Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Dom 22 - 3:17
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 23 Giugno 2009


martedì 23 Giugno 2009, 10:08

Le provinciali torinesi e La Stampa

Il dato sull’affluenza di ieri è oggettivamente impressionante: il referendum si è fermato al 23%. Otto milioni di elettori erano per il sì e un altro milione e mezzo è andato a votare sì soltanto al terzo; gli altri sono andati bellamente al mare nonostante il weekend tempestoso.

Ancora più impressionante però è il dato sull’affluenza alle provinciali torinesi (ma credo sia così un po’ ovunque): se al primo turno l’affluenza era stata quasi del 70%, al secondo si è fermata al 40%. I tre candidati andati al ballottaggio (tre in quanto Vietti si era ufficialmente apparentato con Saitta) al primo turno avevano raccolto il 90% e 1.008.000 voti; eppure, anche dando per scontato che il residuo 10% del primo turno sia andato in blocco al mare facendo calare l’affluenza (e non è vero: per esempio, secondo i sondaggi una metà degli elettori comunisti è andata a votare Saitta), i voti validi al secondo turno sono stati soltanto 734.000.

In altre parole, quasi 300.000 (quasi un terzo) di coloro che al primo turno hanno votato Saitta, Vietti o Porchietto erano talmente poco convinti della loro scelta da non darsi nemmeno la pena di andare a rivotare il loro candidato al ballottaggio, pur in presenza di una elezione incerta, combattuta e caricata da entrambe le parti anche di risvolti politici nazionali.

Certo avranno pesato l’arrivo dell’estate, la scarsa voglia di andare a votare una seconda volta, e per l’elettorato di centrodestra anche le recenti vicende berlusconiane. Ma se facciamo 100 i voti presi al primo turno dai ballottanti, la situazione di partenza del ballottaggio era questa: Saitta + Vietti 54,0%; Porchietto 46,0%. Aggiungeteci il fatto che tra gli elettori delle altre liste la maggior parte erano di sinistra, e quello che sia il “dovere di votare” che il “voto contro” tendono a mobilitare più a sinistra che a destra, e il risultato finale – Saitta 57,3%, Porchietto 42,7% – vi sembrerà del tutto normale: l’epilogo senza sorprese di una campagna fiacchissima in cui è stato eletto quello che ha perso un po’ meno voti dal primo al secondo turno, e in cui il vero vincitore è il chiaro disgusto degli elettori per entrambi gli schieramenti.

E’ per questo che La Stampa se ne esce con un titolo sobrio, misurato e oggettivo:

screenshot_saitta_ballottaggio.PNG

Avendo visto i numeri, sembra che parlino di un’altra elezione, vero?

Tuttavia Saitta ha pagato pegno, ha imbarcato l’UDC (ricorderete che fin dal principio La Stampa ha promosso Vietti in vario modo, fino a farlo partecipare come unico terzo incomodo al confronto tra i due candidati prima del primo turno) e gli interessi che l’UDC rappresenta, e in cambio viene ripagato con un bel marchettone dal giornale cittadino. Noterete come la bassissima affluenza, record negativo di sempre, non venga nemmeno menzionata (questo va a tutti quelli che dicevano “non votiamo, così saranno costretti a fare qualcosa”). Del resto, anche nell’intero articolo la bassa affluenza viene menzionata solo una volta, solo avanti nel testo e solo come parte delle dichiarazioni della sconfitta Porchietto, in modo da farla passare non come un dato oggettivo ma come la classica scusa puerile del perdente.

C’è però un’osservazione interessante da fare: il fatto che non ci sia più il minimo ritegno nella manipolazione dell’informazione torinese, almeno quando si parla di politica o di grandi opere attorno a cui girano grandi interessi, vuol anche dire che le crepe sono sempre più evidenti; quei 300.000 torinesi di cui parlavamo sopra hanno chiaramente dimostrato di essere in cerca di qualcosa di un minimo più decente, nonostante tutte le campagne mediatiche. Considerato che in Italia il voto, così come la squadra di calcio, è ereditario – la maggior parte degli italiani eredita una fede politica dai propri genitori e la porta avanti con pochi cambiamenti per tutta la vita – vuol proprio dire che ci troviamo in un momento di eccezionale disponibilità al cambiamento.

[tags]politica, elezioni, referendum, provincia, torino, saitta, vietti, porchetto, informazione, la stampa[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike