio degli dèi. Ci scappa persino il taiwanese che ci offre il caffé, ma rifiutiamo: e che diavolo, mica ci ubriacammo per niente. C’è indubbiamente fraternità nell’alcool, o meglio nella velocità del rendersi ebbri, tra il sottoscritto e i giapponesi; anche se quello che a fine cena versava il vino nell’acqua e l’acqua sul tavolo era lui, badate bene! Ma a ben vedere sotto quell’acqua c’era un bicchiere immaginario: quello della fratellanza inusitata.
Saluti, mentre emetto un dolce e sublime odor di soia! Viva le serate a caso, preordinate.
[tags]italia, francia, giappone, ristorante, soba, parigi, san germano ai prati, fratellanza, casi della vita, serate da ricordare, ubriachezza immodesta, cioè veramente ho pagato un conto da centotré euro e sto qui solo lievemente turbato?[/tags]
25 Giugno 2008, 09:40
io direi Monte Parnaso, però.
25 Giugno 2008, 09:55
Ma come, uscite allo stato brado a Parigi e mi mangiate giap? Ma andate ad imbottirvi di svariate parti di oca!
25 Giugno 2008, 10:04
Guarda i casi buffi della vita: tu a parigi e noi a rosicare, per fortuna che racconti in modo bellissimo le tue avventure, è come se le potessimo vivere un po’ anche noi, ma si rosica uguale!
25 Giugno 2008, 11:19
però noi stiamo aspettando i retroscena della liberalizzazione dei dominii!
25 Giugno 2008, 15:04
Infatti! Quando si sa qualcosa?
http://www.userfriendly.org
25 Giugno 2008, 16:26
Oggi non succede niente, al massimo io che verso le 19 mi aggrappo al microfono e gli urlo dietro che s’hanno da dare una mossa. Domani sera potrebbero decidere qualcosa.
25 Giugno 2008, 23:08
decidere cosa, di andare a mangiare la pizza o a visitare la torre eiffel?