Aggiornamenti sulle comunali a 5 stelle
Alcuni di voi, dopo i post passati, mi hanno chiesto aggiornamenti su come procedano le vicende della lista civica torinese del Movimento 5 Stelle. Il tema è delicato, ma mi sembra comunque giusto fare un piccolo e asettico rapportino.
In queste due settimane si sono tenute due riunioni serali. Nella prima si sono confrontate le due visioni a riguardo della composizione della lista, quella (da me sostenuta) che spingeva per una lista interamente fatta dai cittadini attraverso le primarie, e quella che spingeva per una lista fatta all’interno del gruppo di una ventina di persone che si è riunito regolarmente in questi mesi. Alla fine, in una riunione abbastanza partecipata, si è optato per una soluzione di compromesso che accontentasse o scontentasse ugualmente tutti: dunque si è scelto di affidare la scelta del candidato sindaco (si suppone che per i consiglieri ci saranno meno aspiranti che posti, come è sempre stato) a un doppio voto parallelo – uno tra gli “attivisti” e uno tra tutti i cittadini. Ciascuno dei risultati dei due voti peserà per il 50%.
Chiaramente, un sistema di questo tipo non rispetta in senso stretto il principio “ognuno vale uno”, perché se supponiamo che nel primo voto votino 50 attivisti e nel secondo 500 cittadini risulterà che il voto di un attivista vale come quello di 10 cittadini. D’altra parte lo stesso principio è stato molto dibattuto; varie persone lo interpretano come “ognuno vale uno se è attivo nel Movimento”, conservando la distinzione tra attivista e simpatizzante-cittadino generico; queste persone hanno paura di ogni genere di cattivo fenomeno associato ai voti di massa, cioè di voti non informati, dati con superficialità , manipolati tramite il “rastrellamento” di amici e parenti e così via. Alla fine, la via di mezzo è stata ritenuta l’unica percorribile per non spaccare il gruppo; io sono comunque contento di avere ottenuto che le primarie pubbliche vengano fatte.
Si è anche deciso che soltanto tre candidati saranno ammessi alle primarie, affidando al gruppo degli “attivisti” una scrematura iniziale tra tutte le candidature presentate; si è inoltre deciso che solo chi è attivo nel Movimento da almeno sei mesi possa candidarsi a sindaco, mentre la candidatura a consigliere è più libera, fatti salvi i requisiti di Grillo e un controllo da parte del gruppo per evitare persone poco raccomandabili.
La riunione successiva è stata molto partecipata; si sono presentate una settantina di persone, di cui una ventina mai viste prima, grazie anche all’attività di promozione su Facebook svolta da uno dei partecipanti. Questa attività di promozione ha suscitato notevoli polemiche, in quanto una parte del gruppo ha accusato il suo autore di voler portare in riunione “truppe cammellate” per influenzare il risultato delle votazioni. La polemica è stata acuita anche dal risultato un po’ a sorpresa delle votazioni della serata: si è deciso che anche gli ultimi arrivati, se lavoreranno alacremente nel prossimo mese, potranno essere considerati “attivisti” e votare nella prima parte delle primarie; e si è deciso che per potersi candidare, sia a sindaco che a consigliere, è necessario non aver mai avuto una tessera di partito in vita propria.
Su questo punto, nei giorni dopo la riunione, si è aperto un ulteriore fronte di polemica: un gruppo di persone entrate da poco nel gruppo – tra cui alcune persone che avevano la tessera del PD fino a pochi mesi fa e un ex consigliere comunale della Margherita – hanno iniziato a contestare pesantemente la scelta di vietare le candidature agli ex tesserati, chiedendo che venisse ridiscussa, e anche a mettere in discussione la scelta di non allearsi con alcun partito.
La prossima riunione si terrà domani sera; sarà aperta al pubblico, ma, per evitare le polemiche della scorsa volta, sulle metodiche del voto tra gli attivisti saranno ammessi a votare solo gli attivisti stessi (una lista di 55 persone). Nel frattempo le discussioni continuano sul forum, che è aperto a tutti, in maniera anche parecchio accesa (io stesso ho dovuto smettere di scrivere per alcuni giorni dopo essermi trovato nel mezzo di una classica flame war).
Per quanto mi riguarda, sono in una fase di riflessione: il clima acceso e le parziali differenze di vedute sul rapporto tra Movimento e cittadini non incoraggiano la mia partecipazione, ma per portare avanti un progetto politico bisogna agire in gruppo e per far sopravvivere il gruppo ogni individuo deve accettare qualche compromesso e fare qualche passo indietro. Io ho le idee molto chiare su come vorrei cambiare Torino; non vedo l’ora che si possa finalmente parlare di questo.
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