Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Mèr 11 - 1:19
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion

Archivio per il giorno 22 Febbraio 2009


domenica 22 Febbraio 2009, 10:22

Era meglio Porta Vecchia

Come dicevo ieri, venerdì ho preso il treno per uno dei miei regolari giri a Milano (questa volta per un romantico weekend). Tuttavia, essendo la partenza situata al fondo di una serie di commissioni, per una volta sono partito da Porta Nuova anziché dalla solita Porta Susa.

Ho così potuto ammirare le meraviglie della nuova sistemazione: in particolare, vi ricordate la grande biglietteria situata sin dalla notte dei tempi all’esatto centro della stazione? Bene, ora non c’è più, perché al centro della stazione veniva meglio metterci un bel corridoio (invece dei due preesistenti) circondato da negozi (ancora tutti sbarrati), in modo da aumentare al massimo la resa commerciale.

La biglietteria, quindi, ora è stata spostata in una vecchia saletta sul lato di via Nizza, nascosta e scomoda quasi come quella della nuova Milano Centrale. La saletta, però, è piccola: in tutto ci sono stati una dozzina di sportelli e ben quattro macchinette automatiche. Il risultato è il delirio: persino in una tranquilla pausa pranzo di un giorno feriale, c’era una coda di quattro o cinque persone per macchinetta più una calca infinita agli sportelli (ci sono due code uniche, su ciascuno dei due lati, e in ognuna ci saranno state come minimo venti persone).

Di conseguenza, molte delle persone in coda alle macchinette erano italiani tecnofobi: quelli che a malapena usano il bancomat invece di andare a prelevare allo sportello della banca, e che per il resto evitano come la peste qualsiasi automatismo (secondo me la punta massima della tecnofobia italiana si ha quando nei weekend estivi centinaia di persone si sciroppano venti minuti di coda alle piste “umane” dei caselli autostradali invece di infilarsi nelle semideserte corsie della Viacard e pagare col Bancomat che hanno in tasca; ma non divaghiamo). Visto però che gli sportelli erano inavvicinabili, molte persone si erano rassegnate a provare le macchinette.

D’altra parte, ciò significava che le macchinette erano intasate soprattutto di persone che volevano un banale biglietto suburbano (davanti a me: 2,20 euro per None; 1,40 euro per Nichelino) che però non potevano fare altrimenti perché, nel moderno Piemonte, le macchinette automatiche ferroviarie regionali non sono ancora arrivate.

Comunque, dopo di me ho dovuto pure fare il biglietto a una signora che doveva andare a Loano (ovviamente prendendo un IC Plus via Genova, come già dicemmo) ed effettivamente, se non si è abituati, non è affatto facile: sono necessarie almeno una dozzina di pigiate sullo schermo, spesso con diciture poco chiare, su pulsanti posti in posizioni sempre diverse e comunque poco visibili, che in vari casi servono a funzioni che un essere umano medio non è in grado di comprendere o non si aspetta (tipo scegliere tra venticinque diverse tariffe, verificare il numero di posto o confermare che si è consapevoli dell’esistenza dei borseggiatori). Basterebbe poco per ergonomizzare l’oscena applicazione Windows delle macchinette, ma non pare che a Trenitalia interessi qualcosa.

Tutto ciò, poi, per cosa? Cinque minuti prima dell’orario di partenza, del mio treno non c’era traccia; non era nemmeno comparso il binario, e in compenso c’erano un paio di centinaia di persone ferme a ingombrare l’atrio in attesa di informazioni. Letto sui tabelloni cartacei che il binario era il 19, ci sono andato; lì, cinque minuti dopo l’orario di partenza, il treno non c’era ancora, ma sono comparsi due figuri in divisa verdeblù a dire, con il tipico accento sudtirolese comune a molti ferrovieri italiani, che “se andate a Milano, Novaro o Vercello potete prendere l’eurostarro col biglietto reggionalo”. E così feci: per 9,20 euro ho preso l’Eurostar per Venezia delle 14:05 e quasi non ci credevo, era nuovissimo e pulitissimo; dico “era” perché la truppa del reggionalo, compreso un gruppo di gagni in libera uscita, ha provveduto rapidamente a sodomizzare le carrozze.

A me è andata bene, ma chi andava a Santhià, cancellato il reggionalo, ha dovuto attendere un’ora il successivo: Trenitaglia continua a tagliare, e ho avuto la netta sensazione che questa possa diventare una policy simile a quella delle peggiori compagnie aeree, ovvero tagliare volontariamente servizi schedulati quando il numero di passeggeri è basso, accorpandoli su altri servizi in orari più o meno vicini e fregandosene dei disagi causati.

[tags]trenitalia, stazioni, ferrovia, treni, porta nuova, torino, milano, automazione, ergonomia[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike