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lunedì 4 Marzo 2013, 16:04

La televisione che uccide?

Il video che vedete qui sopra, ripreso da Repubblica, ha fatto il giro del Web: durante un sopralluogo ufficiale, due consiglieri comunali, Viale (radicale del PD) e Liardo (PDL), vengono praticamente alle mani. Io c’ero in mezzo e devo dire che l’intera scena è stata più ridicola che altro, ma adesso vorrei invece raccontarvi qual è la questione che suscita tanto accanimento, e che è stata purtroppo un po’ oscurata dalla rissa.

La stradina del video è quella che separa dalle case e dai loro abitanti il teleporto di via Centallo, una struttura costruita per fare fronte alle esigenze di comunicazione delle Olimpiadi, e che è in funzione da allora. In pratica, si tratta di un’area con una dozzina di enormi parabole, di diversi metri di diametro, che trasmettono e ricevono segnali televisivi e Internet dai satelliti in orbita geostazionaria attorno alla Terra.

Per poter raggiungere i satelliti, situati nello spazio a decine di migliaia di chilometri, il flusso elettromagnetico emesso deve essere piuttosto intenso; d’altra parte, non servirebbe a nessuno sprecare energia per mandare il segnale sulle case adiacenti anziché sul satellite, per cui si tratta di onde fortemente concentrate nella direzione del satellite stesso, ovvero dirette verso il cielo. Secondo i progetti di questi apparati, nonché secondo le misurazioni dell’ARPA, che ha lasciato le proprie apparecchiature di misura in funzione per anni, il campo elettromagnetico generato da queste onde sulle case vicine è trascurabile, ampiamente dentro i limiti di legge, e non può avere alcun effetto nocivo.

Tuttavia, secondo gli abitanti di queste case, la realtà è completamente diversa. Essi lamentano disturbi di ogni genere, tra cui impossibilità di dormire, bruciature sulla pelle, stordimento, dolori. Raccontano che uno di loro è stato visitato e diagnosticato come se fosse sotto l’effetto di droghe, pur non avendo mai preso niente. Dicono che di notte le antenne vengono girate e rivolte verso le case (secondo i gestori, questo può avvenire solo poche volte l’anno, a segnali spenti, per fare manutenzione). E’ evidente a chiunque parli con loro che non stanno bene; l’ASL, in un rapporto preliminare, ha parlato di “psicopatologia” e auspicato lo spostamento degli impianti (si attende lo studio definitivo).

Il teleporto è della società Skylogic, del gruppo Eutelsat, che l’ha costruito su un terreno già utilizzato da Telecom Italia. In questo impianto lavorano alcune decine di ingegneri e tecnici specializzati, che in caso di trasferimento dell’impianto potrebbero perdere il lavoro; spostare un impianto del genere richiede tempo e denaro, e a quel punto tanto varrebbe accorpare queste funzioni in impianti analoghi in altre parti d’Italia.

Il problema di fondo è che l’inquinamento elettromagnetico è ignoto e sfuggente, e non così noto, almeno negli effetti a lungo termine, come si vorrebbe. Ormai è acclarato che “troppe onde fanno male”, ma non c’è accordo su quante, quali, per quanto tempo; anche i limiti di legge sono fissati in maniera piuttosto aleatoria.

Per questo, mentre nel caso scandaloso del colle della Maddalena il danno alla salute è riconosciuto da tutti, e tutti i limiti di legge sono superati da vent’anni, in questo caso è difficile arrivare a un’analisi comune, e dopo il titolo ci vuole il punto interrogativo.

Per i fisici dell’ARPA e gli ingegneri delle telecomunicazioni, qualsiasi sintomo mostrato dagli abitanti è psicosomatico, o al massimo è il risultato di una incredibile sensibilità personale ai campi elettromagnetici; per loro, non c’è alcuna ragione per cui l’impianto si debba spostare. Per gli abitanti, i limiti di legge non sono abbastanza cautelativi; le misurazioni dell’ARPA non sono credibili, non sono fatte nel modo, nel momento o nel posto giusto; e loro stanno venendo ammazzati lentamente per via dei grandi interessi economici che ruotano dietro alla televisione e alle telecomunicazioni, e che controllano anche la politica.

Alla fine, è comunque chiaro che un problema di igiene pubblica esiste; nel momento in cui decine di persone non riescono più a vivere in salute in casa propria, fa davvero differenza che sia un effetto fisico o un disturbo psicosomatico? Purtroppo, l’errore è stato fatto nel 2006 quando si è scelto di mettere le parabole lì, davanti alle case; ora tutti pensano che sarebbe meglio se quelle parabole fossero da un’altra parte, ma è difficile capire come si possa imporre legalmente lo spostamento o la chiusura di un impianto industriale che, secondo le autorità preposte alla salute ambientale, rispetta tutte le norme in materia. E allora, nessuno sa più bene come uscirne.

[tags]telecomunicazioni, teleporto, inquinamento elettromagnetico, elettrosmog, televisione, torino, via centallo[/tags]

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16 commenti a “La televisione che uccide?”

  1. mke777:

    Se non ci sono emissioni radio, acustiche o di altro tipo non vedo perche’ crearne un caso. O viene dimostrato il contrario o non ha senso agire.

    O in futuro denuncero’ il mio vicino sostenendo che la sua insalata mi sottrae l’ossigeno.

    Piuttosto chiedere ad Arpa ed ASL di fare comunicazione come si deve e chiarire la faccenda.

  2. .mau.:

    mah. Se le malattie sono psicosomatiche è giusto curarle ma è insensato dover spostare tutta la struttura.
    Naturalmente chi si sente male non ha mai provato a cercare un ente terzo che faccia certificazioni, vero?

  3. polemico74:

    Parlaci dell’inceneritore di Parma che il tuo collega del m5s aveva promesso di non costruire e invece lo hanno gia’ acceso e adesso parla in politichese.

    Pagliaccio tu e il tuo partito di soldatini…

  4. Mike:

    E’ evidente a chiunque parli con loro che non stanno bene: credo che nel DSM-IV e nel DSM-5 questo sia indicato come paranoia. Ipotizzare che quelli di Eutelsat sono li` per puntare verso di loro dei fasci di microonde la notte per non farli dormire mi sembra un sintomo di delirio di persecuzione.

    Sfortunatamente qualcuno pensa di sfruttare chi ha certi problemi per suo tornaconto elettorale e personale.

    @mau: credo che l’ARPA sia un ente terzo, ma anche se vi fosse un ente che facesse misure diverse fino a quando queste misure non confermano quello che i pazienti vogliono sentire, non andranno bene.

  5. Roby(della 9):

    Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh “patetico74″….MA NON HAI DAVVERO UN BELINO DA FARE TUTTI I GIORNI??!!! Scommetto che scrivi così anche sui democratici siti dei democratici partiti che tanto ti aggradano! :-D

  6. .mau.:

    ARPA dovrebbe stare per Agenzia Regionale Per l’Ambiente, quindi un ente pubblico. Qualcuno potrebbe dire che è colluso coi poteri forti :-)

  7. Marco[n]:

    “fa davvero differenza che sia un effetto fisico o un disturbo psicosomatico?”
    Per me si’. Altrimenti chiunque potrebbe lamentarsi per qualunque cosa (strade, ferrovie, aeroporti, fabbriche…) e la collettivita’ dovrebbe spendere soldi per spostare tutto. E spostare dove? In mezzo a deserti, che non ci sono?
    Non ha senso, secondo me qualcuno ha delle paranoie e qualcun altro mira solo a qualche “risarcimento”…

  8. polemico74:

    Anche la fascistella capogruppo…e bravi i m5s…

  9. rccs:

    Ma non è che fanno interferenza con i chip sottocutanei impiantati agli abitanti della zona?

  10. Orlando:

    La televisione che uccide è anche quella in cui i nostri sedicenti attivisti vanno a sproloquiare tra i sorrisi ammiccanti dei conduttori (“vedete che scemi i grillini?”). Il problema ambientale è che dopo aver subìto per anni le rassicurazioni del sistema (“L’amianto non fa male, l’ILVA non inquina”) alla gente ormai le rassicurazioni ufficiali vanno strette. Siamo in overdose di notizie rassicuranti, salvo poi morire di asbestosi o cancro. Ma quando qualcuno se ne accorgerà, Prodi avrà già votato un bell’indulto per salvare i suoi amici dalla galera (si, parlo della Eternit di Casale, per quelli del PD che proprio non riescono a ricordare).
    Un’ultima nota: ti rendi conto che il tuo sistema di post è a dir poco ingenuo? Potrei postare un commento, rispondermi, intavolare una discussione e fare un dibattito. Tutto da solo. Se domani mi scappa un apologia del nazismo e un’ode alla distruzione fisica dei non ariani, finiremo tutti sui giornali. E non ti servirà a niente smentire, perché a nessuno interesserà ciò che dici.
    Forse è il momento di limitare un po’ la libertà di espressione, almeno qui…

  11. rccs:

    Forse è il momento di limitare un po’ la libertà di espressione, almeno qui…

    Orlando Non è il caso che intavoli un finto dibattito. Le frasi fasciste sembra che ti escano ogni singolo post.

  12. Marco[n]:

    Scusa Orlando, puoi mica ricordarmi chi e quando hanno detto: “L’amianto non fa male, l’ILVA non inquina”? Perche’ io non l’ho MAI sentito, in piu’ di quarant’anni nei quali ho avuto l’interesse a seguire queste notizie (prima ero troppo piccolo). Anzi, in TV ho sempre sentito di industrie che inquinqno e fanno malissimo, Icmesa, Acna ecc. Cosi’ magari scopro qualcosa di nuovo.
    E poi, se credi, potresti anche gentilmente spiegarmi la storia di Prodi che fa un indulto per salvare i suoi amici dalla galera per l’Eternit, che non mi e’ cosi’ chiara come a te.

  13. vb:

    In effetti, prima o poi potrei cominciare a richiedere una registrazione per commentare, ma sono pigro :-)

  14. polemico74:

    Inizia a registrare questo pagliaccio:

    Tredici società aperte dall’autista di Grillo in Costa Rica e dalla cognata del leader di M5S. Per compiere investimenti e operazioni immobiliari, incluso un resort di lusso. In un Paese inserito nella lista nera dei paradisi fiscali.

  15. Aldo:

    ma un po’ di buon senso prima di costruire un impianto no? Con tutto il posto che c’è queste cose non dovrebbero stare assolutamente in mezzo alle case.
    Come Ing. Elettronico posso garantire che sicuramente c’è una qualche dispersione di potenza nelle adiacenze, vista anche la quantità di antenne. I semplici amplificatori che le alimentano hanno delle dispersioni.
    Non sono ancora cose super studiate perché è da poco che possiamo fare trasmissioni del genere, ma la prudenza con le cose che non si conoscono bene dovrebbe essere d’obbligo.

  16. Stefano Cattaneo:

    Penso si tratti di disturbi psicosomatici; comunque gli abitanti potrebbero provare a chiamare il “capitan ventosa” di Striscia la notizia;-)

 
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