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Archivio per il giorno 18 Gennaio 2009


domenica 18 Gennaio 2009, 11:29

Vergogna e diritti

Oggi è giorno di partita e, sui forum granata, è scoppiato il “caso vergogna”.

Il caso è nato quando in settimana i gruppi della curva Primavera, dopo la deludente prestazione di sabato scorso a Genova, hanno chiesto il permesso di esporre il seguente chilometrico striscione: “Quarti d’ora, maniche rimboccate, pugni chiusi, sedie alzate al cielo, la nostra gloria… voi la nostra vergogna!”.

Personalmente vado controcorrente e aggiungo che non condivido lo striscione: non c’è nulla di vergognoso nel perdere, anche male. La vergogna, questa sì, può esservi quando questi ragazzotti plurimiliardari fanno i capricci, saltano gli allenamenti, fanno la fronda all’allenatore, finiscono vittima delle proprie bravate, scommettono sulle proprie partite, smettono di giocare per essere venduti a una squadra che gli aggrada di più (e queste cose nel calcio sono comunissime). La vergogna, più ancora, è istruire la propria squadra a fare continue sceneggiate in campo per perdere tempo, è pagare i giocatori quindici milioni di euro l’anno, è finire in serie B per illecito sportivo (e per fortuna queste cose al Toro non si sono ancora viste).

Nel caso si perda perché si è semplicemente scarsi, non vedo vergogna; né si può pretendere che una squadra come il Toro di questi anni non infili in una stagione parecchie brutte sconfitte, o indignarsi per esse. Al contrario, forse iniettare un po’ di fiducia nell’ambiente potrebbe rivelarsi più utile.

La vergogna maggiore, però, è il motivo per cui quello striscione non si farà. Le attuali regole prevedono che tutte le bandiere e tutti gli striscioni non minuscoli debbano essere sottoposti con una settimana d’anticipo a una doppia approvazione: quella della Questura della città dove si svolge la partita, e quella della società ospitante.

In pratica, qualsiasi richiesta che contenga una qualsiasi espressione di opinione, anche se priva di insulti e di riferimenti violenti, viene regolarmente respinta. In questo caso, poi, la bocciatura non è stata imposta dalla Questura, ma (pare) dallo stesso Torino FC, per impedire la contestazione. Come dicevo, penso anch’io che esporre quello striscione sarebbe stato un errore; ma che senso ha che i contestati possano vetare la contestazione dei tifosi?

Lo stadio di calcio ormai è un luogo speciale, dove tutti i diritti civili sono sospesi a prescindere. Il principio base dello Stato di diritto – che ognuno è innocente fino a prova contraria – viene ribaltato solo per i tifosi, che per entrare devono identificarsi, farsi perquisire in ogni modo e dimostrare di non avere cattive intenzioni. Alle volte non basta: già vi parlai del Sampdoria-Torino del febbraio 2001 (ben prima della morte di Raciti) in cui, in risposta alle intemperanze di un gruppetto, tutti gli oltre mille tifosi furono trattenuti dentro lo stadio fino all’una di notte, identificati, fotografati, e successivamente almeno cinquecento di loro, scelti non si sa come, vennero diffidati, compresi donne e anziani che sicuramente non c’entravano niente. Alcuni di questi, solo per aver assistito a una partita senza fare niente di male, ebbero problemi sul lavoro, furono rifiutati come volontari per le Olimpiadi, furono fermati e rifermati e trattenuti per controlli in ogni occasione successiva.

C’è chi sostiene che, per la Questura di Genova, quel Sampdoria-Torino fu una prova tecnica per il G8, che si sarebbe tenuto di lì a pochi mesi. Infatti, gli ultras sono una minoranza che contiene numerosi violenti e che aggrega in certe città (Napoli in primis) tutta la feccia delle periferie, ma che è stata criminalizzata a tal punto da essere perfetta per le prove di repressione e di regime; repressione che viene poi applicata tale e quale a tante altre forme di dissenso, alle tante manifestazioni di piazza sgradite al potere (dai No Tav agli studenti in piazza Navona pochi mesi fa). Ed è inquietante la totale somiglianza tra la morte di Carlo Giuliani e quella di Gabriele Sandri; l’agente Spaccarotella che uccise Sandri, stando alle testimonianze dei presenti e in particolare di una turista giapponese, si fermò, prese la mira e sparò ad altezza nuca attraverso l’autostrada; e se Giuliani era nel mezzo di un tafferuglio, quando Sandri fu colpito stava andando via, e tutto si era calmato. Quanto in questi casi c’è di iniziativa personale, e quanto c’è di forze dell’ordine sovreccitate e gasate per cultura o per scelta dei propri superiori?

Frequentare gli stadi, specie in trasferta, fa bene: ti apre un mondo, ti aiuta a capire che non è tutto bianco o tutto nero, che sia tra gli ultras che tra i poliziotti ci sono brave persone e persone meno brave, gente tranquilla e gente violenta, alcuni comprensivi e altri prepotenti, alcuni altruisti e altri egoisti; e che l’antipatia che molti portano per le forze dell’ordine non si basa su rifiuti ideologici o sulla propensione a delinquere, ma su episodi di discriminazione o di violenza subiti senza motivo, per aver incontrato il poliziotto sbagliato.

Del resto, sarebbe possibile eliminare la violenza nel calcio con qualche azione mirata alle poche persone che ancora la praticano, proprio come si potrebbe fare molto contro la criminalità legata all’immigrazione con interventi mirati e pene severe; ma è più conveniente non farlo, per alimentare nell’italiano medio un clima di paura, che poi giustifica ulteriori manganelli e ulteriori criminalizzazioni, finalizzate alla conservazione del potere, e che in futuro potrebbero venire dirette anche contro di noi. Tutte le volte che ci viene istintivo auspicare cariche e repressioni, è bene che questo pensiero ci venga in mente.

[tags]censura, diritti civili, calcio, ultras, immigrazione, violenza, polizia, repressione[/tags]

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