Malati di movida
Ricorderete la polemica della scorsa estate, una delle tante montate ad arte dai giornali, su “Grillo contro la movida”. In realtà nessuno vuole fermare la vita notturna o impedire alle persone di divertirsi, ma si vorrebbe semplicemente garantire a tutti la possibilità di vivere in pace in casa propria.
Il video che vedete è infatti stato girato dagli abitanti delle zone “calde” di Torino, da piazza Vittorio a San Salvario; zone che per diverse notti a settimana si trasformano sempre più spesso in una bolgia priva di regole. A nessuno farebbe piacere restare sveglio una notte dopo l’altra, di fronte a persone che in strada si divertono a fare rumore per il puro piacere di farlo, o che si picchiano selvaggiamente, magari mentre i vigili passano e vanno via.
Il Comune ha oggettivamente poche possibilità di gestire una situazione che ormai pare sfuggita di mano; la legge non permette di porre veri limiti alla proliferazione dei locali, e molto del rumore viene prodotto dopo l’orario di chiusura, quando la gente ubriaca si sposta in strada. Eppure, a Torino per vent’anni l’industria dell’intrattenimento notturno ha potuto fare ciò che voleva, al punto che è intervenuta la magistratura per far smontare i dehors abusivi dei Murazzi. Eppure, almeno dal punto di vista della mobilità – San Salvario di notte è invasa dalle auto in cerca di un parcheggio inesistente – il Comune potrebbe fare di meglio.
La vera questione da porsi, tuttavia, è come mai fasce crescenti di persone trovino il disturbo notturno come unico sfogo alla propria voglia di evasione. A qualsiasi persona sociale risulta ovvio cercare di disturbare gli altri il meno possibile, e invece in molte di queste immagini si vedono persone che nel fare rumore, nel sapere di danneggiare qualcun altro, sembrano trovare una realizzazione personale. Senza nemmeno rendersene conto, è come se – persi i freni inibitori – si vendicassero sugli incolpevoli abitanti delle case circostanti per tutti i crescenti problemi della vita di oggi, o se questo fosse il loro modo per sentirsi protagonisti dell’attenzione pubblica.
Non si può generalizzare, e la maggior parte di chi esce la sera vuole semplicemente svagarsi e stare con gli amici. Eppure, in queste immagini c’è qualcosa di profondamente inquietante, come se di notte la città si trasformasse in una giungla pericolosa e senza regole, sempre più lontana dalla civiltà .
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