Colla colla
Attacchinare è una tipica attività elettoral-popolare; erano più di dieci anni che non mi capitava di farlo, e cioè dai tempi in cui, giovani pischelli aspiranti ingegneri, organizzavamo il concertone Mac Pi 48 al Castello del Valentino, offrendo peraltro sangria a tutti e il fondo della damigiana a noialtri.
Stasera quindi ho prestato la mia auto – da qualche settimana ormai trasformata in un portatile bazar – al trasporto e affissione di manifesti, non prima di essere andato (due volte!) fino a Pianezza per ritirarli dalla stamperia, sita in un capannone in mezzo ai prati che prova manifestamente la validità del nostro punto programmatico sullo stop al consumo di territorio, non fosse che proprio lì davanti ci stanno costruendo la nuova superstrada-circonvallazione di Pianezza e che poco lontano gli ex prati delle ex cascine sono stati completamente villettati.
L’attacchinaggio notturno ha alcune caratteristiche: per esempio, la scarsità di traffico ti permette di coprire velocemente grandi sezioni di città , e in più di effettuare manovre non completamente ortodosse e parcheggi basati sull’incantesimo detto “delle quattro frecce” – premi il pulsante e la macchina sparisce, pertanto la puoi lasciare ovunque – senza che ciò costituisca intralcio o pericolo per il transito altrui.
Tutto questo ci ha permesso di renderci conto come l’affissione di manifesti sia ormai poco rilevante; il comune ha riservato alle elezioni provinciali pochi spazi in posizioni generalmente poco visibili. In teoria ogni lista ha il proprio spazio corrispondente alla posizione sulla scheda – il nostro, ça va sans dire, è in alto a sinistra – ma in pratica ci sono liste che si sono espanse per ogni dove, a partire dalla destrasociale e dai comunisti di vario genere. Noi siamo stati ligissimi, ma vedremo quanto sopravviverà il nostro manifesto in questa giungla.
Peraltro, tutti puntano o sui faccioni – ma che ci troverà la gente, nel contare uno per uno i brufoli del candidato – o sui simboloni, evitando qualsiasi contenuto, a parte la Lega che ci ricorda che gli indiani si sono estinti per aver concesso il diritto d’asilo agli extracomunitari. Noi il contenuto ce l’abbiamo messo, per cui per riuscire a leggere il manifesto dovete avvicinarvi e godere di una vista perfetta; comunque tutta la zona attorno al Po, da Torino Esposizioni verso nord, è stata diligentemente coperta stanotte. Per il resto del mondo dovrete aspettare che si moltiplichino le braccia, oppure offrirvi di darci una mano…
Comunque, io ho fatto l’autista basista; ho lasciato volentieri la stesura della colla a persone che dispongono di manualità migliore della mia, e difatti non ne sono completamente coperto, come altrimenti sarebbe senza dubbio successo. La soddisfazione maggiore della serata, in Lungo Po Antonelli angolo corso Belgio, coprire il faccione abusivo di Vito Bonsignore. Ditemi voi se non è poco: l’entusiasmo era tale che tornando a casa, quando Radio Flash ha mandato Praise You di Fatboy Slim, ho pompato il volume come se avessi da ballare. Evviva la colla e il rimboccarsi le maniche.
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