Canali che amano i bambini
Volevo approfittare di un post per una lamentela contro una azienda americana, tale Walt Disney Incorporated con sede in California.
Infatti, mentre gli altri canali di cartoni di Sky trasmettono cartoni che talvolta non sono eccelsi ma almeno hanno meno di dieci anni di vita e uno stile vagamente moderno, se accendi Disney Channel a qualsiasi ora hai ottime probabilità di trovare vecchiume. Metà del palinsesto infatti è occupato da orride sitcom, e la parte di cartoni verte principalmente attorno a robe degli anni ’80 ritrasmesse usando come sorgente un vecchio videoregistratore Betamax.
Intanto c’è la saga dei Pippi: l’orrido cartone prodotto tra gli ’80 e i ’90 in cui, per modernizzare un po’ la scena, mettono Pippo insieme a un suo improbabile figlio (figlio?? avuto con chi????) a vivere nell’obbligatoria casetta americana col vialetto e il praticello, a fianco di un’altra obbligatoria casetta americana col vialetto e il praticello in cui vive… Gambadilegno. Ma non da solo: sposato! Con un nuovo personaggio, la moglie di Gambadilegno, che ovviamente porta con sé il figlio e la figlia di Gambadilegno, che devono fare amicizia con quelli di Pippo e… ecco… immaginate che porcata di storie può nascere da una roba del genere!
Devono essere gli stessi sceneggiatori che più o meno nello stesso periodo misero a scrivere le avventure di Darkwing Duck (un riuscitissimo incrocio tra Zio Paperone e Batman) e quelle di Cip e Ciop esploratori volanti, ovviamente con l’invenzione di fantastici personaggi di contorno come uno scoiattolone buono, una zanzara divertente e una scoiattola fatale vestita in una tuta viola aderente! Il tutto animato con tre colori e mezzo fotogramma al secondo da uno stuolo di bambini pakistani. Verso metà degli anni ’90 irruppe negli studi Schwarzenegger e fece piazza pulita di questa gente, così finalmente smisero di produrre stupidaggini, eppure le hanno ritirate fuori tutte vent’anni dopo per Disney Channel, e te le presentano pure come fossero dei grandi eventi multimediali!
E poi, tra un vecchio cartone e l’altro, partono i promo e gli spot. Quasi sempre, si parla di High School Musical, un film per adolescenti in cui tutti gli studenti di una scuola lavorano tutta l’estate per guadagnare i cento euro necessari a comprarsi lo zaino firmato Disney per il successivo anno scolastico. A ogni blocco pubblicitario c’è lo spot dello zaino in versione italiana, in cui una giovane cubista brianzola, pittata come una sciantosa, finge di non sapere ballare per i primi tre secondi e inciampa, ma allora la giuria del premio la invita a rialzarsi e lei magicamente continua a non saper ballare, ma ora tutti applaudono e le tirano in testa uno zaino firmato Disney, e lei sembra contenta, mentre la musichina dice che grazie allo zaino finalmente ogni ragazzo d’Italia sarà “protagonista”, capito? Al centro dell’attenzione senza più studiare, basta lo zaino firmato per sfondare nella vita. Se non si parla di High School Musical, allora compare o lo spot di un altro programma Disney, o un qualche riferimento a Hannah Montana, ai Jonas Brothers o a uno degli altri giovani talenti musicali internazionali di proprietà (intellettuale, fisica e carnale) della Walt Disney Inc.
Se poi vi va proprio di sfiga, potete vedere Topolino(R) che presenta La Sirenetta(R) che balla con Liloestic(R) che cantano una canzone idiota tratta da Mulan(R) perché tutti i brand vanno sfruttati insieme, martellati sempre e monetizzati il più possibile… sempre all’interno dell’unico stile di vita possibile, quello in cui lo scopo della vita è andare al centro commerciale a far spese per poi parcheggiare l’auto nel vialetto accanto al praticello.
Fate una buona cosa, piazzate i bimbi davanti ai cartoni, ma davanti a Disney Channel no: è un canale che ama i bambini come li amerebbe un belga!
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