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giovedì 20 Agosto 2009, 14:10

Sofferenze

Arriva dal San Giovanni Bosco l’ennesimo caso etico dell’estate: l’infermiera che avrebbe somministrato una dose extra di calmante a un paziente morente e in coma, accelerandone di qualche ora la morte, e venendo poi denunciata da uno dei medici del reparto.

E’ molto difficile fare considerazioni dall’esterno, senza conoscere esattamente le cartelle cliniche e le situazioni specifiche. E’ facile prevedere che l’indagine si concentrerà su cavilli: se l’infermiera era autorizzata o no a decidere di fare una iniezione aggiuntiva (comunque, pare, di entità minima: un quarto della dose oraria), se è vero che tale operazione è di routine in casi come quello ed era già stata praticata dai medici, se – dato che tutti concordano sul fatto che il paziente sarebbe morto comunque entro poche ore – si possa tracciare dal punto di vista tecnico un nesso di causalità diretta tra l’iniezione e la morte.

Io preferisco esaminare la questione dal punto di vista umano: non vi è alcun dubbio che l’intenzione dell’infermiera fosse quella di diminuire la sofferenza di un paziente comunque spacciato (se vi fosse l’esplicita intenzione di accelerare la morte, naturalmente, non lo sapremo mai). Nonostante i titoli dei giornali, non si tratta di una eutanasia in senso proprio – ossia dell’uccisione artificiosa di un paziente in condizioni devastate ma stabili, che senza tale atto sarebbe sopravvissuto indefinitamente nel tempo – ma di un caso complesso di terapia del dolore. Da una parte è dovere del medico alleviare le sofferenze del paziente, somministrandogli medicine per ridurre il dolore; dall’altra è possibile che queste medicine ne accelerino la fine, e a questo punto come si può definire il bene del paziente?

Non si può: se il paziente fosse cosciente potrebbe valutare da solo se sia meglio vivere più a lungo soffrendo di più o vivere di meno soffrendo di meno, ma se non lo è, in assenza di un testamento biologico, qualsiasi scelta del personale medico o dei familiari (il cui eventuale potere di vita o di morte sul congiunto è anch’esso molto discutibile) può essere giusta o sbagliata senza che esista la possibilità di saperlo, visto che, oltretutto, nessuno può sapere dall’esterno quanto stia effettivamente soffrendo una persona morente che non è in grado di comunicare le proprie sensazioni.

Non può essere lo Stato a decidere della vita delle persone; la stessa legge che vieta di uccidere non ha un valore etico, dato che l’etica è personale e diversa per ognuno di noi, ma soltanto un valore sociale, vietando l’uccisione in quanto dannosa per gli altri e per la società. Dunque, se non può essere lo Stato, può essere soltanto ognuno di noi a decidere per se stesso in piena libertà, attraverso una certificazione inequivocabile della propria volontà per il futuro: appunto il testamento biologico.

In questo caso, però, il testamento biologico non c’era, e allora come poteva l’infermiera scegliere? Avrebbe potuto voltarsi dall’altra parte, evitare di curare il dolore del morente, lasciarlo al suo destino; ma non sarebbe anche in questo caso venuta meno al proprio dovere di cura del paziente? Alla fine, io credo che abbia preso la decisione giusta: dato che non era comunque possibile evitare la morte del paziente a breve, nel dubbio ha errato dal lato di diminuirne la sofferenza.

Per quanto i processi alle intenzioni siano difficili, dunque, da quel che si è saputo mi sembra che non si possa imputare niente all’infermiera; anzi, il rischio (purtroppo già vivo in molti ospedali) derivante da queste campagne mediatiche è che poi il personale medico non osi più curare le sofferenze dei pazienti in fase terminale, e non ti dia nemmeno una bustina per il mal di denti per paura che poi, per qualche complicazione, sia proprio quella bustina ad accelerare la morte e a portare ad accuse di eutanasia. Ma c’è una persona che secondo me invece va censurata: il suo collega che l’ha denunciata.

E’ evidente che, in una situazione senza uscita e senza risposte giuste, ogni persona – persona prima ancora che medico o infermiere – si comporterà in modo diverso a seconda delle proprie personali convinzioni. Dunque non c’è spazio per censurare le azioni altrui, a meno che non si pensi che la propria etica sia assoluta e obbligatoria per tutti, una convinzione che però in una società civile, multireligiosa, multietnica e profondamente diversificata non può trovare posto.

Dunque a me questo medico che ha denunciato la collega pare proprio senza cuore, al punto da anteporre le proprie personali convinzioni etiche e religiose a tutto il resto, mettendo nell’occhio del ciclone una collega che comunque aveva la sola intenzione di alleviare le sofferenze del paziente, e costringendo la famiglia del paziente a vedere il proprio lutto trascinato sui giornali per giorni, assediato da taccuini e telecamere, condannato a una trafila di indagini e autopsie e funerali rimandati; causando insomma molta altra sofferenza.

Certo sarebbe diverso se si fosse trattato di una vera eutanasia, dell’uccisione di una persona che altrimenti non sarebbe morta se non mesi o anni dopo. Ma in questo caso, le poche ore di sofferenza risparmiate al paziente valgono i giorni di sofferenza inflitti alla famiglia, ai colleghi, a chiunque abbia un minimo di sensibilità per le vicende altrui? Dal punto di vista medico-legale non lo so, ma, dal punto di vista umano, questa sì che mi pare una violazione dei principi etici di un medico.

[tags]eutanasia, ospedale, medicina, vita, san giovanni bosco, etica[/tags]

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18 commenti a “Sofferenze”

  1. Lobo:

    ma scusa. La ragazzina olandese che vuole andare contro la legge no, e l’infermiera che va contro la legge si?

  2. mfp:

    VB: non credo che un’infermiera, avendo la possibilita’ di trovare qualcuno che lo aiuta a morire, si prenda questa responsabilita’ da sola. Medici onesti, ringraziando un dio, ci sono ancora :)
    Tutto e’ possibile; ma non e’ logico. E’ piu’ probabile la solita dettatura del Bene e del Male da parte del Vaticano a un branco di cerebrolesi che in chiesa neanche ci vanno (ie: di Pietro&Sons, almeno qui da me, non gliene frega niente; e io abito in burinia romana… tra la casa estiva e la casa invernale del Papa); o qualche politico che per cambiare la Costituzione con una Lenzuolata Speciale (aborro le leggi speciali, abooorrrro) in modo da poter autorizzare formalmente una qualche futura operazione di polizia. Oppure semplice propaganda; un richiamino al caso della Englaro e i casi precedenti; i preti i soldini ce li hanno… gli conviene comunque ogni tanto darli a Berlusconi per dire “ehy, noi comandiamo ancora” (dimenticando freudianamente di dire che nonostante la permanenza pretesca in tv sia piu’ corposa di entrambi i partiti politici, i credenti in Italia sono 9 milioni in discesa rapida da decenni; ma tanto chi vuoi che ragioni sul fatto che quelli comandano sia solo una impressione storica… l’impermanenza della realta’ non fa parte delle nostre tanto decantate “radici cristiane”).

    Lobo, il caso della ragazzina olandese era un mero problema di burocrazia (regolamento scolastico), lindo e pinto, analizzabile razionalmente al 100% anche se non determinabile algoritmicamente (questioni da soppesare su base esperenziale); il caso dell’infermiera include invece L’Incognita: la morte. Quale ragionamento vuoi fare – e quindi quale codice legale vuoi scrivere – su qualunque cosa includa la morte? Tu sai cosa c’e’ dopo!? Ho detto SAI, non CREDI DI SAPERE. Se lo sai mandami una mail, ti prego, giuro che non lo dico a nessuno… se invece credi di sapere tiettelo per te, che pure se e’ una cosa bella, io sicuramente credo ad una religione diversa dalla tua…

  3. Yari:

    Io comincio a sospettare che VB miri a diventare il nuovo opinionista di Studio Aperto…

  4. Lobo:

    Dopo c’e’ il grande paradiso del pastafarianesimo, con un enorme piatto di spaghetti che non finisce mai.

    (cosa credibile quanto buona parte dell’aldila’ delle religioni piu’ accreditate)

  5. Piero:

    Esiste una vita, in questa vita, non soltanto oltre la morte, ma qui ed ora che non tutti riescono a percepire, così come non tutti percepiscono gli ultrasuoni in acustica. Tuttavia con il tempo e l’esperienza è possibile riuscire a percepire questa vita che io chiamo eterna anche per chi in un primo momento non la percepisce.

    Si tratta di una vita “eterna” (eterna prché non ha un inizio e una fine, ma esiste da sempre, ancora prima della creazione del mondo e che non termina mai, perché non ha una dimensione spazio-temporale, ma una dimensione elettromagnetica che influisce sul corpo umano e in particolare sul cervello influenzandone l’attività elettrica e ormonale).

    Chi riesce a percepire questa vita eterna o forza elettromagnetica, (come se si trattasse di una informazione chimica per una formica o una ape) acquisisce una maggiore consapevolezza spirituale sul valore della vita umana alla quale ogni uomo è legato come se si trattasse di un unico corpo intelligente, o una rete, dove anche chi soffre o è in difficoltà fa parte del corpo o di un nodo della rete e ha una sua funzione fondamentale nella sopravvivenza della rete al quale il corpo intelligente appartiene.

    VB, tu sei esperto di reti. Cosa faresti se il tuo router di casa o dell’ufficio ti chiedesse di disconnettersi dalla rete Internet alla quale anche tu sei collegato, perché la tensione in ingresso al tuo router si sta abbassando e il tuo router non tollera quell’abbassamento di tensione? Non faresti di tutto per risolvere il problema di tensione in ingresso al tuo router, ben consapevole che se quel router si disconnette o tu lo disconnetti, anche tu resti disconnesso dalla Rete, magari proprio sul più bello, mentre stai scaricando il video della vittoria in finale del Toro? :-))

  6. vb:

    Lobo: Apparentemente (e salvo prova contraria) qui non è stata violata alcuna legge, la discussione è su come interpretare il concetto di “meglio per il paziente” e in quale misura una infermiera sia autorizzata a farlo senza consultare il medico.

    Yari: Ho appena scoperto che il figlio duenne dei miei vicini varesotti della montagna si chiama Yari: stai facendo proseliti! Comunque non credo che Studio Aperto si ponga grandi problemi etici, segue la linea del capo per cui qualsiasi cosa dica il Vaticano va bene, basta che non sindachi sulle feste a Villa Certosa.

    Piero: Tendo a concordare sull’esistenza di una forma di energia trascendente e di una entità olistica del mondo, ma qui stiamo parlando di una situazione già senza speranza, in cui qualsiasi scelta dell’infermiera non può evitare la morte imminente. E’ chiaro che fin che è possibile ogni cura ragionevole è dovuta, salvo il diritto di ognuno di rifiutare un trattamento per proprie convinzioni (qui non parliamo solo di chi preferisce morire prima soffrendo meno, ma anche, ad esempio, del diritto dei testimoni di Geova a rifiutare le trasfusioni di sangue per se stessi). Anzi, personalmente proprio l’idea di una connessione generale del mondo mi porta a pensare che il fatto di morire un po’ prima o un po’ dopo sia tutto sommato poco rilevante.

  7. Piero:

    VB, capisco cosa vuoi dire. Non è facile spiegarlo in termini umani, ciò che avviene davanti alla morte in fase terminale, perché tra morire prima o morire dopo, anche se di poco, cambia molto, e dipende da tanti fatttori.

    Hai presente quando chiudi Windows e quello ci mette una vita a chiudersi in attessa di salvare i dati in memoria e non vuole chiudersi perché c’è un task ancora in esecuzione o che non risponde? Che fai? Aspetti paziente il termine della procedura di shutdown nel timore di perdere dei dati e rovinare il fileststem a spegnere il PC di brutto, prima della sua chiusura naturale.

    Una persona quando deve morire è come se ricevesse dal server principale l’ordine di “shutdown” e deve avere il tempo di fare lo “shutdown”, salvare i dati in memoria su disco locale o distribuito e spegnersi in modo corretto, altrimenti gli fai una violenza, anche se è lui che te lo chiede, perché, malato o vecchio, ha fatto un aggiornamento di sistema che richiede il riavvio del PC, ma non ha ancora salvato i dati delle applicazioni aperte. Tu che ne sai se ha salvato i dati?

    Il pc reale ti chiede di spegnerlo e di riavviarlo, lui non sa cosa rischia, ma tu lo sai e non lo spegni, giusto? Perché altrimenti richia di non doversi riaccendere alla prossima riaccensione, perché il suo filesystem è stato rovinato da uno spegnimento scorretto o non ha avuto il tempo di salvare i dati su disco distribuito o locale.

    Il PC non sa quando e se verrà riacceso. Non lo può sapere, così come non lo sa l’uomo. Ma c’è qualcuno che ce lo dice che dopo spenti, verremo riaccesi.

    Sai bene che spegnere un PC senza fare lo shutdown o il reboot può mettere in crisi il filesystem, se questo non ha utility di recovery, ma non tutti lo sanno, specialmente il diretto interessato, che sarà poi chiamato a riaccendersi quando la sua cpu riceverà l’energia elettromagnetica e dovrà ricuperare i dati salvati su disco (se avrà avuto il tempo per salvarli, altrimenti resterà uno zombi e dovrà vedersela con il System Admin). Magari il disco è stato installato su un altro PC, ma cambia poco, l’importante sono i dati che devono potersi ricuperare.

    Così un PC che si distacca dalla rete deve avere il tempo di comunicare con il server principale e con i PC a cui è collegato che si sta per scollegare tramite un ben preciso protocollo e avviare la procedura di shutdown. Se non gli dai il tempo, gli fai violenza e metti in crisi tutta la rete, che non riuscirà più a riaccendere quel pc via WoL con il Magic Packet in Broadcast.

  8. mfp:

    Lobo, con me caschi male… se mi alletti col mio paradiso poi ti costringo a tagliarmi la testa mentre mi pugnalo… sono un raro incrocio tra un greco antico e una giapponese moderna. Ah, io ho paura delle lame; preferisco le cose che fanno bum; quindi se mi stai troppo vicino quando trigghero…

    Piero, ho appena scritto su un altro thread (scusa VB per il cross):

    “Personalmente mi sento solo di affermare che per eliminare la sofferenza dobbiamo ridurre il numero di esseri umani invece di deterritorializzare le risorse per produrre tecnica che permette di aumentarne il numero. E si puo’ fare o uccidendo di tanto in tanto tutti gli eccedenti (di guerra in guerra si arriva ad una Soluzione Finale), o infilando a tutti nella zucca di essere coerenti con un qualsivoglia sistema di riferimento formale che a sua volta e’ coerente con tutti gli altri.”

    Questo per dire che anche nella trascendenza, misticismo, esoterismo, e altri “discorsi dell’anima”, probabilmente non e’ saggio mescolare sistemi di riferimento diversi tra loro con persone che ti conoscono (io non so nulla di te, solo che nel thread “Sulle Sorelle” hai detto che eri cristiano, e che mi stai genericamente simpatico). Tempo fa hai detto di essere cristiano, sii cristiano… e cioe’ evita di inserire nel tuo ragionamento anche credenze di altre filosofie e religioni (es: la reincarnazione). Non mi fraintendere; preferisco l’informal al formal; pero’ per esigenze di flessibilita’, non di ambiguazione. Non e’ facile eh; le mie metafore sono famose per scorrettezza… non ti voglio fare il pinocchietto. Ti sto solo riferendo che a forza di sbagliare – ie: dopo taaaaaaanta voluminosa esperienza – mi sono reso conto che mescolando alla leggera sistemi diversi, di riferimento diversi, si creano dei syntax error nella testa dell’interlocutore a cui – volontariamente o involontariamente – avevi gia’ dato altri input su di te; il quale probabilmente fara’ una fatica bestiale a capire perche’ il tuo discorso non gli torna; e pur avendo ragione iniziera’ a blaterare per girare intorno all’errore di cui non si rende conto… non e’ nemmeno certo che ci sia, che sia il tuo, il suo, di altri…

    … ad esempio io su questo ennesimo affair indeterminabile credo che tu abbia prodotto quella metafora partendo da un tuo sistema formale in cui esiste un’anima. E VB sembra concordare. Ma io no. Io penso che, ad esempio, siamo semplicemente interdipendenti; ci passiamo l’esperienza semplicemente vivendo (metodo piu’ rapido ma error prone) o comunicando nel modo piu’ esatto possibile (matematica, procedure giudiziali, etc: metodo piu’ lento e costoso, ma se usato professionalmente, piu’ esatto). Quindi tu avrai un 2enne che impara a parlare da un 34enne, un 56enne che impara a spippolare col computer da un 16enne, un 13enne che impara la matematica da un 46enne; e, btw, che se misurassimo in conformita’ a questo anche il tempo (ie: 30anni,x giorni, y ore, z minuti, w secondi, … da quando mfp e’ nato; mfp e’ nato {vettore} dopo Piero, o {vettore} prima di Pippo, etc) ne guadagneremmo tutti in salute. Da qui si ha l’impressione che le anime trasmigrino, o resuscitino, o si reincarnino, o che esista uno spirito del tempo. Quando invece siamo semplicemente desincronizzati tra di noi (tu sei nato in un istante diverso da me, in un luogo diverso da me, e hai avuto esperienze diverse dalle mie… quindi hai colto dei frammenti che io non ho colto, e viceversa; ad esempio non ho mai visto l’Africa, che dicono faccia venire vari tipi di malesseri quando ci stai e quando te ne vai). Poi quanno ariva, ariva… a chi tocca ‘n se ‘ngrugna… come si dice li’ da voi?

    P.s.: e’ per questo che da essere profondamente laico (gr. bene comune) mi indigno quando compare un prete a dire – se ricordi quel vecchio thread di VB – che il potere deve essere uno solo. L’unica cosa che rende incoerenti i sistemi formali tra di loro sono proprio i poteri che li amministravano prima dell’avvento di Turing (ie: cio’ che ci permette di spostare quei vettori, e tutti gli altri vettori utili a coordinarci in armonia, in modo estremamente granulare a costo zero; Banking-Government-Telco-IBM-MS-Apple-Google-Facebook permettendo). Se i poteri la smettessero di riprodurre inconsapevolmente Satana nel tempo, i nuovi nati non imparerebbero che la societa’ e’ spietata, non saremmo costretti a sacrificarli periodicamente mandandoli in guerra o negandogli le risorse in casa (selezionandoci cosi’ per pessimocrazia), ripetendo artificialmente la storia in attesa di una combinazione casualmente strordinaria di elementi concreti; e saremmo gia’ tornati in Paradiso da tempo.

  9. Mir:

    @mfp: sacrosanto quel che dici sui poteri che riproducono inconsapevolmente Satana nel tempo volendo assolutizzarsi e plasmando il mondo a loro immagine e somiglianza quando va bene con “l’educazione” e quando le circostanze lo permettono col ferro e col fuoco.
    Del resto proprio Gesu’ disse di non giudicare per non essere giudicati (e in primis non da Dio, ma da se stessi! Perche’ se il giudizio e’ dentro di te e lo applichi, poi ogni volta tu stesso ti sentirai giudicato dagli altri, e il giudizio applicato per discriminare e’ quella mala erba che ti eleva a Giudice e canone della Tua perfezione in terra, ma e’ SBAGLIATA perche’ tu sei un frammento divino, ma spiritualmente ancora inconsapevole, poiche’ la tua spiritualita’ e’ in embrione).
    Questo fu il tragico peccato di Giuda che dopo aver tradito, giudico’ cosi’ pesantemente se stesso da ritenere impossibile il fatto di poter essere perdonato, e si impicco’.
    Un mio mentore esoterico (che poi e’ un uomo come me e che quindi non ho mai elevato a mito, ma di cui riconosco l’ampia e approfondita conoscenza di religioni, tradizioni esoteriche diverse, e filosofie) disse un giorno che nell’Uno (che poi sarebbe Dio per chi ci crede, la Suprema Unita’ per altri) si troverebbe l’unico punto di vista che coglie nel suo vero significato l’esistenza di tutti noi, frammenti incompleti e apparentemente talvolta inconciliabili.
    Quando hai la visuale di tutto il dipinto anche quel puntino nero in fondo a destra che non dice niente acquista una sua necessita’.
    Se tutti comprendessimo profondamente cio’ ad un livello piu’ intuitivo che mentale, penso che molti problemi dell’umanita’ si attenuerebbero, ed inizierebbe una nuova eta’ dell’oro (non insenso prettamente materiale, ma so che hai capito).
    E secondo me possiamo arrivarci, poiche’ c’e’ un canale aperto tra il singolo e l’anima collettiva, Dio, l’Unita’; come faccio a dirlo? Perche’ molti lo sentono, perche’ tantissimi sentono il bisogno di concepire un Dio, e secondo me non e’ solo la necessita’ di piccoli esseri impauriti e impotenti che cercano potenza. Perche’ tutti riconosciamo alcune forme dell’Amore (tra uomini e donne, nell’amicizia..) che e’ una forma di energia che unisce al di la’ delle differenze mentali o di vedute.
    Eppure tutto questo e’ ancora (come dice Battiato in una sua canzone) “l’ombra della luce”, ed esistono livelli di consapevolezza ancora piu’ vicini a quello di “chi vede tutto il dipinto e vede che pur nella tragedia locale piu’ nera esso e’ e rimane nel suo complesso, perfetto e stupendo).

  10. Piero:

    mfp, il cristianesimo non è una religione e nemmeno una filosofia, sebbene lo si inquadri come religione. La reincarnazione cristiana è la ricongiunzione dell’anima con il proprio corpo. L’anima per ricongiungersi con il proprio corpo si deve salvare da qualche parte, così come su un PC si salvano i dati su un HD locale o distribuito o su una chiavetta USB, operazione chiamata comunemente “salvataggio dei dati”, dove i dati rappresentano l’anima del pc, il software. E’ solo una metafora per spiegare il concetto e che secondo me ha una analogia con la storia della salvezza, dove Dio manda Gesù per salvarci, per salvare l’anima dell’uomo non solo al momento dello shutdown, ma possibilmente anche prima.

  11. Mir:

    @Piero: scusa ma secondo me la metafora del salvataggio dei dati e’ un po’ semplicistica e non copre il caso in questione.
    Se diamo dignita’ agli embrioni e cristianamente ci proclamiamo contro l’aborto, vuol dire che l’anima esiste al momento del concepimento, ma direi anche prima (nel gergo: “si fa carne”).
    Se l’anima viene unita alla sorte del corpo con l’atto del concepimento e ne viene rilasciata all’atto della morte in attesa di una resurrezione (ri-unione con il corpo) allora nel momento del trapasso essa non muore, indipendentemente da come avviene il trapasso.
    Diversamente devo ritenere che “chi muore in un incidente stradale” e’ volonta’ di Dio e allora l’anima non muore, ma chi muore per mano di una infermiera pietosa che vuole abbreviare una sofferenza fisica cagiona la “morte dell’anima” e quella mano pietosa e’ contro la volonta’ di Dio?
    Mi viene molto molto difficile da metabolizzare.
    Vorrei capire…

  12. Piero:

    Mir, belli i tuoi commenti. Per quanto riguarda Giuda, il suo suicidio per me rappresenterebbe il fallimento della missione di Gesù, se lo interpretiamo come dici tu.

    La missione di Gesù è la salvezza di tutti, compresa quella di Giuda. Il suicidio di Giuda io lo vedo come il suicidio di Dio incarnato in Giuda (controfigura di Gesù) e che si uccide per togliere di mezzo il Satana che è entrato dentro di lui, cioè dentro Dio incarnatosi in Giuda. Infatti Gesù consegna a Giuda il boccone di pane inzuppato e dopo Satana entra dentro Giuda. Quel boccone è l’eucarestia, è il corpo di Gesù stesso e quindi di Dio che si incarna in Giuda. Giuda quindi non agisce più da uomo, ma da Dio incarnato. (interpretazione forse eretica, ma io la vedo così, altrimenti si vanifica la missione di salvezza di Gesù e di Dio stesso, perché Dio manda Gesù per salvare l’uomo e non se stesso).

    La volontà di Dio è sempre la salvezza dell’uomo a partire da questa vita terrena dove l’uomo è chiamato a salvarsi l’anima nell’amore (disco distribuito di backup) e per la sua salvezza Dio che è amore (cioè il disco distribuito di backup, metaforicamente parlando) si incarna in Gesù (software di backup) e che noi dobbiamo imparare a usare, seguendo le istruzioni (i Vangeli).

    La differenza tra la morte per incidente stradale e quella per eutanasia, dal mio punto di vista, sta solo nel tempo che abbiamo a disposizione per amare, cioè per fare il “backup” dei dati e non è detto che se non ci pensiamo noi, ci possa pensare qualcun altro a fare il backup in modo automatico, in background, se gli diamo il tempo.

    E’ invece l’anima di chi pratica l’eutanasia che si allontana dalla salvezza perché non capisce che ad ogni uomo (o pc) deve essere concesso tutto il tempo per salvare la propria anima già da questa vita e non è autorizzato a sostituirsi a Dio nella decisione di fare lo shutdown.

  13. simonecaldana:

    E quindi visto che ha gia’ perso la salvezza dell’anima gliele diamo ancora insieme.

  14. mfp:

    Mir, con me sfondi una porta aperta… sono convinto che siamo interdipendenti. Dico soltanto che in qualunque modo tu voglia riformulare cio’ che ti circonda, l’importante e’ che e’ coerente e solidale con gli altri sistemi di riferimento. Che sia Gaia il pianeta che vive o Dio… Unity… e’ uguale. Basta che e’ coerente con gli altri; ci sono invece centralizzazioni sociali esistenti solo ed esclusivamente per la storica e oramai obsoleta necessita’ di tutelare un gruppo su un altro (gli italiani dagli stranieri, i cattolici dagli ebrei, i romanisti dai laziali, ibm da olivetti, etc)… a fare le scarpe al prossimo. Fino a che non avevamo raggiunto i limiti dell’equilibrio popolazione/risorse/tecnica andava bene; ma adesso (ie: da decenni) qualunque diatriba e’ uno spreco inammissibile… un passo in piu’ verso il baratro. Abbiamo un livello di consapevolezza dell’interdipendenza molto piu’ alto di tanti anni fa; il clero, il governo, etc non solo sono la principale causa di diatriba, ma non servono piu’ a coordinarci; figurati una legge per dire a me che pure se sono paralitico ho da campa’ se no la mia anima non viene scritta nel Grande DB di Un Dio. Io ti sputo in un occhio. So’ gia’ che le risorse sono limitate; che c’e’ qualcuno che le difende e le ruba con le armi; etc; se ragiono per cerchi concentrici partendo da me (PCF), e cosi’ gli altri, come gia’ facciamo (solipsismo), con questa visione globale (terra tonda;risorse limitate/scarse;etc) delle cose ben ferma in mente (DCF), non ho piu’ bisogno di ricorrere a storielle di fantasia per far quadrare i conti, terze persone che scelgono al posto mio, etc. Mi basta ricordare che dipendo anche dalla decisione della persona che ho davanti, per copulare con tutto l’universo. Sono convinto anche io che esista “un canale aperto”; e’ Internet (siamo qui a parlare no?); ma ritardando cosi’ tanto l’ipv6, buttando cosi’ tante risorse nel SaaS, la PEC, etc. la sua evoluzione e’ stata bloccata a meta’. Nel tentativo di rimettere del dentifricio nel tubetto, e’ stato rotto il tubetto. Oltretutto si continua a perpetrare tutto cio’ che e’ obsoleto: Fassino che educa i nuovi leader (orrore e tragedia!), il papa (cooperatores veritatis) che si scaglia contro il relativismo (“la mia balla e’ l’unica balla vera”), migliaia di associazioni che tirano per la giacchetta quella parte minoritaria della popolazione che dedica parte del suo tempo ad attivita’ socialmente utili…

    Piero, c’hai fatto caso che dai per scontata l’esistenza di un anima e di un dio? Cioe’ che ti rivolgi a me costruendo in un sistema di riferimento per me abbastanza sconosciuto, non condiviso, e che formalmente non e’ condivisibile? Qualunque cosa ci costruisci dentro per me, cosi’, e’ inutile. E’ come chiedere ad un gay perche’ e’ gay… potrebbe mandarti a quel paese per mancanza di relativizzazione; se invece e’ carino ti risponde con un’altra domanda “Tu perche’ sei etero?”. Non mi fraintendere; fa piacere parlare di quanto siamo carini a volere il bene per il prossimo, pero’ qui stiamo parlando di un presunto omicidio. Sull’anima prima mettiti d’accordo con ebrei, musulmani, etc, etc. e poi ne riparliamo; per me in qualunque modo vediate le anime va bene, io mi adeguo, sono sempre stato curioso dei sentimenti religiosi altrui; basta soltanto che teniate bene a mente il fatto che sono delle nostre fantasie… e cioe’ che non si puo’ decidere della vita e della morte del corpo altrui, e ancora meno che si puo’ fare in funzione delle fantasie di qualcuno o addirittura di tutti. E cioe’ che non puo’ esservi legge; e ancora meno puo’ essere in funzione di una fantasia. Quello e’ un presunto omicidio, ci sono delle regole per gli omicidi, persone che ci lavorano sopra, etc. Ci possiamo appiattire su una sola interpretazione di un omicidio perche’… e’ una pratica per i piu’ sconveniente (per un armadio a due ante, armato fino ai denti, forse no; per me scriccioletto si), e occorre una procedura per limitare la diffusione di tale pratica. E cosi’ per gli stupri, i furti, etc. Ma sul resto… e’ abbastanza scimmiesco perfino discuterne.

  15. vb:

    Io comunque sono proprio il genere di persona che quando il PC rimane piantato durante lo spegnimento lo prende a cazzotti e poi si attacca al pulsante dell’accensione finché non si spegne immediatamente…

  16. Piero:

    mfp, dici che “il clero, il governo, etc non solo sono la principale causa di diatriba, ma non servono piu’ a coordinarci”. Praticamente sostieni l’inutilità di un ente religioso o politico che ci governi o coordini con la legge. E’ un pensiero anarchico, inteso come il fare a meno dello stato e di ogni potere costituito in nome della libertà e dell’autonomia individuale, mi pare di capire.

    A me sta bene, perché il cristianesimo mira proprio alla creazione di un popolo dove tutti sono fratelli in nome della libertà e dell’autonomia individuale nell’amore e nella solidarietà reciproca.

    Ciò è sostenibile se è l’amore e la solidarietà reciproca il collante della libertà e dell’autonomia individuale che rende inutile il governo. Perché se il collante è invece l’egoismo e l’accaparramento delle risorse, allora ritorniamo alla necessità di un governo che ci coordini con la legge al fine di evitare abusi e sperequazioni da parte dei più forti e dei prepotenti.

  17. Mir:

    Piero: in realta’ l’anarchia non c’e’ mai stata, tranne che per brevi periodi storici.
    La norma e’ necessaria, perlomeno di facciata, poiche’ non e’ mai stato l’amore ad ispirare l’umanita’, ma l’accaparramento (di qualsiasi cosa).
    Dunque abbiamo sempre avuto una oligarchia (sia in fasi democratiche che in fasi monarchiche; sempre pochi sono stati quelli appartenenti allo scodazzo dei potenti che han potuto usare ed abusare delle risorse a loro piacimento; e se erano “illuminati”, tanto meglio, ma raramente cio’ e’ accaduto, e se oggi molti godono di migliori condizioni, e’ grazie all’apparente “civilizzazione” resa necessaria dal capitalismo, in quanto per definizione il capitalismo si e’ basato sulla produzione di beni di consumo di massa, e questi beni qualcuno li doveva pur comprare, ergo per comprarli il benessere ha dovuto diffondersi anche tra le masse in misura molto maggiore rispetto ad esempio al medioevo).
    Quindi, di diverso oggi c’e’ che INCIDENTALMENTE grazie al capitalismo, molti han potuto lasciare la zappa e ardire pensieri piu’ consapevoli. E’ persino nata Internet! Ed eccoci qui.
    Torneremo alla zappa, ai servi della gleba ignoranti, alla cultura nelle mani di pochi signorotti?
    Vorrei dirti di no, ma mi sa di si. Perche’ l’umanita’ NON CE LA FA!
    Il capitalismo si affloscia perche’ alla fine non e’ sostenibile, e noi ricadiamo all’indietro.
    Diritti acquisiti grazie a battaglie e anche al corso della storia favorevole, vengono erosi a gran velocita’.
    Le guerre continuano, la violenza non si ferma, e man mano che perdiamo privilegi che non ci sono dovuti diventiamo piu’ cattivi.
    Basta vedere le regole del mondo politico e/o economico: si cerca sempre prima il COLPEVOLE da far fuori, ma mai il modo di andare avanti in maniera migliore per tutti..ANZI! In nome dei soldi e degli appalti si rifanno esattamente gli stessi errori, salvo rifar fuori un altro capro espiatorio poco piu’ avanti.
    L’umano sembra ricadere sempre nello stesso solco di un disco rovinato.
    Qui ci vuole proprio un miracolo (se vuoi nel senso piu’ religioso del termine), ovvero che entri nella zucca dell’umano un nuovo swing, un nuovo vento, inteso come modo di sentire, ma proprio nuovo, che ci liberi dall’empasse, che ci faccia
    pensare e sentire diversamente per spiccare un salto ed evitare l’involuzione.
    So che chi ha la fede in teoria gia’ ce l’ha (anche se ti devo dire che molti sedicenti “fideles” all’atto pratico li vedo operare ne’ piu’ ne’ meno come gli altri), pero’ qui servirebbe una “conversione” di massa (non intesa in senso solo prettamente religioso, eh? Anche se so che potrai intenderla cosi’).
    Per intanto si naviga a vista, cercando nel proprio individuale per quanto e’ possibile di aderire a regole di umanita’ e di buon cuore piuttosto che di cecita’ ed egoismo, per il resto non si puo’ che attendere gli eventi che modificheranno a breve (volente o nolente) tutto il sistema.

  18. mfp:

    Piero… non e’ un pensiero anarchico, e’ Lutero. E’ Mazzini. E’ Saint-Just. E’ Bukowski. E’ (Massimo) Fini. E’ Casaleggio. E’ Hasan-i Sabbah. Guarda nel “mio film”, verso la fine ne trovi un elenco sterminato dal 1250 ad oggi. Chiami anarchia un ordine, e tutti gli ordini, che tu non capisci. E chiami ordine un’anarchia, e tutte le anarchie, che pensi di conoscere.

    clero := dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere). Dal primo significato di sorte, passò ad indicare il lotto di terra (in particolare delle colonie), formalmente dello stato, assegnato appunto in sorte agli spartiati e trasmesso ereditariamente (da qui anche il significato di eredità). Nel Nuovo Testamento la parola compare già col significato di parte eletta dei fedeli, che ha un’eredità in cielo.

    Lascia perdere cio’ a cui mira il cristianesimo… te l’ho gia’ detto, l’illusione e’ bella, mi piace, mi illudo con te molto volentieri. Non a caso continuo a parlare di strumenti di rete full distributed. Pero’, se anche ci sono dei problemi di trust che richiedono supernodi (e non e’ vero anche in termini tecnologici), non e’ subordinandoci tutti ad un gruppo di eletti piuttosto che un altro, che produciamo un cambiamento utile. Detto in altro modo: se si usassero gli strumenti tecnologici necessari e sufficienti, e solo quelli, e p2p (ie: full distributed, senza supernodi), sarei felice di vedere una societa’ cristiana inconsciamente (come suggerisce Mir per bypassare la scimmizzazione di questi anni, da cui nessuno di noi si puo’ dire completamente immune) appollaiata su quegli strumenti. Ma non cattolica; penso ad una di quelle varianti senza amministrazioni centrali, che non propagandano globalmente/broadcast, e che non sono aggressive nei confronti delle alte religioni. Per realizzare quel nostro sogno bisogna (entrambi) adottare la tecnologia che sembra piu’ cristiana… sopra a quelle distribuite puoi poi ridipingere l’architettura sociale che piu’ preferisci (e’ un template del software finanziario personale client-side; chi vuole quello cattolico ci mette il template col santino di Padre Pio, chi vuole quello fumettoso ci mette Lamu’ in mutande tigrate; etc); ma tecnicamente occorre usare quegli strumenti per evitare le asimmetrie informative che ci espongono periodicamente a fallimenti di sistema distruttivi. Ognuno di quegli articoli in oggetto, e ognuna di queste discussioni in termini animistici, ci allontana dall’obiettivo. Che vengano scritti da una stampa propagandistica per costituzione, o proprio su diretto ordine di una qualche setta di fanatici, o per semplice iper-fantasia del giornalista… non ne ho la piu’ pallida idea. Ma l’anima non centra niente con un presunto omicidio… e parlare di anime da salvare sul DB non centra niente con questo episodio che sembra essere al piu’ un banale errore tipicamente umano. Guarda, anche parlando in quei termini, preferisco pensare che non c’e’ niente da salvare se non che tamponare in modo squisitamente umano, non legale/meccanico, gli strascichi che si lasciano dietro le situazioni delicate che coinvolgono la vita pre-parto o gli altri casi limite (ie: dove c’e morte). Sono madri, mariti, fratelli, figli… che devono buttare giu’ un boccone amaro; spesso non si e’ preparati; spesso si e’ fragili; spesso fa rabbia; spesso cambia radicalmente la vita, e non solo in peggio. Se poi vogliamo dirla proprio tutta… ci sono illusioni che acchiappano molto di piu’ eh; pensa gia’ solo alla storiella delle 7 vergini nel paradiso del kamikaze… insomma, abbiamo entrambi bisogno di usare la tecnologia perche’ e’ storicamente ineliminabile, solo che tu ti ostini ad ignorare le questioni tecniche; ragioni in modo squisitamente emotivo. Non va bene. Servono entrambe le cose.

 
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