La Stampa e le elezioni
L’altro giorno mi hanno invitato a diventare fan de La Stampa su Facebook, e l’ho fatto molto volentieri: La Stampa è unica e inimitabile. E’ il giornale che leggo da trent’anni, dove lavorano vari amici, ed è una guida insostituibile alla città … nel bene e nel male.
In questi anni di blog, infatti, vi ho mostrato varie volte quanto sia “aggiustata” l’informazione de La Stampa quando si vanno a toccare gli interessi economici e politici che controllano Torino (nessuna sorpresa: tutti i giornali italiani sono così). Durante questa campagna elettorale ho toccato la cosa con mano in prima persona, visto che sostanzialmente la nostra lista per La Stampa non esiste: nemmeno le migliaia di persone in piazza per Grillo a Rivoli hanno fatto apparire una riga sul giornale.
Immaginate quindi la mia reazione quando un paio di giorni fa la pagina Web della cronaca di Torino si apriva con un titolo a caratteri cubitali: “Elezioni provinciali, le vostre domande a tre dei candidati”. In pratica, La Stampa si prepara a fare uno spottone ai candidati degli schieramenti maggiori – Saitta, Porchietto e Vietti – che guarda caso vanno tutti d’amore e d’accordo su una serie di temi dove girano molti $$$, come l’inceneritore, la TAV e la svendita-maneggio delle ex municipalizzate.
Nel ruolo del pubblico c’erano i lettori del giornale, che avrebbero potuto porre le loro domande ai tre candidati già preselezionati dal giornale, utilizzando il forum di cui sopra. A me sono girate le scatole, e naturalmente ho pubblicato subito una lamentela, scrivendo poi anche in privato ad alcuni giornalisti. Non ho avuto alcun segno di vita dalla redazione de La Stampa, però per parecchio tempo non hanno pubblicato alcuno degli interventi dei lettori; poi sono finalmente apparsi, con il mio proprio all’inizio (fortunello che li ho beccati subito), però il titolone nel frattempo è diventato un titolino in fondo alla seconda sezione della pagina, con visibilità circa nulla (tanto è vero che in questo momento gli interventi sono solo 12).
Insomma, spero di non avergli rovinato l’evento; comunque, in assenza di risposte poco fa ho postato le mie domande ai tre candidati, che riporto qui di seguito:
“Salve,
visto che La Stampa non ha risposto in alcun modo alle mie richieste di partecipare al confronto in quanto candidato presidente della Liista Civica Provinciale Torino a 5 Stelle, mi limito a fare le mie domande da cittadino:
1) Tutti e tre i vostri schieramenti sono a favore della costruzione dell’inceneritore del Gerbido (anzi ho sentito sia Vietti che Porchietto accusare Saitta dei ritardi nella sua costruzione). Ma vi siete documentati? Lo sapete che negli Stati Uniti (i maggiori produttori di rifiuti del pianeta) hanno smesso di costruire inceneritori a inizio anni ’90, che in tutto il resto del mondo si punta su strategie come la differenziata spinta e il trattamento a freddo grazie alle quali gli inceneritori sono superflui, e che gli inceneritori (oltre a far provatamente aumentare il cancro in chi ci abita vicino) sono un business solo per chi li costruisce e solo grazie alle sovvenzioni pubbliche? E le due inchieste della magistratura su presunte irregolarità nell’appalto non vi preoccupano? Insisterete con l’inceneritore del Gerbido?
2) Tutti e tre i vostri schieramenti hanno votato a favore della fusione tra Iride e Enìa senza alcuna clausola di controllo pubblico: in pratica, la mega-corporation che gestisce elettricità e gas dei torinesi (prossimamente forse anche l’acqua) potrà essere comprata in Borsa da cordate di banche di ogni colore, con immaginabili conseguenze sulle nostre bollette. Gli esiti si vedono già sull’aeroporto, dove il socio privato Benetton fa il bello e il cattivo tempo e impedisce lo sviluppo dello scalo, puntando all’utile immediato e a favorire Malpensa e lasciando Torino senza voli (siamo il dodicesimo scalo italiano…). Volete insistere con la svendita dei beni e servizi pubblici, oppure volete riportare queste aziende sotto il controllo pubblico? E gli stipendi dei “manager” nominati dai vostri partiti in queste aziende (sicuramente con grande meritocrazia), cioè 525.000 euro annui per l’amministratore di Iride e 390.000 euro per quello dell’aeroporto, vi paiono giusti o vi impegnate pubblicamente ad abbassarli? E non potevate agire per abbassarli prima?
3) Tutti gli schieramenti parlano di nuove tecnologie come chiave per lo sviluppo… ma voi sapete usare un computer? Siete in grado di gestirvi da soli un profilo Facebook? Tenete un blog, rispondete alle e-mail dei cittadini personalmente… o fa tutto qualche stagista in una agenzia di pubbliche relazioni da voi ingaggiata per la campagna elettorale? E posso trovare da qualche parte un vostro discorso in un convegno internazionale (sarete ben stati invitati a qualche conferenza all’estero nella vostra vita professionale) per sentire come parlate l’inglese?
Grazie,”
Sono molto curioso di vedere se le mie domande saranno selezionate per il dibattito, e in questo caso cosa succederà (i candidati hanno comunque diverse ore di tempo per pensare a come rispondere rigirando per bene la frittata: suvvia, il compito è molto facile). Naturalmente, se volete potete fare domande anche voi.
Chiudo però con una annotazione positiva: La Stampa è anche il giornale che ha messo Tuttolibri sotto Creative Commons, e che tenta faticosamente ma con coraggio una vera migrazione all’era digitale (nonostante i tremendi banner pubblicitari del loro sito); è il giornale che con il blog di Anna Masera fa circolare notizie dalla rete che gli altri giornali manco considerano, e che ci elargisce tutte le mattine le battute fulminanti di Gramellini. Purtroppo in Italia il giornalismo, quando si toccano certi argomenti, è un mestiere a libertà limitata, e la colpa di questo non è necessariamente di chi ci lavora.
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