Giornalismo (2)
Parlando ancora di giornalismo, oggi mi ha colpito questa notizia: non il fatto che in Spagna i tifosi del Barcellona e dell’Atletico Bilbao – squadre simbolo di regioni da sempre separatiste – abbiano fischiato l’inno nazionale all’inizio della finale della Coppa nazionale, né il fatto che tali fischi siano stati censurati dalla televisione di Stato spagnola, ma il fatto che il giornalista che ha ordinato la censura sia stato immediatamente cacciato.
Da noi, manipolazioni del genere sono all’ordine del giorno; in qualsiasi convegno con un politico le inquadrature sono sempre sapientemente scelte per far sembrare piena la sala, quando non si montano in mezzo alle immagini del palco le immagini di repertorio del numeroso pubblico di eventi completamente diversi. L’ultima moda nel pastone politico – non so se l’avete notato – è quella di fingere che il politico di turno parli davanti a degli intervistatori, anche se in realtà si vede benissimo che lo sfondo è finto e che lo sono anche le mani, caratterizzate da microfoni completamente anonimi tenuti perfettamente fermi da braccia ignote di cui si vedono solo le maniche del vestito: una tristezza orwelliana che fa accapponare la pelle.
E così, da noi succede regolarmente che eventuali contestazioni vengano ridimensionate abbassando il volume degli effetti o azzerandolo del tutto; solo che da noi il giornalista che si comporta in questo modo, invece di essere licenziato, fa velocemente carriera. Quali telegiornali hanno mandato in onda queste immagini? Ma non succede solo con Berlusconi; succede anche a livello più piccolo, nelle regioni, nelle città , con politici di destra e di sinistra; spesso con un coro zelante di adoratori che tacciano chi contesta di “disfattismo” o “populismo”.
P.S. Siccome la fortuna aiuta gli audaci, ieri al sorteggio siamo usciti per primi e così occuperemo sulla scheda la prima posizione in alto a sinistra: almeno non dovrete faticare per trovarci. Inoltre, stasera esordisco in televisione su Primantenna alle 20,50, in un dibattito con una dozzina di altri candidati; sono molto curioso di sentire le posizioni altrui.
[tags]giornalismo, censura, spagna, italia, berlusconi, contestazione, calcio, elezioni[/tags]
15 Maggio 2009, 21:22
Beh scopri un po’ l’acqua calda, in italia il giornalismo è a un livello pietoso, tranne rare eccezioni (e chi ha in mente travaglio sbaglia di grosso) si tratta quasi sempre di articoli “a tema” fatti per compiacere, non solo i propri padroni, ma lo stesso pubblico. In giro mi sembra di trovare pochissime persone disposte a cercare di capire, ma quasi tutti cercano conferme ai propri preconcetti, magari vantandosi di avere idee ben chiare. In altre parole, più che la libertà di stampa, mi pare morta la pratica del dubbio.
16 Maggio 2009, 12:19
quel che davvero è morto, nel pubblico, è la capacità (o anche solo l’interesse) di distinguere tra fatti e opinioni.
a tutti i livelli, dal dibattito mediatico alle conversazioni del bar, prevale ormai la pseudo-logica: argomentazioni non vere e spesso neppure attinenti con l’argomento della discussione, che vengono accettate per buone se chi le enuncia lo fa con sufficiente convinzione/fascino/potere.
temo che i giornalisti realmente minacciati o costretti a comportarsi come si comportano non siano poi molti: penso che prevalgano i pecoroni, i leccaculo e quelli che semplicemente tirano a campare piegandosi ad ogni alito di vento. tanto noi ci beviamo qualsiasi cosa…
16 Maggio 2009, 12:51
yep, vendono il prodotto schifoso che vuole il pubblico e poi si lavano la coscienza con una supposta censura
16 Maggio 2009, 15:30
il punto non è tanto se sia più colpa dei giornalisti o del pubblico (che di fatto sono due parti di un circolo – vizioso), il punto è che quando in una democrazia il popolo smette di esigere chiarezza, informazione, onestà intellettuale… la democrazia è pronta per essere spazzata via.
la censura non so, ma l’intimidazione certamente c’è. solo che non è il solo problema.