Sui nuovi assessori di Virginia Raggi
Va detto subito: chiunque la Raggi avesse scelto come proprio assessore, i giornali avrebbero trovato subito qualcosa da ridire. Eppure, una riflessione va comunque fatta.
Ho conosciuto Massimo Colomban nel 2013, alla GAM; me lo presentò Casaleggio quando mi chiamò a partecipare al lancio del progetto che avevano costruito insieme, quello di una “Confindustria a cinque stelle” dedicata alle PMI. Il progetto non mi pare andato molto lontano, ma Colomban mi sembrò comunque una persona molto valida, però di un tipo particolare: il classico self-made-man del Nordest abituato a decidere tutto in prima persona, maneggiare soldi e affari e lamentarsi delle tasse e degli statali fancazzisti. Mettere una persona così nell’ambiente della politica romana è come versare l’acqua nell’olio bollente: vedremo sicuramente molti scoppiettii, ma l’esito è tutto da capire e il rischio è o di far evaporare lui in un attimo, o di bruciare la cucina.
Quanto a Mazzillo, il fidato collaboratore dietro le quinte ora messo sotto i riflettori come assessore al bilancio, il profilo mi ricorda molto quello di Paolo Giordana, il braccio destro di Chiara Appendino: una persona che è stata a lungo all’interno delle amministrazioni PD, non ha più trovato lì il suo spazio e lo ha poi trovato nel M5S. Questo non vuole dire che siano persone stupide (anzi, tutt’altro) e nemmeno che siano in cattiva fede, ma è preoccupante il messaggio che si manda: quello che il M5S non sia in grado di reperire al proprio interno o tra i propri simpatizzanti le professionalità necessarie, e che quindi, dopo tante promesse di “spazzare via” il vecchio sistema, per combinare qualcosa quando è al governo debba arruolare gente che viene dal PD, con tutta la rete di conoscenze e amicizie pregresse. A questo punto, il rischio è che la gente si chieda se non si faccia prima a rivotare direttamente il PD.
Per questo, al di là di augurarmi che la Raggi ora riesca a lavorare e a cambiare la sua città nei fatti, credo che sia urgente che il Movimento affronti la questione di come selezionare una nuova classe dirigente: perché presto governerà un po’ dappertutto, e le prossime volte sarà necessario essere più pronti.