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martedì 30 Agosto 2011, 18:55

Guidare negli Stati Uniti (3) – La velocità

L’approccio procedurale degli americani si applica ovviamente anche ai limiti di velocità: se c’è un limite ci sarà un motivo, e dunque bisogna rispettarlo attentamente. Oddio, forse su questo si sono un po’ rilassati, e le velocità di crociera sono tipicamente di qualche miglio all’ora superiori al limite; ma non esiste che un americano sfrecci a ottanta all’ora dove il limite è dei cinquanta.

C’è inoltre un altro fattore che impedisce, anche volendo, di violare i limiti di velocità: ed è proprio il fatto che li rispettano tutti. Se anche riuscite a superare una persona che viaggia alla velocità limite, dopo breve tempo vi troverete di nuovo chiusi da un altro che viaggia alla stessa velocità… e dopo un po’ lascerete perdere. Nemmeno sulle autostrade la situazione è diversa: infatti, anche lì tutte le corsie – anche quando sono sei per senso di marcia – sono occupate da veicoli che vanno tutti alla stessa velocità, salvo qualche minima differenza.

Non esiste, come da noi, l’obbligo di tenere la destra e farsi superare, se non su tratti in salita dove i mezzi pesanti vanno più lentamente. Non esiste nemmeno il divieto di sorpasso a destra, anzi è perfettamente normale, se l’auto sulla corsia più a sinistra va qualche miglio all’ora più lentamente di voi, spostarsi su una corsia più a destra per passarla. Il punto è che tanto le differenze sono minime, dunque l’americano medio si sceglie una corsia, regola la sua velocità su quella del veicolo che gli sta davanti, attacca il cruise control – il dispositivo che mantiene costante la velocità senza bisogno di accelerare o frenare – e poi sta lì così per i successivi 500 chilometri. Se anche voi voleste sfrecciare oltre i limiti, vi trovereste molto spesso tutte le corsie occupate da veicoli che vanno più o meno alla stessa velocità, quella del limite; un vero sbarramento fisico che, dato che un sorpasso con così poca differenza di velocità richiede chilometri, vi trattiene per lungo tempo.

In realtà, durante i miei 7000 chilometri di guida, ho visto alcune auto comportarsi male e fare a zigzag per superare i limiti – tre o quattro in tutto. In compenso, dovunque sia stato, in otto diversi Stati, in città e in autostrada, nei parchi e sui monti, ho visto almeno tre o quattro pattuglie al giorno ferme a bordo strada in attesa di clienti.

Negli Stati Uniti non esiste il concetto di “autovelox” o “tutor”, insomma un sistema automatico che ti manda la multa a casa. La violazione del codice della strada, peraltro, non è una questione amministrativa ma una vera e propria infrazione penale che richiede un fermo e un processo, per quanto semplificato. Dunque, le strade sono piene di agenti acquattati e pronti a scattare dietro a chiunque superi i limiti o commetta altre infrazioni. Talvolta semplicemente ti si mettono dietro e guardano il loro tachimetro per capire a quanto vai; non esistono tutti i nostri bizantinismi di tarature dei macchinari, margini di errore e fotografie di prova, se un agente testimonia che andavi troppo veloce vuol dire che andavi troppo veloce.

A quel punto, se si mettono dietro a te e accendono i lampeggianti rossi e blu, la procedura prevede che tu accosti a bordo strada, ti fermi e attenda dentro la macchina col finestrino abbassato, mentre l’agente scende e ti raggiunge a piedi… anche in autostrada! Non devi proseguire e non devi scendere dalla macchina – entrambe le opzioni presentano significative possibilità di farti sparare addosso (sul serio).

L’agente prima controlla via radio chi sei e se la macchina è in regola, poi ti recita tutto ciò che hai violato, e se la violazione non è grave ti dà la possibilità di pagare immediatamente, in contanti o con carta di credito, e chiuderla lì; in alternativa, hai diritto a un regolare processo in tribunale, in cui l’agente che ti ha fermato sarà chiamato a testimoniare.

I limiti di velocità americani, a prima vista, appaiono devastantemente bassi, tali appunto da farti morire di sonno. In Oregon, che è l’equivalente americano della nostra provincia profonda, il massimo concesso sulle autostrade è di 65 miglia orarie (105 km/h), ma solo in pochi tratti, mentre più normalmente si scende a 60, 55 o 50 miglia; sulle statali il limite è spesso di 45 miglia (70 km/h). Gli stati più liberali o più stressati, ad esempio Arizona e California, arrivano a permettere 75 miglia orarie (120 km/h) sulle autostrade e 60-65 miglia sulle statali. In ogni caso, in qualsiasi paese o villaggetto di tre case, il limite è di 25 miglia orarie (40 km/h), che scende a 15 miglia vicino alle scuole in orario scolastico. Tenetene conto quando valutate i tempi di spostamento, perché ogni centro abitato sulla strada vi rallenterà di parecchio.

Tuttavia, bisogna dire che dopo un po’ non solo ci si abitua a queste velocità, ma ci si rende conto che effettivamente si viaggia più sicuri, e quasi non si capisce come facciamo noi ad andare sempre così veloce (peraltro l’eccezione siamo noi; basta andare in Svizzera per trovarsi in una situazione simile a quella americana). Da quando sono tornato, anche in Italia vado istintivamente più piano.

Ah, tra l’altro – non esiste, come da noi, l’idea di ripetere continuamente i segnali, di mettere dieci luci al semaforo al posto di una perché il rosso sia più evidente o di piazzare lo stesso segnale ogni 300 metri per essere sicuro che tu l’abbia visto. Il limite di velocità è scritto dopo gli incroci principali, se non lo vedi o non lo conosci sono cavoli tuoi.

[tags]guida, auto, stati uniti, velocità[/tags]

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4 commenti a “Guidare negli Stati Uniti (3) – La velocità”

  1. Claudio C:

    Scrivi che “le strade sono piene di agenti acquattati e pronti a scattare dietro a chiunque superi i limiti o commetta altre infrazioni”. Parlando con degli americani tempo fa, mi dicevano proprio questo e cioè che la loro grande educazione è proporzionale alla severità dei controlli e delle ammende. A tal proposito….cosa ne pensa il M5S a riguardo di una maggiore severità dei vigili torinesi per evitare che si chiuda sempre un occhio di fronte a certe situazioni incresciose quali (per fare un esempio) via Vanchiglia costantemente intasata da auto in doppia fila che lasciano libera solo la corsia riservata ai mezzi pubblici?

  2. rccs:

    Claudio, ricordo che in un post di qualche anno fa Vittorio fosse favorevole alle auto in doppia fila o a fianco dei bidoni della spazzatura (ma comunque sulla carreggiata) purchè “non diano fastidio a nessuno” (sic!).

    Per il resto mi sa che Vittorio è stato affascinato dal pregiudizio sul mito americano.

    Confermo che nelle zone urbane le autostrade sono piuttosto intasate ed è difficile correre. Ma per il resto non mi sembra di aver notato tanta voglia di esser ligi. Ricordo una scena molto “italiana” sull’autostrada per Boston: noi eravamo gli unici a rispettare i limiti, ci sorpassavano anche i tricicli dei bambini; d’un tratto compare un’auto della stradale che ci sorpassa coi lampeggianti accesi e contemporaneamente tutte le auto rallentano alla nostra velocità. Una volta sorpassata l’auto della stadale che nel frattempo aveva accostato un po’ più in là, tutti (gli altri) di nuovo a schiacciare sulla tavoletta.
    Poi è vero che per le infrazioni più grosse preferiscono inseguirti e chiederti i soldi subito, visto che laggiù esiste un concetto molto “labile” di residenza, ma a parte qualche contea impallinata o per infrazioni tremende, non stanno a portarti dal giudice tutti i momenti.

  3. Marco[n]:

    Per la mia piccolissima esperienza posso dire che ho notato che sulla costa est sono piu’ indisciplinati, mentre in Arizona erano piuttosto ligi. Come dice Vittorio, le 5 miglia di tolleranza se le prendevano ma in generale non correva nessuno. E polizia ovunque, si’, anche di notte e in posti impensabili, e agenti tipicamente da soli il che aumenta senz’altro il rischio che un movimento male interpretato possa procurarti una pallottola.

  4. .mau.:

    dieci anni fa era lo stesso: “go with the flow”, tutti a 5 miglia in più del limite di velocità. Però in autostrada ci sono cartelli coi limiti ogni due-tre km, altroché.

    (se ti ferma la polizia, non solo non devi uscire dall’auto ma è meglio che lasci le tue mani bene in alto sul volante, sempre per evitare che ti sparino pensando che tu stia cercando una pistola)

 
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