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venerdì 13 Febbraio 2009, 15:44

Superciuk

È da due mesi che cerco di non parlare della vicenda di Mister X, il misterioso imprenditore senza volto che vuole comprare il Toro.

Essenzialmente, è perché la vicenda è una buffonata sin dal principio: poco prima di Natale, proprio quando il Toro ha da poco cambiato allenatore e infila due insperate vittorie di fila, il giornale cittadino spara a grandi lettere l’annuncio che un grande imprenditore “piemontese di mezza età, portatore di un cognome noto” che sta per ricevere una ricchissima eredità – col tempo si arriverà a 600 milioni di euro – vuole comprare la società, ed è pronto a mettere sul piatto “40 milioni di euro, ma se vuole anche 60” come prezzo per Cairo, nonché tutti i soldi necessari per riportare subito il Toro allo scudetto. Bisogna solo pazientare: prima bisogna finire le procedure ereditarie, ma a metà febbraio il nome di Mister X sarà svelato.

L’annuncio è credibile come una banconota da ventotto euro: infatti è portato da tal gobbissimo avvocato Massimo Durante, già difensore dei “ragazzi della curva bianconera” e ospite fisso delle trasmissioni calcistiche di quart’ordine sulle reti private, dove il suo ruolo è negare che Calciopoli sia mai esistita e difendere l’onorabilità della Juventus e quel gran brav’uomo di Moggi; nonché sodale del mitico Alex Carrera – che poi sarebbe stato uno dei “lodisti” dell’estate 2005 – in un pietoso tentativo di dieci anni fa di comprare il Toro mediante azionariato popolare.

Nonostante questo, la squadra è in un brutto momento e tanti purtroppo ci abboccano: sperano veramente che un ricchissimo magnate compri il Toro e lo faccia grande. I giornali soffiano sul fuoco: La Stampa, in particolare, pubblica in meno di due mesi una trentina di articoli, giorno dopo giorno, millantando i futuri grandi acquisti di Mister X e un drammatico calo di popolarità di Cairo, e arrivando a consigliargli abbastanza apertamente di vendere.

Nel frattempo, ovviamente, si scatenano le ipotesi: si cerca disperatamente un noto imprenditore piemontese a cui sia mancato da poco il padre. Emergono così ipotesi di vario genere: Bertone dell’acqua S. Anna di Vinadio, Garnerone della Sirena di Rosta, e poi persino la clamorosa ipotesi di Margherita Agnelli, notoriamente in rotta col resto della famiglia e vicina ad ottenere per vie legali una grossa fetta dell’eredità dell’Avvocato, e magari desiderosa di usare il calcio come rivalsa.

Poi le ipotesi si allargano a chiunque abbia un patrimonio di quelle dimensioni: escono fuori i soliti Lavazza e Ferrero, nonché l’affascinante ipotesi Briatore, e persino quella di una cordata Moggi-Giraudo, anche loro per rivalsa.

Per questo, quando ieri mattina, il giorno fissato per la conferenza stampa rivelatrice, il giornale della destra cittadina CronacaQui ha pubblicato in anteprima il nome di Raffaele Ciuccarini, sono rimasti tutti basiti: chi? Una rapida ricerca con Google restituiva solo cinque risultati: due erano l’articolo di CronacaQui, e gli altri erano film porno.

Eppure, nell’incredulità generale, la conferenza stampa confermava lo scoop: il famoso e ricchissimo imprenditore piemontese è Raffaele Ciuccarini, anzi no Stefano Ciucarini, anzi no Raffaele Ciuccariello, nato a Lucera (FG) il 7/2/1941. Nessuno in sala era veramente sicuro di come si chiamasse il tizio: hanno dovuto chiedere lo spelling. Carlo Nesti, che commentava in diretta streaming, ha sostenuto per oltre un’ora che il nome fosse Ciuccarini, ma che i tifosi sui forum avessero già cominciato a storpiarlo in Ciuccariello per prenderlo in giro.

Mi spiace non essere stato presente alla conferenza stampa di Durante e colleghi, perché pare sia stata un gran pezzo di cabaret: il programma comprende il riportare il Toro “almeno in Intertoto” (competizione abolita la scorsa estate), di “ritirare la maglia numero 12” per la Maratona (già ritirata da anni), di fare cinque nuovi campi e uno stadio tutto nuovo “da novantamila posti, ma se sono troppi meglio settantamila e staremo più larghi”, di “ripristinare la numerazione storica delle maglie da 1 a 11” (pratica vietata dalla Federcalcio), e così via; nel frattempo si specifica anche che il signor Ciuccariello ha dieci figli e vuole lasciare loro in eredità il Toro per creare una dinastia. Non stupisce che prima ancora della fine della conferenza Mister X fosse già stato ribattezzato Superciuk.

Sfortunatamente, un bel gioco dura poco, e le risate dei giornalisti e dei tifosi presenti si trasformano presto in sgomento, rabbia, indignazione: si rischia la rissa con qualche tifoso (a posteriori si capisce come mai ci fossero tre camionette di poliziotti schierate lì sin dall’ora di pranzo).

Nel frattempo, dal Web, si scoprono cose interessanti: per esempio che, dalla Camera di Commercio, la grande azienda del signor Ciuccariello parrebbe essere una pizzeria al taglio chiusa un paio d’anni fa per fallimento, data in cui il signore risultava completamente insolvibile. Si scopre che il signore, come il suo figlio prediletto Norbert Ciuccariello, sono ardenti monarchici; alcuni, sul forum, riportano aneddoti sostenendo che anni fa Raffaele frequentasse circoli nobiliari esibendo il bon ton di uno scaricatore di porto. Altri sostengono che il signore sia noto presso le banche torinesi per prestare soldi in maniera informale a tassi piuttosto elevati. Infine, compare persino un probabile nipote, fotografato seminudo in atteggiamenti intensi.

Ora, per carità: è possibile che sia vera l’unica ipotesi che si è riusciti imbastire, cioé che il signore sia un figlio illegittimo di qualche Savoia e che i 600 milioni di euro siano l’argent de poche legato ad un molto tardivo riconoscimento familiare. Anche fosse così, né il modus operandi finora seguito né le modalità di arricchimento sembrano far pensare che il signor Ciuccariello possa essere per vent’anni un oculato e munifico presidente di una squadra di calcio di serie A.

Oppure potrebbe essere il prestanome di qualcuno di più grosso; ma quale serio e capace imprenditore si sceglierebbe un prestanome e un avvocato così? Appunto: quale entità plurimiliardaria potrebbe essere interessata ad acquistare una attività notoriamente in perdita e a farsi rappresentare in questo dal signor Ciuccariello di Lucera (FG)? A voi le possibili risposte.

Resta l’ipotesi che è sotto gli occhi di tutti: che questa sia una gigantesca presa per i fondelli, architettata per destabilizzare l’ambiente granata in un paio di mesi cruciali di una stagione difficile, o per farsi pubblicità gratuita, o per spillare soldi a un cliente neo-ricco e poco accorto. Io non lo so; so però che se una cosa così fosse successa vent’anni fa, o fosse successa ieri a Napoli o a Catania, l’avvocato Durante sarebbe sicuramente finito all’ospedale entro mezz’ora dall’inizio. Infatti, qui si sta parlando di prendere apertamente per il culo centinaia di migliaia di persone, compresa una numerosa frazione che solo tre anni e mezzo fa, per molto meno, occupò le piazze cittadine per sette giorni e devastò un albergo.

In un paese civile, sarebbero intervenute di corsa le autorità: la Procura sarebbe andata a indagare se è vero che un tizio nullatenente fino a ieri ha ottenuto 600 milioni di euro di botto, e come mai; il direttore de La Stampa avrebbe cazziato furiosamente i giornalisti che hanno dato seguito e visibilità a una cosa del genere senza alcuna verifica (e invece oggi Gramellini pubblica pure una surreale intervista); e l’Ordine degli Avvocati starebbe verificando quanto sia compatibile con la deontologia professionale il mettere a rischio l’ordine pubblico cittadino per farsi pubblicità.

Qui da noi, invece, abbiamo giudici che vanno per anni ospiti da Biscardi e continuano a giudicare, finché non vengono arrestati per corruzione; e quindi, fare l’avvocato, l’ospite televisivo in trasmissioni di infimo livello e il protagonista dei colpi di Superciuk sono considerate tre attività perfettamente compatibili. Evviva la credulità popolare e chi la sfrutta!

[tags]toro, mister x, cairo, calcio, torino, la stampa, durante, ciuccariello, lucera, serie a[/tags]

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9 commenti a “Superciuk”

  1. Fabio Forno:

    No vubbì, in un paese normale la magistratura non perderebbe tempo dietro a queste scemenze, ma aspetterebbe che ci sia un avviso di reato o qualche denuncia. Ma invece proprio perché siamo in Italia non mi stupirebbe che qualcuno decida di indagare, intanto qualcosa si trova…

    Tra l’altro mi preoccupa abbastanza la mancanza di prospettiva per cui chi si batte per difendere la libertà poi non capisca che anche quella di essere ciarlatani lo è: se qualcuno verrà danneggiato avrà i mezzi per cercare di rivalersi, se invece Superciuk si danneggia da solo sono cavoli suoi. Invocare a priori la magistratura perché qualcuno si comporta in modo bizzarro va oltre il diritto di critica, ma è giustificare certi comportamenti fascisti dello stato. Non stupitevi poi se fa anche cose con non vi piacciono: la libertà per definizione non è condizionata.

  2. vb:

    Nessuno vuole giustificare comportamenti fascisti, per carità… ma ti faccio notare che ieri presso l’albergo sede della conferenza stampa c’erano tre camionette della Polizia (pagate da noi) per scongiurare il rischio (evidentemente noto a priori, visto che erano lì in anticipo) che questa bufala provocasse l’ira violenta di qualche decina di “tifosi” maneschi; e questa è potenzialmente una turbativa di ordine pubblico… Comunque io mi riferivo più che altro al fatto che, se non fosse vera la storia della mirabolante eredità di uno che fino a ieri faceva il barista protestato, ci sarebbe da indagare su quale sia la provenienza di questi fondi.

  3. emilio:

    @ fabio , mi trovo abbastanza d’accordo con te sulla non condizionalità della libertà, tuttavia si deve ammettere che in questa vicenda c’è effettivamente qualcosa che non torna.
    La libertà di qualcuno, secondo quel vecchio principio illuminista spesso dimenticato, finisce dove comincia quella di un altro. Ora il diritto di essere ciarlatano, per carità, possiamo anche tutelarlo ma bisogna anche che la ciarlataneria non sia tesa a danneggiare qualcuno in modo diretto o indiretto. Io sono tifoso del toro e a onor del vero non ho mai simpatizzato per(nè quindi difeso strenuamente) quello che mi piace definire come figlio illegittimo di Berlusconi, Urbano Cairo. I motivi della mia disistima sono molteplici ma tutti legati alla sua incompetenza nel gestire una società calcistica. In questo caso mi sembra però che nei suoi confronti si sia agito in un modo profondamente scorretto ed ai limiti della legalità (se il Torino fosse quotato si parlerebbe sicuramente di agiotaggio). Il signor superciuk (o chi per esso) negli ultimi tre mesi ha cercato di mettere pressione su un ambiente già carico di tensione attraverso mirabilanti promesse ai tifosi amplificate senza alcuna verifica anche dal più illustre giornale cittadino, con l’intento di indurre cairo a mettere in vendita la società. Ora mi sembra già lampante come questa non sia la via più corretta di acquisire un’azienda: mobilitare l’opinione pubblica(tanto infiammabile in un ambito come quello calcistico)affinchè prema perchè il proprietario la venda magari ad un prezzo inferiore a quello che sarebbe determinato da una trattativa più ortodossa. A ciò si va poi ad aggiungere il fatto che questa fantomatica offerta sia stata fatta non solo da un imprenditore di dubbie origini, con una storia di fallimenti e debiti mai pagati, la cui solidità finanziaria è tutta da dimostrare, ma da un signore che non sa neanche di che cosa sta parlando (Come si fa ad arrivare ad una conferenza stampa e proporre un piano del genere…pezzo di cabaret sì ma anche di quello scadente). Se l’obiettivo del ciarlatano fosse esclusivamente aumentare il numero dei risultati per una ricerca su google va bene così, ha sparato un pò di cazzate per farsi della pubblicità gratis. Però bisogna chiedersi chi ha danneggiato e perchè? Chi gli ha dato il megafono?

  4. Fabio Forno:

    @vb: sai come la penso, se in giro ci sono dei violenti la colpa non è di chi li provocherebbe, ma è a monte, di chi li lascia agire non dandogli delle pene adeguate. Oltre che ciarlatani, si deve poter essere anche liberi di fare i figli di puttana: è il prezzo della libertà e vale la pena di pagarlo, perché non c’è nessuno che taglia le teste più allegramente di chi crede di agire per il bene comune.

    @emilio: anch’io credo che la storia possa avere risvolti “interessanti”, ma mi fa paura che si pensi che debba indagare in modo autonomo la magistratura in questi casi. Aspettiamo che ci sia qualcuno che si ritenga danneggiato e sporga querela, altrimenti, ripeto, giustifichiamo quelle azioni dello stato che quando non ci piacciono chiamiamo fascismo.

  5. D# AKA BlindWolf:

    Non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che oggi come oggi la magistratura possa aprire delle indagini anche in assenza di denunce (sia di cittadini che delle Forze dell’Ordine). Tuttavia è da vedere se c’è (anche potenzialmente) qualche reato: se i soldi esistono e l’esistenza è provatamente pulita o se i soldi non esistono personalmente non vedo ipotesi di reato (se al posto del Torino ci fossero state Roma, Lazio o Juventus sarebbe stata “turbativa di mercato”, dato che sono quotate a Piazza Affari).

    In un Paese serio, comunque, un giornale ritenuto serio (come La Stampa) non farebbe tanto bailamme su di una vicenda ancora tutta da chiarire.

    Se Superciuk ha i soldi li metta in mano a Cairo e gli crederò, non prima. Anche se avere un presidente con dei soldi in mano ma nessuna idea per la testa non mi dà alcuna sicurezza.

    (La cosa bella dell’essere un tifoso granata è che non ti annoi mai…)

  6. Fabio Forno:

    Una cosa è agire quando si sa che c’è un reato, un’altra quando si sospetta solo (e forse neppure questo). Nel primo caso mi sembra normale, perché ci sono pure delle condizioni in cui la vittima può essere spinta a non denunciare (o non può farlo, se è morta o rapita), mentre nel secondo caso si ha semplicemente la libertà di rompere le scatole arbitrariamente.

  7. D# AKA BlindWolf:

    Fino ad una sentenza definitiva di colpevolezza non si ha la giuridica certezza su chi (e se) ha compiuto un reato. Tutto quello che c’è in mezzo a partire dall’apertura dell’inchiesta sono vari gradi di sospetto.

    Se un signor nessuno da un giorno all’altro si trasforma da nullatenente a miliardario magari il naso nel suo portafogli lo infili. Se c’è un testamento con tutte le carte in regola puoi dire che va tutto bene, altrimenti vai avanti finchè non hai elementi per proseguire o abbandonare le indagini.

    Prendi, per finire, un caso di corruzione: nè il corruttore nè il corrotto si autodenunciano (nè si denunciano a vicenda) e le eventuali parti lese sono spesso all’oscuro del reato.

  8. Fabio Forno:

    @BlindWolf: non sto dicendo che puoi indagare solo quando sei sicuro che uno è colpevole, altrimenti tutto l’impianto delle inchieste fino ai vari gradi di giudizio non ha senso. Sto dicendo che non dovresti indagare finché non si viene a conoscenza che c’è stato un reato (perché fatto noto o per denuncia), altrimenti autorizzi lo stato a starti sulle spalle in attesa che tu faccia un passo falso.

  9. ciuccariello raffaele nipote:

    IL RAGAZZO RITRATTO SEMINUDO NELLE FOTO…SN IO IL NIPOTE DI CIUCCARIELLO RAFFAELE CHIAMASI “MISTER X” LO STESSO NOME MI VENNE DATO DA MIO PADRE IN ONORE DI MIO NONNO.

 
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