Un paese serio
Trovo molto interessante questa storia riportata ieri da La Stampa: parla di una ragazzina olandese di tredici anni che ha un sogno, quello di essere la più giovane persona della storia a circumnavigare il globo in solitaria. In barca ci è nata e cresciuta, figlia di due genitori appassionatissimi che hanno impegnato ben cinquantamila euro per comprarle una imbarcazione adatta alla sua impresa e permetterle di realizzare il suo sogno: ora è pronta a partire, ma si scontra con la burocrazia ministeriale che non vuole darle il permesso di assentarsi per un anno da scuola.
Quale sarebbe la nostra reazione se un caso del genere avvenisse in Italia? Beh, è facile immaginarlo. Innanzi tutto, fiorirebbero i fan club e le raccolte di fondi per avvicinare la ragazza al suo sogno; lei e i suoi genitori sarebbero invitati ad almeno mezza dozzina di trasmissioni televisive per raccontare la loro storia. Probabilmente qualche azienda sponsorizzerebbe il viaggio, provvedendo alle riprese e trasformandolo poi in un documentario, uno spot, un tormentone. Quanto al ministero dell’Istruzione, probabilmente non si sarebbe nemmeno accorto dell’assenza della ragazza da scuola – in fondo esistono intere parti del Paese dove un buon numero di tredicenni passano le mattinate a fare da palo per le rapine invece che a scuola – ma se anche avesse provato a sollevare il problema, subito almeno venti parlamentari di ogni colore avrebbero provveduto con interpellanze e pubbliche interrogazioni a combattere la scandalosa ottusità nel voler applicare le regole alla lettera, senza nemmeno quel po’ di buon senso che serve ad ammettere l’eccezione per “tentato record del mondo”.
L’Olanda, invece, è un paese serio: dunque il ministero ha fatto notare ai genitori che, dato che la scuola è un obbligo fino a sedici anni, la ragazza non può assentarsi per un anno senza un giustificato motivo – e un tentativo di entrare nel Guinness dei Primati non è considerato un giustificato motivo. Quando i genitori hanno suggerito che la ragazza poteva studiare mentre navigava e comunicare con gli insegnanti via Internet, il ministero ha risposto che certamente sono state concesse eccezioni e possibilità di insegnamento a distanza in passato, ma che pare un po’ difficile che una ragazza che debba guidare da sola una barca attraverso gli oceani del mondo abbia il tempo e la voglia di studiare seriamente. Dunque, concludono le autorità , o la ragazza rinuncia e frequenta la scuola oppure loro spediranno gli assistenti sociali a occuparsi di due genitori talmente irresponsabili da pensare di far saltare un intero anno di scuola dell’obbligo alla loro figlia.
E non finisce qui: stando alle notizie, non solo non ci sono state raccolte di firme e manifestazioni contro le ingiuste leggi e pro libertà di navigare, ma quasi l’80% degli olandesi è d’accordo con la posizione del ministero. Davvero un altro pianeta…
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