Nozze ovunque
Per prima cosa devo mandare un messaggio di servizio, a tutte quelle coppie finniche che oggi si sono sposate nell’antica cattedrale di Porvoo, in cima alla parte vecchia della seconda città più antica della Finlandia. Innanzi tutto vi comunico, non capendo come non ve ne siate accorti da soli, che il prete che stava celebrando il vostro matrimonio aveva due tette così, dunque dubito molto che il vostro sacramento sia accettabile davanti al Signore. Poi vorrei sottolineare che la cattedrale di Porvoo, la principale attrazione della città , è aperta al sabato per sole quattro ore, dalle 10 alle 14; dunque i vostri matrimoni, celebrati a macchinetta da mezzogiorno in poi, hanno reso inaccessibile il luogo a centinaia di turisti, anche se alcuni se ne sono fregati e sono entrati a fotografare l’interno della chiesa in piena marcia nuziale. Costava così tanto aspettare la fine dell’orario di visita per scassare i maroni a parenti, amici e cittadini tutti con l’evidentemente inevitabile set fotografico davanti all’altare? E se pur vi ringrazio per la visione di numerose donzelle finniche in vestito elegante e scollato, vi sembra proprio il caso di invadere tutti gli angolini caratteristici della città con attrezzature di vario genere per fare ulteriori foto? Addirittura in mezzo al ponte, con le auto che mettevano due ruote sul marciapiede per riuscire a passare!
Nonostante questo, la città vecchia di Porvoo è stata una piacevole sorpresa: si tratta di un agglomerato di antiche casette di legno, alcune occupate da negozietti, ristoranti e gallerie d’arte, altre tuttora abitate dai villici. Le strade lastricate di pietre irregolari – in alcuni casi scavate sulla nuda roccia – sono ripide e tortuose, ma offrono un grande numero di scorci spettacolari. A pranzo si può anche andare a mangiare nella città nuova, nei baretti lungo il fiume, dove per dodici euro (che per la Finlandia è un prezzo stracciato) ti danno mezzo chilo di fish & chips, probabimente surgelato ma buono; a quel punto, udite udite, può persino uscire il sole, il primo sole finnico che abbiamo visto, e la Finlandia è sembrata persino un posto normale, dove l’estate è estate, il sole scalda, gli alberi veri e quelle delle barche a vela si riflettono sull’acqua, e la brezza rinfresca piacevolmente invece di portarti via e ricoprirti di pioggia nebulizzata nell’aria; un momento veramente piacevole.
Alla fine, venire in Finlandia d’estate non è tanto diverso dalla canonica vacanza in Irlanda o in Scozia che attira migliaia di italiani ogni anno; il clima è fresco e spesso piove, tuttavia non fa troppo freddo. L’unico problema è che tutto costa molto caro; mangiare anche alla veloce con meno di dieci-quindici euro a testa è praticamente impossibile, ed è normale pagare cinque o sei euro in un bar per un caffè o tè e una brioche; i ristoranti economici o self service stanno sui 20-25 euro e quelli medi sui 50. Insomma, venendo da queste parti bisogna evitare di farsi problemi per le spese correnti (poi noi siamo ospitati e ciò ha abbattuto i costi).
Comunque, la Finlandia è per molti versi ancora incontaminata, e uscendo dalla città ogni centimetro non raggiunto dall’espansione umana è ricoperto di una selva di betulle e di un rigoglioso sottobosco, appena spezzato da qualche raro campo di grano (tuttora da raccogliere) e dagli immancabili laghi. I locali sono strani, quando gli parli sono amichevoli (e poi parlano tutti perfettamente inglese) ma sembrano non abituati al contatto umano, tuttavia l’ospitalità è inappuntabile e l’organizzazione è perfetta… e poi devono avere un cuore caciarone anche loro, tanto che gli svedesi considerano i finlandesi rumorosi e maleducati e si rifiutano di ammetterli nella cerchia degli scandinavi. Ciò è dimostrato dal fatto che il guidatore del nostro bus ha preso un giallo pieno a tutta velocità , e che ho visto varie auto tirare dritto anche a fronte di pedoni in arrivo sulle strisce; probabilmente per questo sono stati capaci di produrre una generazione di piloti quasi passabili, come i vari Ricchionen e Cacchinen.
Sono strani anche per vari altri costumi, tra cui quello di fare pipì allegramente in pubblico senza il minimo pudore e senza distinzioni di sesso (stamattina c’era una ragazza che faceva pipì nel giardinetto sulla riva del fiume di Porvoo, un posto visibile da più o meno qualsiasi punto del circondario, chiacchierando amabilmente con l’amica che le stava a fianco). Tuttavia, l’intero ambiente è scuro e austero e l’impressione che ho avuto è quella di un discreto bigottume, ben diverso da Stoccolma dove tutti si abbordano per strada. Ovviamente l’unica forma di socializzazione è l’ubriachezza totale e molesta, ma di questo parleremo meglio in seguito.
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