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venerdì 9 Novembre 2012, 14:19

Ricominciare a volare

È un po’ che volevo scrivere qualche riga su quello che sta succedendo nel Movimento in queste settimane – se non altro perché la discussione si sofferma generalmente su questioni importanti ma superficiali, come quella di come e quanto apparire in televisione o quella delle regole per le candidature nazionali, senza scendere al cuore del problema. Naturalmente le mie osservazioni sono personali e può darsi che altrove la situazione sia diversa, ma sono due i problemi di cui mi piacerebbe discutere con voi.

Il primo è il cambiamento del clima interno. Chiunque sia attivo nel Movimento da più di un paio d’anni ricorda com’era una volta: eravamo gruppetti di persone senza risorse e senza esperienza ma con tanta voglia di fare e tanta amicizia; imparavamo tra noi a vicenda e ci concentravamo sul capire il mondo e sul modificare di conseguenza, prima ancora che la politica, gli stili di vita e i meccanismi sociali ed economici. La sensazione dominante era la speranza, l’energia.

Da qualche tempo, il vento è cambiato e il sentimento è un altro: è la rabbia, è la paura. Basta aprire Facebook o il blog di Grillo per trovare quasi soltanto litigi interni, ragionamenti di tattica politica e di leggi elettorali, attacchi ai giornalisti e ai politici, racconti di tragedie personali e di timori per il futuro. L’attività costruttiva dei gruppi locali finisce sempre più in secondo piano, dato che l’attenzione si concentra sulle questioni politiche nazionali. Il programma c’è, ma a parte linkarlo ossessivamente non c’è più spazio per approfondirlo, per raccontare nel dettaglio la visione di un mondo migliore che pure avremmo dentro.

La rabbia e la paura rischiano di diventare una ideologia e tracimano in comportamenti politici. La paura impedisce il dialogo, interno ed esterno, e porta a sospettare di tutti; qualsiasi comportamento non perfettamente allineato agli slogan porta subito alla crocifissione in piazza, da parte della rete prima ancora che di Grillo. La paura è alla base delle scelte sulle candidature al Parlamento, scelte legittime e senza tante alternative ma che hanno privilegiato l’assicurarsi di mandare a Roma persone fidate piuttosto che l’assicurarsi di mandare a Roma persone capaci, scompigliando al contempo l’umore e gli equilibri di molti gruppi locali.

Questo mi porta al secondo problema: il fattore umano. Il Movimento ha sempre voluto combattere il personalismo della politica, cercando di mettere le idee e il progetto collettivo prima dei singoli; e questo è sacrosanto. Tuttavia, è in atto una estremizzazione di questo concetto per cui anche solo esprimere una qualsiasi aspettativa o desiderio personale (non parliamo poi di candidature) diventa per una parte del Movimento un sintomo di corruzione morale; e le capacità e le attitudini dei singoli vengono sminuite come un fattore ininfluente, come se “ognuno vale uno” volesse dire “l’uno vale l’altro”.

Ho sentito dire che “deve andare avanti il Movimento, non le persone”; il problema è che il Movimento senza persone non esiste. Nella società della comunicazione e dei beni immateriali, il successo di una qualsiasi organizzazione umana – sia un’azienda o un movimento – dipende dalla qualità di chi vi partecipa e dal modo in cui si scelgono, si organizzano e si motivano le persone. Una organizzazione che non usa la meritocrazia per mettere in ogni posizione la persona ad essa più adatta è destinata a fallire o a diventare un problema e un ostacolo allo sviluppo generale.

Essendo io in origine uno di quegli ingegneri spettinati che trovano i computer molto più affidabili e sinceri degli umani, capisco il desiderio di concepire il Movimento come una macchina perfetta in cui ogni ingranaggio sia sostituibile a piacere. Il problema è che gli umani non sono perfetti e non sono ingranaggi; un ingranaggio non sbaglia, non tradisce e non lascia per stanchezza, ma una persona – se offesa, sfinita, delusa, trascurata – facilmente lo farà; e questo sarà la rovina del Movimento.

Le elezioni non sono poi così vicine e c’è ancora tempo per correggere l’approccio; io vorrei che il Movimento presentasse all’Italia una proposta positiva e convincente per un nuovo corso nazionale, basata su progetti concreti e su persone (tante) credibili e capaci di realizzarli. Vorrei che si ignorassero le polemiche, le provocazioni e l’aria fritta mediatica e che ci si concentrasse sulle cose da fare per salvare l’Italia. E vorrei un Movimento in cui possono coesistere opinioni diverse nell’ambito di un programma comune. Che dite, ce la faremo?

[tags]movimento 5 stelle, grillo, politica[/tags]

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17 commenti a “Ricominciare a volare”

  1. matteo:

    penso che sia una cosa di buonsenso. Apparentemente difficile, ma con molta buona volontà, senza isterismi e preconcetti il risultato possa essere a portata di mano.

  2. giorgio:

    http://bertola.eu/nearatree/2012/11/ricominciare-a-volare/

    L’aspettavo questo pezzo Vittorio.

    La mia lettura del Movimento 5 Stelle [senza sconfinare al melange
    ideologico e alla semantica di “capo politico” incisa nel
    comunicato 53 del vostro Movimento: mi limito ai profili che tocchi
    e cui alludi] riscontra tratti comuni dei movimenti montanti.

    In una prima fase discreditati – in una seconda fase accreditati.

    Tra le connotazioni della prima fase e’ il caso di mettere in conto
    ogni cordone sanitario degli establishment e relati media maturi ecc.
    e *ogni opportunismo* a non contagiarsi col movimento emarginato.

    Tra le connotazioni della seconda fase e’ il caso di mettere in
    conto una convulsa “strategia dell’ attenzione” degli establishment
    e relati media maturi ecc. e *ogni opportunismo* a contagiarsi
    col il movimento in ascesa.

    [Ovviamente anche in Italia e’ noto un fenomeno di “terza fase”:
    *ogni opportunismo* a scaricare il movimento in crisi]

    In ognuna di queste fasi – “sotto elezioni” – *ogni opportunismo* –
    interno, esterno, tangente – degrada.

    Le “regole” elettorali dei partiti/movimenti ecc. – Vittorio –
    sono formalmente palliative – sostanzialmente “coprono” il degrado.

    Giorgio
    :::::::

  3. angelo:

    Le discussioni mi pare che in rete non manchino. Non vedo censure, anzi, ancora oggi possiamo dire che l’unico rapresentante ‘autorevole’ del m5s è essenzialmente Favia malgrado gli ottimi ukaze di Grillo (ottimi perchè necessari a non far affondare il movimento in una tempesta di scontri di personalità e di commenti in libera uscita).
    Io vedo la possibilità di VINCERE le elezioni (e non capiterà più un altra occasione del genere) e non ritengo importante chi vada alla camera o al senato a premere un bottone, pulsante stabilito a seguito di discussioni nei meetup e sulla rete.. Basteranno un paio di portavoce capaci per coprire le esigenze mediatiche.
    A me spaventa solo la burocrazia. I burocrati. Che tutti nel movimento sottovalutano. Senza la capacità, spietata, di eliminare decine di migliaia di burocrati (con un vero spoil system) da tutti i livelli del potere, anche un m5s al governo non combinerà nulla e continuerà a discutere a vuoto sui massimi sistemi o sul punto G delle militanti…

  4. rccs:

    Nessun commento sull’epurazione di Biolè? VB teme lui stesso la scomunica se parla?

  5. Lollo:

    @rccs: Biolè ha pubblicato intorno alle 9 del mattino su facebook la raccomandata che ha ricevuto. E tu poche ore dopo corri qui a cercare un commento, e non trovandolo lanci subito provocazioni sarcastiche?
    Ragazzo mio, ne hai del buon tempo…

  6. .mau.:

    Bertola ne ha scritto su Facebook, http://www.facebook.com/bertola/posts/489801124374740 .
    Che poi io ritenga una triste deriva quella di essere passato dal proprio blog alla bacheca Facebook è irrilevante almeno in questo contesto.

  7. D# AKA BlindWolf:

    A D# piace il commento di .mau.

  8. rccs:

    Non sono iscritto a Facebook. si può postare anche sul blog o da qualche parte questo commento? Grazie.

  9. polemico74:

    Rccs,
    l’ho letto io il commento su Facebook e conferma che Bertola vive con la lingua infilata nel buco del culo di grillo.
    È il classico stalinista che modifica i giudizi in base a dove tira il vento, un Emilio FIdo con le stelle.

  10. for those...:

    Caro Vittorio, torno sul tuo blog dopo mesi perché volevo sentire una voce dall’interno del M5S su tutto ciò che è successo e sta succedendo nel movimento.
    Non mi fido di ciò che racconta stampa e media.
    Tramite ciò che sentivo da loro mi ero fatto un’idea che poteva essere sbagliata.
    Leggendo però questo tuo post, mi rendo conto che il sospetto che mi era già venuto oltre un anno fa – quando andai a sentire da sostenitore Grillo a Vimercate (elezioni comunali) – e cioé che il movimento poteva essere potentissimo e positivo a livello locale, ma sarebbe imploso a livello nazionale, si è avverato.
    Ciò che scrivi “ci concentravamo sul capire il mondo e sul modificare di conseguenza, prima ancora che la politica, gli stili di vita e i meccanismi sociali ed economici” è giusto.
    Ma è un atteggiamento che funziona appunto se parte dal basso e si propaga orizzontalmente, contagiando pian piano la mentalità di tutti fino al momento in cui sarà diventato il pensiero comune.
    E a quel punto – forse – non vi sarà più bisogno del M5S perché avrà portato a termine il suo scopo.
    Forse la “sfortuna” del movimento è stata l’accelerazione del disastro italiano e la conseguente crescita troppo veloce del movimento stesso.
    Ora le poltrone romane, ben più comode di quelle dei consigli comunali, diventano una tentazione troppo grande anche per i volenterosi grill… ah, no, scusa, militanti del movimento!
    Comunque andrà a finire, io mi auguro che i gruppi locali sopravvivano alla bufera che colpirà il movimento a livello nazionale per continuare l’opera di cambiamento del mondo.
    Good luck!

  11. Mike:

    Biolè: mi domando comunque per quale motivo sia stato messo in lista se aveva già fatto due mandati, e lo aveva pure scritto nella domanda di iscrizione, modificando a mano il testo.

    Chi ha deciso la candidatura ha sbagliato, magari ha fatto un compromesso perchè Biolè portava voti. Doveva pensarci prima, adesso chiedere a lui di dimettersi da consigliere regionale è sbagliato, dato che in quella posizione lo hanno messo gli elettori e non Casaleggio.
    Se invece si vuole usare un cavillo per fare fuori uno che va contro il capo, devo dire che il moviimento cinque stelle non è tanto meglio della lega nord…

  12. vb:

    Biolé certo non “portava voti”, era un perfetto sconosciuto e ha preso 700 preferenze da capolista (presumibilmente la maggior parte le ha ricevute in quanto capolista e non in quanto personalmente conosciuto) su 66.000 voti di lista e 90.000 voti per il candidato presidente.

    Inoltre la richiesta di dimissioni gli è stata fatta da Grillo ad agosto, molto prima delle polemiche con Favia, Salsi ecc. e delle sue prese di posizione in merito. E’ stato lui a tirarla in lungo e nel frattempo a costruirsi un alibi con uscite critiche.

    Giusto per la precisione… poi sul resto possiamo discutere.

  13. Lollo:

    E’ la prima volta che mi trovo a dissentire con te.

    Secondo me il punto è fondamentale: se è vero quel documento che gira in cui lui aveva dichiarato da subito che aveva già fatto due mandati, sono stati fatti due errori madornali: il primo facendolo candidare, il secondo chiedendogli di dimettersi. Fatto il primo, tanto valeva evitare di fare il secondo.
    Se invece quando parli di “costruirsi un alibi” ne fa parte anche quel documento, è tutto un altro discorso.

  14. marco[n]:

    Se quello che dici su Biolè è vero, e non ho motivo di dubitarlo, resta da spiegare:
    1. Perché candidare un “perfetto sconosciuto” che non porta voti in violazione delle regole del movimento? Essendo tutti ben consci della violazione peraltro. Era davvero impossibile trovare un altro “in regola” tra i 66.000 che vi hanno votato?
    2. Perché due anni dopo gli si chiede di dimettersi, pur non avendo rilievi da muovergli, ma in base alla “violazione” di cui sopra? Vabbe’ cambiare idea, pero’ cosi’ e’ eccessivo.
    I casi sono due: o c’e’ malafede, e quindi si tirano fuori gli scheletri nell’armadio per regolare dissidi politici, o non c’e’ e allora viene da pensare ad un’assoluta incapacità nel comunicare da parte di Grillo.
    Personalmente ritengo la seconda ipotesi altamente improbabile.

  15. vb:

    1. Dato che ogni provincia si è scelta i candidati in totale autonomia, va chiesto a lui e al suo gruppo cuneese, non a me; comunque all’epoca le cose erano completamente diverse, parliamo dell’autunno 2009, il Movimento era nato da poche settimane ed era roba per pochi intimi, figurati che in alcune province dovemmo andare noi da Torino a raccogliere le firme perché non esisteva nemmeno un gruppo del Movimento in tutta la provincia.

    2. In realtà è da subito dopo l’elezione che ci sono polemiche su Biolé, per i mandati e via via per varie altre cose; è solo che in due anni e mezzo lui e il gruppo regionale non sono stati in grado di trovare una via d’uscita insieme e alla fine Grillo ha deciso che doveva intervenire lui.

  16. marco[n]:

    Grazie delle risposte. Secondo me rimane comunque un errore l’intervento di Grillo perche’ cosi’ passa il messaggio che chi decide non sono i partecipanti a livello locale ma solo il “capo supremo”. Grave sopratutto a livello comunicativo e a maggior ragione se la decisione avviene dopo che l’espulso ha espresso critiche al capo.
    E ovviamente gli avversari politici ci sguazzano.
    Peraltro, vista l’abilita’ comunicativa di Grillo, qualche dubbio mi rimane, ma questo e’ un parere del tutto personale.

  17. Anonimo codardo:

    @vb,
    conoscevi il SIOPE? Riceve tutti le uscite e gli incassi degli enti pubblici con i dati aggiornati _ogni giorno_. Nel parla Guido Scorza. Non si può avere accesso per il comune di Torino ?

    http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e-GOVERNME1/SIOPE/
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/04/soldi-pubblici-dati-restano-segreti-e-sprechi-crescono/403048/

 
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