Il business di ammazzare la gente
Ieri sera è finalmente arrivata la sentenza sul caso Thyssen-Krupp; ed è una sentenza storica, quella in cui speravamo in molti, ma che ci aspettavamo in pochi. Eppure è tutt’altro che immotivata.
Infatti, se – come pare confermato dalla sentenza – l’azienda ha coscientemente cominciato a smantellare o smesso di mantenere gli impianti di sicurezza in quanto pianificava di chiudere lo stabilimento a breve, pur conoscendo benissimo il rischio, c’è stata una volontà esplicita e cosciente (non una semplice sottovalutazione del rischio) di mettere in pericolo la vita degli operai; e dunque non è un omicidio colposo, ma volontario.
Che un’azienda si comporti così non mi stupisce; ormai è considerato normale calcolare i morti nei business plan. Le perdite di vite umane sono considerate danni collaterali necessari allo “sviluppo” e all’economia, quantificate a priori e “risolte” con una assicurazione o uno stanziamento preventivo di fondi per pagare i risarcimenti ai parenti dei defunti. Non vale certo solo per i privati; è lo stesso calcolo che hanno fatto Chiamparino e soci, con tanto di studio del Politecnico, per autorizzare l’inceneritore del Gerbido. Uccidere un po’ di gente e poi “ripagarla” costa meno e dunque, cinicamente, si fa così; ed è proprio per questo che il carcere duro ai dirigenti d’azienda e ai sindaci cancerofili è l’unico deterrente possibile.
Ora si dice che una sentenza così dura farà chiudere le aziende, farà scappare gli imprenditori stranieri. Lo si dice sempre, ogni volta che si chiede al capitalismo una responsabilità anche minima; del resto l’unico modo in cui buona parte degli italiani concepiscono il fare impresa è quello di fare ciò che gli pare: non pagare le tasse, trattare i lavoratori come carta igienica, corrompere politici e giudici, violare qualsiasi normativa ambientale. Di imprenditori così non abbiamo bisogno, e ve lo dice una persona che nella sua vita ha fondato sei aziende; fare impresa in modo normale, insieme ai propri dipendenti invece che contro di loro, non solo si può, ma è l’unico modo che può funzionare in un sistema economico sviluppato, in cui il capitale che fa davvero la differenza per il successo delle aziende è solo quello umano.
L’alternativa è diventare non la Cina, ma il retrobottega schiavizzato della Cina; poveri, sfruttati e vittime sacrificali di una idea malata di progresso.
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17 Aprile 2011, 19:03
..e infatti il ricatto occupazionale è puntualmente arrivato: “restiamo in Italia, ma dopo la situazione che si è venuta a creare con il verdetto di Torino sarà difficilissimo lavorare da voi“ (cosa vorrà dire esattamente, poi?)
17 Aprile 2011, 19:14
A me hanno disgustato di più le dichiarazioni dei dirigenti PD di Terni e provincia, che hanno detto che la sentenza è troppo dura e in sostanza ripetuto le stesse cose dei dirigenti Thyssen-Krupp…
17 Aprile 2011, 23:06
Vittorio, siamo in campagna elettorale, ok, ma li hai letti i numeri dello studio linkato prima di parlare di “uccidere un po’ di gente” e “sindaci cancerofili”? Il numero più alto e’ 1.71E-2 casi all’anno cioe’ meno di due casi in cento anni. E dato che e’ improbabile che quella struttura duri anche solo 50 anni, ci sono concrete possibilita’ che non provochi nemmeno 1 caso di cancro in tutta la sua vita operativa.
Poi uno puo’ ben essere contrario agli inceneritori, a Chiamparino e a tutto quello che vuole, ma l’uso continuo di iperboli non da’ piu’ forza alle proprie opinioni, anzi.
18 Aprile 2011, 09:05
P.S. Le dichiarazioni della dirigenza Thyssen e degli amministratori di Terni e provincia schifano anche me, su questo non ci piove.
18 Aprile 2011, 22:53
A parte che ci sono altre voci rilevanti (es. la mortalità cronica), a parte che questi sono i dati dei proponenti dunque stanno dal lato ottimista dello spettro (es. danno per scontato che i filtri funzionino sempre bene, non ci siano mai incidenti, non ci sia mai combustione incompleta e produzione di diossina ecc.), a parte che gli studi considerano l’inceneritore in isolamento mentre bisognerebbe considerarlo nel contesto della seconda città più inquinata d’Europa, mi stai dicendo che se durante la sua vita operativa l’inceneritore ammazza solo un paio di persone allora va bene?
19 Aprile 2011, 09:46
“mi stai dicendo che se durante la sua vita operativa l’inceneritore ammazza solo un paio di persone allora va bene?”
Scusa, ma questo non e’ serio. E’ serio contestare la veridicita’ dei numeri se si e’ in possesso di crebili valuatazioni diverse, ma l’ultima domanda non e’ proprio seria. Abbi pazienza, ma suona proprio come un mezzuccio retorico.
19 Aprile 2011, 09:52
Vittorio, nel 2009 sono morte 350 persone in autostrada e 4237 sul totale degli incidenti stradali. Che facciamo, chiudiamo le autostrade e impediamo la circolazione automobilistica? Tieni conto che anche andando in bicicletta rischi di ammazzarti, per non parlare di quelli disarcionati dai cavalli o presi a cornate dai buoi.
Che facciamo: impediamo alla persone di uscire di casa?
D’altra parte ogni anno si stima che muoiano 80.000 persone in Italia per il tabacco. Tra forse un morto e forse 80.000
converrai con me che c’è differenza.
19 Aprile 2011, 17:44
Mike: ogni anno numerose persone dichiarano fallimento, per non parlare di quelle che sperperano i propri soldi, quindi per il tuo ragionamento è perfettamente ok se il comune sceglie un paio di persone a caso e gli porta via tutto quello che hanno.
19 Aprile 2011, 22:50
Simone: il mio ragionamento è che un ingegnere NON puo’ farmi un ragionamento retorico tirando fuori “mi stai dicendo che se durante la sua vita operativa l’inceneritore ammazza solo un paio di persone allora va bene?” su una estrapolazione statistica.
Tu poi hai rincarato la dose con un esempio che non c’entra nulla. Oppure vuoi dire che quelli dell’inceneritore hanno squadroni della morte che nelle notti di luna piena rapiscono delle giovani vergini da sacrificare a dio Amnis?
19 Aprile 2011, 23:14
Non ho capito l’osservazione… i dati statistici dicono che l’inceneritore probabilmente provocherà un paio di morti nei 30-50 anni in cui funzionerà (ripeto, poi questi sono quelli dei proponenti). Non ci vedo nulla di poco serio, le cose stanno così.
Se poi mi dici che sono solo un paio di vite sacrificate sulla strada del progresso, e che gli incidenti stradali sono molti di più, posso dirti che è proprio il genere di ragionamento che contestiamo, specialmente in un caso in cui esistono tecnologie alternative che permetterebbero di trattare i rifiuti senza provocare quei rischi alla salute. Saranno “pochi rispetto ai morti sulle strade”, ma anche ammettendo che abbia senso fare la contabilità dei morti, sono comunque morti inutili.
20 Aprile 2011, 07:39
Ogni mattina chi prende il cappuccino introita una certa quantita’ di latte, Una operazione apparentemente tranquilla e inoffensiva ha in realta’ alle spalle una sequenza di eventi nei quali rientrano sicuramente incidenti. Dalla mucca che scalcia a una precedenza non rispettata. In ogni cappuccino che beviamo ci sono tracce di morti.
Se io non bevessi cappuccini, e tutti seguissero il mio esempio, queste morti sarebbero evitate. Io il mio cappuccino continuo a berlo? Sono quindi corresponsabile di morti.
Per una vita in piu’, Boicottiamo i cappuccini.
Serio? non lo e’.
20 Aprile 2011, 11:13
Anche solo una vita e’ troppo, ovviamente. Anche perche’, egoisticamente, potrebbe essere la mia.
Cio’ detto, quello che volevo evidenziare, e che altri hanno capito, e’ la sproporzione su citare uno “studio del Politecnico” che comproverebbe la volonta’ di “uccidere un po’ di gente” per guadagnare soldi e i numeri reali coinvolti. E lo studio l’hai tirato in ballo tu, non nasconderti dietro “sono le stime dei proponenti”. E siccome sono studi per assicurarsi non penso proprio siano sottostimati volontariamente, al massimo possono essere errati.
Per le tecnologie alternative, parliamone pure (magari con casi concreti), non credo che ci sia nessuno che tifi per aumentare l’inquinamento di tanto o poco che sia.
Penso pero’ che con questi numeri in gioco il maggior numero di morti nel trattamento dei rifiuti sono e saranno probabilmente dovuti agli incidenti stradali dei camion della raccolta piu’ che al metodo di eliminazione.
Ah, per la pignoleria, 1,7 morti in 100 anni non sono “un paio in 30-50 anni”, sono 0,5-0,85 in 30-50 anni. Meno di uno.
20 Aprile 2011, 22:28
@Marco: Devi aggiungere l’effetto di tutte le altre cause di mortalità e di aggravamento di malattia, alcune sono ordini di grandezza più piccole, altre no.
Per il resto, i dati sono lì: ognuno può scegliere se si tratti di un rischio accettabile oppure no.