Stoccolma
All’inizio non sembrava che Stoccolma ci volesse accogliere bene: quando ho provato a pagare il biglietto del pullman dall’aeroporto al centro con i soldi avanzati dalla mia visita di nove anni fa ho scoperto che erano fuori corso; e non appena abbiamo messo giù il piede dal bus ha cominciato a piovicchiare, al che abbiamo deciso di provare a fare due isolati per vedere se la pioggia era abbastanza leggera da proseguire nel quarto d’ora a piedi che ci separava dall’albergo: lo era, così abbiamo deciso di proseguire e proprio allora ha cominciato a piovere sul serio; ha smesso solo quando siamo entrati nella hall.
Poi però oggi la città ci ha regalato una giornata magnifica; un sole splendente e solo qualche innocua nuvoletta nel pomeriggio. Il paesaggio così è davvero magnifico: questa è una città sull’acqua e la maggior parte delle vedute ti regala viste di golfi, bracci di mare e riflessi sull’acqua; le altre sono costituite da incantevoli scorci di vicoli medievali con chiese in stile nordico-tedesco e/o muri coperti d’edera. Fa bello e il vento è sopportabile, per cui noi terroni (che in questo periodo costituiamo l’80% della popolazione delle strade centrali di Stoccolma) giriamo con qualche timida manica corta, mentre i locali esibiscono canottiere e micro-pantaloni e alcuni si buttano pure nelle acque gelide del golfo; comunque ho visto alcune minigonne ascellari niente male.
Abbiamo così speso la giornata semplicemente camminando per l’isola che costituisce il centro storico, piena di vicoletti e di turisti; i più frequenti in termini di nazionalità sono nell’ordine spagnoli, russi e romani. Abbiamo snobbato il museo Nobel, che sembra una costosa esibizione di filmati e rassegne stampa del premio; siamo invece entrati gratuitamente al museo delle Monete, che nonostante la scarsità di didascalie in inglese offre numerosi reperti interessanti, come le banconote da 1000 miliardi di marchi della repubblica di Weimar e come una moneta seicentesca svedese d’argento del peso di 20 kg (una volta la moneta valeva per il metallo che conteneva, dunque a tagli grossi corrispondevano pesi ingombranti…). Abbiamo ammirato la folla incredibile che si contendeva una foto del cambio della guardia al palazzo reale… altro che operazione militare; c’era pure il commentatore in inglese con tanto di microfoni e impianto audio!
Siamo andati a fare un giretto nei tranquilli e incantevoli quartieri della parte meridionale, per poi riattraversare il dedalo che nel tempo è stato sovrapposto alla chiusa che separa il mare dal lago e che collega l’isola centrale a Södermalm – tipo tre strade, una autostrada, due strade ciclabili, una ferrovia, una fermata della metro e vari passaggi pedonali che si intersecano e si scavalcano in tutti i modi – e siamo poi arrivati all’isola dei Cavalieri e di lì al municipio, dotato di giardinetti sul mare dove i locali erano distesi a prendere il sole.
A cibo ce la caviamo con l’etnico-e-veloce; ieri kebab, oggi indiano, a pranzo pane e salmone comprato al supermercato, poi ci sono dei 7 Eleven dappertutto in caso di voglia di bevande o di gelato; quello dell’isola antica vendeva pure la Ubuntu Cola, mentre a pranzo ho preso una lattina della birra locale, che è buona anche se amara e ovviamente costa meno sia delle bibite che dell’acqua, e ovviamente è venduta solo nel taglio minimo da mezzo litro. Bisogna dire che la città è parecchio cara, ma se uno non ha grandi esigenze se la cava comunque senza svenarsi.
L’albergo poi è un po’ decentrato ma molto bello; la camera è arredata con mobili di legno antico e ha un bagno in pietra scura che ti ci trasferiresti; il buffet della colazione è ampio e abbondante; per tutto il giorno abbiamo té e caffé a libero servizio; la televisione trasmette film in inglese e partite di calcio internazionale; insomma siamo soddisfatti.
Domani ci aspettano i musei e poi il traghetto: a meno che abbiano Internet sulla nave, non credo che potrò bloggare…
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