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martedì 6 Settembre 2011, 23:01

Loro la crisi non la pagano

So che abbiamo tutti solo voglia di manifestare; so che oggi, in piazza, c’erano tanti amici e tanti simpatizzanti, compresi autorevoli esponenti del Movimento 5 Stelle; so che ci siete andati con ottime intenzioni. Ma una cosa, con affetto, ve la devo dire: io, oggi, mi sono arrabbiato.

Mi sono arrabbiato ascoltando un po’ degli interventi alla radio da parte dei promotori dello sciopero, tutti centrati su uno slogan: “noi la crisi non la paghiamo, perché ci ha già colpito duro”. Ma noi chi? I sindacalisti della CGIL, quelli che per trent’anni hanno impedito qualsiasi rinnovamento del nostro sistema produttivo, mandando a ramengo intere aziende e intanto facendo assumere i parenti o godendo di trattamenti speciali in fabbrica, magari svendendo dei lavoratori pur di mantenere questi privilegi? I pensionati del pubblico impiego, quelli che per tutta la vita hanno goduto di servizi pubblici drogati dal debito scaricato sulle future generazioni, che magari sono andati in pensione a quarant’anni o che hanno una pensione che è più di quello che guadagna un quadro di medio livello lavorando giorno e notte? Fassino – per i giornali torinesi leader della manifestazione – che insieme alla moglie prende 25.000 euro al mese di soldi nostri? Perché erano questi che parlavano oggi ai microfono, che sono adesso sui giornali e alle TV a vantarsi della “grande partecipazione” – e sarebbero questi quelli che non devono pagare la crisi?

Francamente, credo che un No Tav, un giovane precario, un disoccupato, oggi in piazza avrebbero dovuto esserci per fischiarli, non per sfilare con loro. E scusate, certamente anche qui le intenzioni erano ottime, ma non ha nemmeno senso andare in piazza e però fare un corteo separato che va fino a un certo punto ma poi arriva vicino a quello ufficiale ma però non nella stessa piazza (mi ricorda Clinton che ammise di aver fumato spinelli, sì, ma senza mai aspirare). Perchè tanto se siete in piazza i media vi fanno passare per sostenitori della CGIL e se fate casino vi fanno passare per i violenti che cercano di rovinare la grande manifestazione della CGIL.

E comunque, io sogno una situazione molto diversa: sogno una Italia in cui tutti fanno autocritica e dicono “in effetti la crisi un po’ dovrei pagarla anch’io”. Sogno dei sindacalisti che si tagliano i permessi sindacali e che accettano meno garanzie per i lavoratori a tempo indeterminato in cambio di un po’ di protezione in più per i precari. Sogno dei politici che rinunciano da soli alle auto blu e agli stipendi d’oro. Sogno dei pensionati che dicono “prendo 3000 euro al mese di pensione, tagliatemene un po’, così magari possiamo salvare le pensioni di quelli che ne prendono 800”. E ovviamente sogno anche degli imprenditori che dicono “quest’anno rinuncio a un po’ di utile per non licenziare”, dei notai che accettano di liberalizzare la loro professione, dei dipendenti che non si mettono una settimana in mutua se hanno il raffreddore e dei ricchi che dicono “tassatemi pure la seconda casa e la barca”. Follia? Ma come pensiamo di uscirne se non adottiamo una mentalità di questo tipo? Davvero pensiamo che a forza di gridare “noi la crisi non la paghiamo” finiremo per non pagare la crisi?

Ripeto, sono opinoni personali, massimo rispetto se l’avete pensata diversamente. Ma qui è tutta la faccenda che non convince: guardate che Berlusconi è già stato scaricato, ora o tra un anno il tentativo sarà quello di fare un governo Bersani appoggiato da Montezemolo, oppure un governo Montezemolo appoggiato da Bersani, per far fare a loro, con meno tensioni sociali, le stesse misure a cui credevate di opporvi scendendo in piazza oggi; come già successe con Amato e con Prodi. Perchè se c’è una certezza è che, se tutto continua in perfetto stile italico, loro la crisi effettivamente non la pagheranno. A noi, temo, non andrà così bene.

[tags]sciopero, cgil, sindacato, protesta, politica[/tags]

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19 commenti a “Loro la crisi non la pagano”

  1. Pippo:

    Vittorio, la strada è chiara e limpida, dobbiamo diventare tutti un po’ più precari.
    Però non abbiamo gli stessi servizi come a Barcellona con “Porta 22” che ti guida nel reinserimento lavorativo o ti aiutano a crescere per migliorare la tua situazione.
    Aveva ragione Grillo, lo scriveva già nel 2008, la Germania dovrebbe invaderci per salvarci.
    In Volkswagen i sindacati fanno parte della direzione aziendale, in Francia la Toyota assumerà 800 persone solo per stare nell’ambito automobilistico (anche se credo che il futuro non sarà più nell’automobile).
    Noi al Politecnico inizieremo solo adesso a studiare il motore ibrido quando Honda e Toyota sono dieci anni che vendono auto così fornite!
    A chi ha dei figli in età scolare consiglio di fare dei sacrifici per farli studiare, mandarli all’estero a specializzarsi e… restarci.

  2. rccs:

    Io ho la sensazione che diminuire i diritti di qualcuno finisce per diminuirli a tutti.
    Licenziamento più facile per qualcuno non diminuisce la precarietà di altri, ma la aumenta per tutti.

  3. rccs:

    Giusto per non andar di slogan vorrei controbattere semplicemente al tuo solito populismo: perchè, se le ci sono queste assunzioni per nepotismo (che però mi si dice che sono legali nelle aziende private, perchè l’imprenditore assume chi vuole) non si combattono QUEI nepotisti? Perchè devo esser licenziato io che non ho amici, “padrini” o “cugini”? Perchè l’imprenditore non si assume la responsabilità di assumere i pesi morti e ci perde lui?
    E’ proprio così che la piccola media industria italiana sta andando dal culo: perchè i padri per inserire nell’organigramma i figli e nipoti viziatelli, hanno dovuto limare i diritti e stipendi di chi veramente lavora. Solo che adesso che c’è la crisi non basta più: per pagare il meccanico del ferrarino del figlioccio deve licenziare il bravo operaio e assumerne uno in nero a metà prezzo. Mentre le grandi industrie sono in difficoltà non perchè l’operaio sta 10 minuti in più in bagno (a proposito, ma fino a ieri non eri a fianco della FIOM per il referendum Fiat?), ma perchè non ha certezze sul ritorno economico dell’innvestimento (nessuno paga più le fatture, manco lo stato, e le cause civili si trascinano per decenni).

    Perchè, da che mondo è mondo, non in Italia non ho mai visto licenziare l’impiegato inefficace se è parente o amico del politico. Ma voi glielo volete regalare sul piatto d’argento.

  4. rccs:

    “Glielo volete regalare sul piatto d’argento” è riferito alla precarizzazione/ricattabilità totale dei lavoratori dipendenti.

    Una volta, quando non eri grillino, eri molto più pungente e meno populista. Il prossimo post puoi fare che intitolarlo già ora “una volta qui era tutta campagna”, tanto il tono ormai è quello.

  5. Claudio C:

    La frase “noi la crisi non la paghiamo” era (mi sembra) uno slogan degli studenti contro la riforma Gelmini. In quel contesto aveva un senso (“non tagliate sulla scuola ma su altro”). Detta alla manifestazione di ieri ha poco senso perchè “noi la crisi la stiamo già pagando da un pezzo”. Diciamo che la frase poteva essere intesa in senso più ampio come un “anche voi della casta, per primi, dovete pagare”.

    In ogni caso, lo strumento dello sciopero generale lo trovo sbagliato. Primo, non concepisco le proteste a pagamento (una giornata di stipendio). Secondo, proprio perchè a pagamento, lo sciopero è una protesta non a lungo reiterabile e quindi poco efficace.

    Infine, i NOTAV alla manifestazione di ieri. Ieri abbiamo capito, una volta di più, il vero volto della CGIL e, come dice Grillo, meglio un vero nemico che un falso amico. Teniamone conto.

  6. rcss:

    Che intendi per protesta a pagamento: la giornata di ieri me la detraggono dallo stipendio.

  7. rccs:

    Ma i NOTAV non sono amici di Grillo? (???)

  8. Pippo:

    Scusate se vado OT ma leggo su La Stampa (http://bit.ly/pA3SXW) che l’estensione della raccolta differenziata porta a porta potrebbe saltare causa mancanza di soldi del Comune di Torino.
    Tronzano del PdL afferma:”Il porta a porta costa troppo, non è adatto per i centri ad alta densità abitativa e quindi va abolito. In attesa delle nuove tecnologie, che permetterebbero di pagare per quanto si consuma, il Comune passi almeno alle isole ecologiche dappertutto. Obiettivo: diminuire la Tarsu, non creare disparità di trattamento tra cittadini e aumentare la percentuale di raccolta differenziata”.

    Vittorio tu che sei in Consiglio che sta succedendo?
    Anche perché da anni ho sempre sentito dire che solo attraverso il “porta a porta” si può migliorare la situazione della raccolta!

  9. Anonimo codardo:

    Infatti nel mio piccolo non sono andato a manifestare proprio per i punti che evidenzi tu nell’articolo.

  10. io:

    @pippo.
    la raccolta differenziata è troppo alta, bisogna far andare al massimo l’inceneritore così da fare cassa.
    Poi se aumentano anche i cancri e le polveri meglio, così si vendono più auto euro5 e servizi medici oncologici, e il pil aumenta.

  11. Alessandro D.:

    >Davvero pensiamo che a forza di gridare “noi la crisi non la
    >paghiamo†finiremo per non pagare la crisi?
    Analogamente non credo che il silenzio sia la soluzione al problema: gridando si fa capire che la misura è colma e che c’è ancora qualcuno capace di indignarsi.

    >e che accettano meno garanzie per i lavoratori a tempo
    >indeterminato in cambio di un po’ di protezione in più
    >per i precari

    Quali garanzie proponi di “togliere” ai t.i. e quali proponi di “donare” ai precari ?

  12. ff:

    Un colpo alla botte pre elettorale uno al cerchio post.

  13. vb:

    @Pippo: Questi hanno un inceneritore da far girare e su cui guadagnare, se si differenzia troppo non c’è più niente da bruciare, quindi…

    @Alessandro: Chi ha detto che la soluzione è il silenzio? Io sarò in piazza sabato a Roma… ma, come dice Beppe, meglio un vero nemico che un falso amico: la mia osservazione è che rinnovare veramente l’Italia insieme alla CGIL mi pare difficile.

    Sulle garanzie, io sarei per annullare la differenza tra contratto a tempo indeterminato, determinato e precario (co.pro ecc.) e avere semplicemente delle garanzie in termini di (im)possibilità di licenziare, preavviso e liquidazione che aumentano con la durata del rapporto di lavoro. E poi introdurrei un sussidio di disoccupazione per tutti che dura un paio d’anni decrescendo man mano, evitando la situazione per cui chi è assunto ha mobilità, prepensionamento, cassa integrazione ecc. mentre chi lavora a progetto è in mezzo alla strada un minuto dopo.

  14. Antonio:

    Già dopo aver letto il post , posso solo dire “hai ragione al 100%” il paese dei privilegi colpisce ancora. Da qualsiasi parte ti giri, trovi sempre una categoria che non ti aspetti , che vanta dei privilegi inaspettati. Sono sempre stato un lavoratore dipendente , e per il fatto di essere un impiegato e quindi operante in un ufficio, i sindacati se ne sono sempre fregati della mia tutela. Nella mia esperienza ho trovato tutti i personaggi che hai descritto. Per questo motivo non farò mai uno sciopero con questi. E’ vero quello descritto è un sogno un’utopia. Scommetto che hai preso del demagogo, del populista di colui che fa antipolitica ecc. Ma la realtà che abbiamo di fornte è la negazione della politica come fai a fare delle differenze ? Sei costretto dagli eventi a dire “i politici” perchè non riesci a trovarne uno di buono. La tristezza è che ciascuno dei cittadini di questo paese sgangherato, con un pò di buon senso sapreppe governare molto meglio di quelli cho ora sono al governo. Di quelli dell’opposizione poi Libera nos Domine, specie se sono lì da anni.
    Bene dopo la dose quotidiana di veleno, un saluto a tutti, speriamo davvero di aver toccato il fondo , così il futiro non potrà peggiorare, a meno chè i soliti noti non decidano di mettersi a scavare.
    Ciao

  15. Pippo:

    Occhio, stanno pensando al secondo inceneritore a Settimo.
    http://bit.ly/nB2Qnj

    E dire che anni fa avevo anche raccolto le firme mentre nevicava prendendomi un mucchio di freddo contro questa scelleratezza, sembrava che quello di Settimo non si facesse.
    Naturalmente adesso stanno pensando di farlo.
    Aumentare la raccolta differenziata non ci sono i soldi ma per fare un impianto industriale complicato e costoso sì.

  16. Anonimo codardo:

    Hanno i soldi per un altro inceneritore ma non per estendere la raccolta differenziata [0] o_O ?

    [0] http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/419034/

  17. Marco[n]:

    Ci andrei piano con le notizie di Torino su Repubblica. In questi tempi stanno tirando fuori str… stupidaggini a raffica, come la storia del 4 davanti al duomo.
    Detto questo, io ero rimasto che l’eventuale secondo inceneritore avrebbe avuto troppo pochi rifiuti da smaltire per essere gestito economicamente, sotto certe taglie i sistemi attuali non possono funzionare.
    Per i soldi pero’ bisogna considerare che l’inceneritore lo costruirebbe la Provincia, per il porta a porta i soldi li mette il Comune.
    Per concludere mi sembrava che l’estensione alla zona centrale della raccolta porta a porta fosse gia’ stata messa in dubbio, oltre che per i costi piu’ elevati, anche per l’oggettiva difficolta’ (strade piu’ strette, pochi spazi nei cortili ecc.

  18. Anonimo codardo:

    @Marco

    Che la provincia giri i fondi necessari ai comuni ad estendere quanto più possibile la raccolta differenziata.

  19. Claudio C:

    Pare proprio che mi si imponga una scelta. Io che sono un simpatizzante del M5S non mi ero ancora posto il problema se stavo dalla parte dei “boniani” o dalla parte dei “bertoliani”. Adesso ci penso su. Nel frattempo, Bono e Bertola, vi prego … “facite pace”. :-)

 
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