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sabato 3 Luglio 2010, 12:52

Lo scopo di Twitter

Bazzico d’abitudine un po’ tutti i social network, ma fino a questa settimana c’era una eccezione: Twitter. Onestamente non ne ho mai capito bene il senso, visto che se proprio vuoi raccontare al mondo tutto quel che fai una riga alla volta puoi sempre aggiornare il tuo status su Facebook. Tuttavia, anche solo per vedere com’è, qualche giorno fa mi sono registrato.

O meglio ci ho provato; perché metà delle volte mi veniva fuori una schermata che diceva che la capacità massima del sistema è stata superata e di riprovare più tardi.

Poi ho aggiunto due o tre amici nella lista, per ricevere nella mia home i loro aggiornamenti.

O meglio ci ho provato; perché anche qui continuavo a ricevere la simpatica paginetta di errore ogni due per tre.

Quando ieri pomeriggio ho letto che Ronaldo aveva usato il proprio Twitter per invitare Felipe Melo a non tornare più in Brasile (e noi siamo contenti: viste le prestazioni, speriamo che giochi ancora a lungo nella Juve), sono andato a vedere.

E ho ricevuto la pagina di errore, per dieci o venti volte consecutive, senza riuscire a vedere un bel niente.

Ma allora spiegatemi, la gratificazione nell’usare Twitter è riuscire a caricare le pagine?

[tags]internet, social network, facebook, twitter, capacity planning[/tags]

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7 commenti a “Lo scopo di Twitter”

  1. Fabio Varesano:

    Attenzione a non sottovalutare twitter.. io avevo piu’ o meno le stesse considerazioni dubbiose su Facebook 4 o 5 anni fa, quando in Italia ancora nessuno lo utilizzava.

    E’ triste dirlo pero’ in Italia servizi del genere prendono piede solo una volta tradotti in Italiano, proprio come successe con facebook.

    Personalmente io uso twitter, come altri n milioni di persone.. quindi attenzione a non essere superficiali.

    L’uso puo’ essere differente: chi lo usa come un facebook semplificato, chi tenere d’occhio un determinato topic (eg torino, worldcup), seguire che si dice nel mondo a riguardo della propria azienda.. addirittura ad alcune conferenze o eventi, all’entrata viene dato un hashtag e twittando con quell’hashtag si puo’ fare domande o intervenire..

    Attenzione pero’: lo scopo di twitter non e’ raccontare al mondo tutto quello che si fa!

    Per quanto riguarda i problemi di uptime penso tu sia stato un po’ sfortunato: magari ti sei collegato in concomitanza con qualche grosso evento (mondiali?) e quindi twitter era sotto pressione.

    JM2C

  2. ff:

    Me lo sono chiesto anch’io a che serve e sono giunto alla stessa conclusione di Fabio: lo scopo di twitter non e’ raccontare al mondo tutto quello che si fa. Però perché lo si possa utilizzare per il suo vero scopo, ovvero seguire che accade per il mondo, è necessario che vi siano molti scemotti che non lo capiscano e scrivano quello che fanno, altrimenti resta vuoto :D

  3. dela:

    Insomma, trovo i commenti scemotti molto piu’ su fb che su twitter. La probabilita’ di trovare qualcosa di interessante su twitter (o friendfeed per esempio) e’ molto piu’ alta che su fb, almeno per me, inoltre puoi seguire quello che dice un utente senza per forza diventare “amico”, nello stesso modo in cui sto leggendo questo feed rss.

    Ci sono diversi servizi di informazione su twitter, e’ piu’ facile aggiornarlo in real time mentre le cose accadono (c’e’ un servizio anche del comune di torino, per esempio), ed e’ piu’ facile, almeno nel campo ICT, che il blogger/sito che ti interessa scriva su twitter o ff piuttosto che su fb, dove le discussioni sono chiuse.

    Trovo fb molto utile per giocare a farmville e organizzare le cene dei compagni di classe delle superiori-medie-elementari-asilo, per il resto l’ho completamente scollegato da qualsiasi altro social network su cui sono presente, e ormai mi collego una volta al mese circa, e addirittura ho fatto un pensierino di cancellare l’account completamente.

    Anche tu vb scrivi le tuo note qui, e non solo su facebook, altrimenti su fb le leggerebbero solo coloro a cui hai dato l'”amicizia”, e credo che i lettori del blog (anche occasionali) siano in numero superiore ai contatti che hai su fb, per non parlare del fatto che quello che scrivi qui viene indicizzato da google, quello su fb no.

    Diciamo che i due servizi hanno target completamente diversi, e io voto per twitter.

    Poi, che twitter abbia seri problemi di scalabilita’ e’ un’altra cosa.

    Ps: in realta’ il boom degli italiani su twitter c’e’ gia’ stato, perche’ il servizio e’ semplice e si puo’ quasi capire senza traduzione, ed e’ avvenuto un paio di anni fa quando hanno aggiunto la possibilita’ di update e ricezione tramite sms. Ricordo una slide di un fondatore di twitter a una conferenza il cui titolo era “Italians…” che faceva vedere la crescita di nuove iscrizioni e di uso da parte di gruppi esteri legato all’introduzione di nuove features.

  4. Hayabusa:

    D’altro canto anche i Blog (o web-log) sono nati con l’idea di raccontare in una sorta di diario i fatti propri su una pagina internet… da lì si sono evoluti in giornalismo, opinionismo e anche forma di aggregazione.

  5. Massimo Manca:

    Ma anche sul fighettissimo FriendFeed mi sembra di non averti mai visto (il che non depone a tuo sfavore, eh).

  6. vb:

    Un passo per volta… :-D

  7. Piero:

    Evito i social network come la peste. Li considero come dei ghetti in quel grande “ghetto” che è Internet. Stento a capire perché tante persone si vadano a “ghettizzare” nei social network. Per ritrovare gli ex compagni di scuola e organizzare cene o rimpatriate? E’ stupido dal mio punto di vista.

    Abbiamo la possibilità di avere tutti un dominio personale sul quale costruire il nostro blog personale per appendere gli annunci a pochi euro all’anno con i feed e, nonostante questo, preferiamo andare ad appendere gli annunci su spazi che altri ci mettono a disposizione gratuitamente, come se fossero bacheche universitarie, senza pensare che chi gestisce questi social network può decidere di venderli o chiuderli e bloccare il servizio dall’oggi al domani, come avvenuto con Geocities.

    Uno rischia così di ritrovarsi senza più un punto di riferimento, se nel frattempo non ha imparato a camminare da solo e soprattutto se non ha imparato ad appendere il proprio fiocco rosa, azzurro o viola sulla propria porta di casa.

 
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