I nuovi mostri
Mi ha fatto molta tristezza, una tristezza infinita, leggere l’articoletto che Però Torino dedica alle abitudini culinarie dei nostri due consiglieri regionali, Bono e Biolé.
L’articolo – che prende per il culo i due in quanto avrebbero rifiutato le “veterofasciste” ricette della mensa della Regione, pretendendo e ottenendo l’inserimento nel menu della pasta integrale – è, ovviamente, una montatura: tale richiesta non è mai stata fatta. La richiesta è stata quella di poter avere l’acqua del rubinetto in caraffa invece che quella in bottiglia di plastica, e in generale di evitare l’utilizzo di contenitori usa e getta: calcolando che gli utenti della mensa sono alcune centinaia al giorno, l’impatto ambientale di una azione piccola ma semplice come questa è comunque non trascurabile, né si capisce perché le istituzioni si debbano riempire la bocca di inviti alla “sostenibilità ambientale” senza mai praticarla per prime.
Le voci dicono che la mensa abbia accettato di servire l’acqua in caraffa gratuitamente solo per loro, dato che dire di no a un consigliere regionale (persino se di opposizione all’opposizione) non rientra nelle abitudini di un dipendente pubblico, e che questo abbia provocato mugugni in tutti gli altri dipendenti, costretti invece a pagare le bottigliette; al che si sarebbe giustificata la cosa dicendo che “sono vegani”. Cosa c’entri l’essere vegani con la bottiglietta non si sa, e anzi fa un po’ specie l’ignoranza totale che sottende alla cosa; ma fa capire bene come in questi ambienti siano loro, i grillini, ad essere visti come i nuovi mostri – vegani perché, chissà , verranno da Vega.
Bestie strane, che praticano riti incomprensibili, azioni inspiegabili (solo perché non ci si preoccupa di cercarne una spiegazione sensata), e che non si confondono con la folla: questo è appunto il ritratto che ne fa il giornalista di Però. E dunque il problema non è l’ironia, che spesso pratichiamo da soli abbondantemente; è la tristezza di una informazione che non si preoccupa di chiamare e chiedere, di capire il problema di cui dovrebbe parlare, ma è soltanto diretta a prendere in giro i “mostri” in quanto tali, in quanto diversi dagli altri.
Fa specie che questo avvenga nell’Italia di oggi. I mostri, i diversi, non sono gli imprenditori che licenziano, i mafiosi che ammazzano, i difensori della famiglia con tre amanti e così via. I mostri non sono un Presidente del Consiglio e un Presidente della Camera che litigano come due ex coniugi isterici e che usano qualsiasi tipo di istituzione, dal Parlamento ai servizi segreti, come un oggetto contundente da tirarsi addosso nella rissa; i mostri sono gli altri, quelli che non si comportano così.
Rischiamo ancora che, la prossima settimana, il governo Berlusconi cada non per la furia indignata degli italiani, in gran parte impegnati a prendere per il culo i diversi e prendersela nel culo da chi comanda, ma per le manovre di palazzo di gente come il leggendario Deodato Scanderebech: eletto all’opposizione nell’UDC, entrato alla Camera a inizio agosto in subentro a Vietti si è direttamente iscritto al gruppo del PDL, battendo ogni record di incoerenza; dopodiché, dopo meno di due mesi, oggi ha annunciato il suo ritorno all’UDC, abbandonando la nave di Berlusconi forse diretta verso gli scogli e sottraendo uno al famoso conto dei 316. Come diceva solo sei mesi fa nello spettacolare inno del suo partito-persona Al centro con Scanderebech, che riportiamo più sotto, “i valori lo sai non sono in vendita, servono fatti e pura lealtà ”.
Io credo che le cose da sbeffeggiare sarebbero queste; e allora viene sempre tristezza, quando ci si rende conto di come moltissimi italiani siano perfettamente abituati all’Italia in cui vivono, e trovino risibile l’idea di concepirne una diversa.
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24 Settembre 2010, 01:55
Oggi è un mostro chi si mostra per quel che è, invece che apparire. Un mostro in quanto diverso, certo, ma anche in senso strettamente etimologico: dal latino monstrum: cosa straordinaria, prodigio, che a sua volta trae direttamente da monere: mostrare. E’ mostro, quindi chi si mostra e chi mostra le cose, paradossalmente di-mostrandole.
Insomma, vb, sei un mostro! (prendilo come un gran complimento)