Oh basta là , quante macchine
In questi giorni è di nuovo elevata la polemica sulla vita notturna in piazza Vittorio. Io non sono un festaiolo e non mi viene nemmeno in mente di infilarmi un sabato sera all’una di notte in quelle zone, ma non dubito che i racconti siano veri: pare che già verso le undici la zona sia completamente intasata, con il parcheggio sotterraneo esaurito, e che progressivamente le auto vengano abbandonate per ogni dove, creando il caos totale. Ovviamente i residenti si lamentano e per questo motivo il Comune sta studiando il progetto di chiudere la piazza al traffico di notte.
Sarebbe facile, non essendo interessato alla vita notturna, accodarmi alle proteste e cominciare a dire: ma perché questi devono arrivare tutti lì di notte con la macchina, ma che senso ha fare le vasche in via Po tutti in coda alle due di notte, ma quanto inquinamento inutile, ma non basterebbe mettere dei bus, oppure direttamente far chiudere prima i locali e se necessario mandar via la gente con la forza. Sarebbe facile ma non terrebbe conto che oltre al diritto dei residenti esiste anche il diritto per i giovani di avere una vita sociale, e che, se per i ventenni questa vita sociale si esplica nell’esibizione della macchina più o meno agghindata e nello sballarsi fino alle sei di mattina, la risposta non può essere semplicemente “no”.
In ogni città europea si verificano situazioni di questo genere; e in ogni città europea esistono delle zone dedicate alla vita notturna, dove è considerato perfettamente normale che ci sia rumore e animazione per tutta la notte. A Torino queste zone sono due, il quadrilatero e piazza Vittorio, a cui si sta aggiungendo un pezzo di San Salvario; onestamente non capisco come si possa pensare di chiuderle a mezzanotte.
L’inquinamento acustico è una delle cose più difficili da sopportare, e a nessuno fa piacere avere giovani schiamazzanti sotto casa per tutta la notte; ma la soluzione è organizzare la città in modo che le zone dedicate alla vita notturna siano ben delimitate, dopodiché ognuno sceglie dove vuole abitare. Chi vuole tranquillità va nei quartieri residenziali, che a Torino certo non mancano; chi piace l’animazione abita le zone della movida. Abitare in piazza Vittorio e poi lamentarsi per il rumore mi sembra un controsenso; capisco che fino a vent’anni fa Torino fosse un grande dormitorio e in piazza Vittorio di notte non volasse una mosca – ricordo una scena da bambino, una sera tornando da Pecetto, di totale deserto – ma credo che nessuno possa auspicare il ritorno alla città grigia di una volta.
Resta il problema del traffico; e anche qui non può che far ridere il commento dell’assessore Sestero, che dice che hanno istituito una navetta notturna dai vari parcheggi a piazza Vittorio, ma “non capiamo perché viaggia sempre vuota”. A vent’anni, chi arriva in bus è uno sfigato, punto e basta; l’auto è per i maschi (ma crescentemente anche per le femmine) la prima esibizione del proprio status sociale, nonché elemento fondamentale per arrivare all’accoppiamento. Anche questo è un fenomeno che non può essere cambiato se non (forse) sul lungo periodo, e che per ora va semplicemente accettato e gestito.
Quindi, speriamo che non mettano due transenne in mezzo alla piazza, perché il risultato sarebbe semplicemente una estensione dell’ingorgo e del rumore per mezzo centro. O si realizzano in zona nuovi parcheggi sotterranei (come quello in piazzale Aldo Moro), o si accetta la ri-trasformazione notturna della superficie della piazza in parcheggio, cosa che già ora avviene e che tanto vale avvenga in modo regolato, tanto di notte non ci saranno certo i famosi turisti a fare le foto; oppure si riesce (ma mi pare difficile) a spostare la vita notturna verso qualche altro luogo.
Onestamente, però, a me il vero problema pare la facilità con cui si concedono licenze per locali notturni rumorosi fuori dalle zone della vita notturna, nel bel mezzo dei quartieri residenziali; ecco, lì invece si potrebbe intervenire, cercando magari di piazzarli nei grandi centri commerciali, di notte altrimenti deserti, dove non darebbero fastidio a nessuno.
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