La trasparenza e la maggioranza
Il lavoro del politico, se fatto bene, è molto diverso da quanto ci si immagina. Il politico infatti non dovrebbe, come attività principale, andare in televisione o pontificare sui grandi problemi del mondo, ma dovrebbe lavorare in modo approfondito sugli atti dell’organo in cui è stato eletto. Fatto come noi dall’opposizione, questo è un lavoro duro, invisibile e ingrato, in quanto comunque è difficile che la maggioranza poi approvi le tue proposte, e in quanto le persone che ti hanno votato raramente si accorgono di questo sforzo; alla fine molti ti giudicheranno per le tre righe imprecise (talvolta proprio false) che qualche giornalista diffonde in pubblico, e non per gli anni di lavoro istituzionale. Qualche volta, però, questo lavoro paga; ed è una soddisfazione.
Questa storia inizia dunque nel pomeriggio di venerdì 13 gennaio, alla conferenza dei capigruppo. In un clima da week-end imminente, ci viene presentato un atto mai visto prima, con un titolo lungo e non immediatamente comprensibile, con riferimenti ad altri atti e a una legge. Ci spiegano che è solo un adempimento formale, un adeguamento di un regolamento relativo a una vecchia legge, e che lo dovremmo esaminare oggi (venerdì alle 15) per poterlo votare subito in consiglio (lunedì alle 10).
La legge è la numero 441 del 1982, quella che rende obbligatoria la pubblicazione dei redditi e dei patrimoni dei parlamentari, e poi, per estensione, anche dei consiglieri comunali. Il nostro atto, ci viene detto, è ancora più nel segno della trasparenza: si vuole estendere l’obbligo anche alle persone che noi nominiamo nei consigli d’amministrazione delle varie partecipate, escludendo però quelli che non prendono un compenso, perché già ci fanno un favore e non li vogliamo costringere a rivelare i loro dati.
A me questa cosa non piace: lo scopo della trasparenza è anche verificare se a qualche amministratore venga, che so, regalata una casa a sua insaputa, e questo potrebbe accadere indipendentemente dal fatto di percepire un compenso. Inoltre, quando arriva un atto all’ultimo minuto, venerdì per lunedì, è naturale chiedersi il perché di tanta fretta.
Sabato mattina dunque approfondisco la questione e recupero il testo della legge. Scopro così altre cose; per esempio, che la trasparenza sui nominati è già prevista dalla legge, che però include anche una ulteriore figura, quella dei direttori generali. Preparo dunque sei emendamenti; due servirebbero ad allargare gli obblighi di trasparenza anche a chi non riceve compensi, altri due ad allargarli ai direttori generali delle partecipate, uno ad estenderli ai consiglieri di circoscrizione, e uno a garantire la pubblicazione sul Web delle informazioni su come accedere a questi dati, dato che altrimenti bisogna sapere che esistono e presentarsi di persona presso gli uffici. Lunedì mattina alle nove e mezza, ci presentiamo con i nostri emendamenti.
Lunedì pomeriggio, in consiglio comunale, la prima sorpresa: la giunta chiede di rinviare la delibera per approfondimenti. Nella settimana successiva, gli uffici mi avvertono che i due emendamenti relativi ai direttori generali sono secondo loro tecnicamente inammissibili, per questioni di titolarità della loro nomina. La delibera torna in aula lunedì 23… e quello che doveva essere un semplice adempimento diventa per la maggioranza un pomeriggio di passione.
Intanto otteniamo il primo risultato: la maggioranza sceglie spontaneamente di approvare il nostro emendamento sui consiglieri circoscrizionali. A me questo emendamento è particolarmente caro e lo dedico al consigliere circoscrizionale Gavino Olmeo, attualmente nell’UDC, ex consigliere comunale ed ex candidato alle regionali nel listino bloccato della Bresso (senza i “dannati grillini” a quest’ora sarebbe consigliere regionale). Nelle scorse settimane Olmeo ha più volte attaccato in pubblico la nostra consigliera di Circoscrizione 3, perché lavora per una associazione che (da prima che esista il Movimento) riceve finanziamenti dal Comune, guadagnando ben 400 euro al mese da precaria. Naturalmente noi non abbiamo niente da nascondere e dunque saremo lieti di leggere lo stato reddituale e patrimoniale di entrambi.
Ma la vera sorpresa si verifica quando si tratta di votare gli altri nostri emendamenti: cominciano subito a vedersi astensioni e smarcamenti. Al primo emendamento sui direttori generali, attimo di panico: la votazione finisce 17 pari. Emendamento respinto, ma per un solo voto! Peccato, penso io: ora capiranno che stanno scherzando col fuoco e si rimetteranno in riga. E invece no, al secondo emendamento sui direttori generali succede il patatrac: nonostante il parere contrario della giunta, nonostante il parere negativo sulla regolarità dagli uffici, nonostante il capogruppo del PD che invita a votare contro, la votazione finisce con 13 contrari e 16 favorevoli: emendamento approvato. Sui 25 teorici voti della maggioranza, tra assenze vere, uscite dall’aula, astensioni e voti favorevoli all’emendamento ne spariscono la metà ; in pratica, vota contrario solo il PD e nemmeno tutto.
E’ la prima volta dall’inizio del mandato che la maggioranza “va sotto” e fa clamore, perché una cosa è che la maggioranza in blocco condivida una nostra proposta e la voti (da noi ormai succede abbastanza spesso) e un’altra è che mezza maggioranza voti diversamente dalle direttive del sindaco e del capogruppo. La seduta viene sospesa, mentre PDL e Lega rigirano il coltello nella piaga chiedendo alla giunta e agli uffici di spiegare cosa succede dopo l’approvazione di un emendamento “irregolare” (niente, va bene lo stesso).
Sarebbe bello se tutto questo fosse dovuto solo alla bontà della nostra proposta; in realtà non sarebbe successo se nella maggioranza non ci fossero tanti scontenti per i più vari motivi, da quelli che lo sono per questioni personali (ad esempio aver perso la corsa a un posto in giunta) a quelli che non concordano sul modo in cui Fassino si relaziona col consiglio comunale. E’ stato un messaggio trasversale interno alla maggioranza, ma noi siamo riusciti a muoverci tempestivamente, creare l’occasione giusta e usarla per raggiungere un nostro obiettivo, cioé un po’ più di trasparenza.
Sarebbe stato senz’altro più facile, come fanno i politici, dedicare il sabato mattina a rilasciare una intervista sulla manovra economica o direttamente andare a sciare; ma avremmo perso l’occasione. Credo che sia anche da queste cose che si valuta la capacità del Movimento di mantenere le proprie promesse.
[tags]movimento 5 stelle, torino, trasparenza, redditi, politica[/tags]
1 Febbraio 2012, 17:39
Bravi. E’ stato un buon lavoro. Ma non ho capito, in concreto, cosa abbiate ottenuto.
1 Febbraio 2012, 20:57
Bravo Vittorio sindaco di Torino subito ti devono fare peccato che non sono di Torino ti avrei votato subito e sempre w il movimento 5 stelle.
11 Febbraio 2012, 20:52
Ma che racconto carino :) Però anche questi del PD sguazzano nei meandri oscuri della politica. La trasparenza fa passare la luce e questi, come bravi vampiri, ne hanno paura.
Ma i dati saranno messi nel web? Questa cosa è importante!