Sulla mia espulsione dal M5S Torino
Cari attivisti,
so che domenica sera, alla riunione cittadina, il primo punto all’ordine del giorno sarà la mia espulsione dal Movimento 5 Stelle di Torino. Domenica sarò in Germania e non mi sarà possibile essere presente di persona; per questo motivo ho pensato di scrivere qualcosa.
A proposito dell’espulsione in sé, sinceramente, fate come ritenete più giusto; non me ne importa granché. Anche se nel regolamento del M5S Torino non sono previsti requisiti di attivismo minimo per rimanere iscritti, io ormai ho altro per la testa. Mi dedico al mio nuovo lavoro, e per quanto mi dispiaccia un po’ che le mie energie, invece di essere dedicate alla mia città , vadano a vantaggio di una società privata straniera, devo però dire che tale società , con la sua causa globale di una rete più libera e aperta, se le merita tutte; e non c’è persona che incontri per strada che non mi dica che sto molto meglio adesso.
Nel tempo che mi rimane, continuo a fare il cittadino attivo, e credo di fare un buon servizio alla collettività proseguendo nel “fiato sul collo” a mezzo Internet che era il vanto del M5S delle origini, e che ho sempre fatto di mia iniziativa da ben prima che esistesse il Movimento. Solo, come l’ho fatto con Chiamparino e con Fassino trovo giusto farlo anche con Appendino, e senza sconti. Se il vanto del M5S di ieri è incompatibile con la partecipazione al M5S di oggi, amen: preferisco la fedeltà ai principi che quella ai simboli di partito.
Mi permetto però soltanto di segnalare una cosa. Trovo strano che in una città piena di problemi, dopo alcuni mesi di amministrazione a cinque stelle non certo esaltanti, la preoccupazione più urgente del M5S Torino sia espellere una persona che nei fatti già non partecipa più.
Credo che gli attivisti dovrebbero preoccuparsi di altro. Dovrebbero pretendere dal proprio movimento e dai propri eletti il rispetto del programma elettorale e delle promesse fatte prima del voto, ora tanto velocemente messe da parte. Dovrebbero pretendere coinvolgimento e partecipazione, invece di accettare a scatola chiusa le scelte della giunta. Dovrebbero pretendere il rispetto dei principi base tanto sbandierati dal Movimento 5 Stelle, a partire dal taglio degli stipendi, visto che sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale continuano a guadagnare dai seimila euro al mese in su.
Dovrebbero preoccuparsi di poter andare per strada a testa alta, senza trovarsi di fronte a cittadini perplessi o arrabbiati che hanno votato Appendino per ottenere un cambiamento e ora vedono che poco o nulla sta cambiando. Dovrebbero preoccuparsi dei segnali evidenti di assimilazione del M5S alla mediocrità della politica italiana, dei primi arresti nel Movimento nazionale, del continuo cercare scuse, usare il marketing per negare i problemi, cercare traditori e nemici per sviare l’attenzione.
Io capisco che governare non sia facile, e sono anche convinto della buona fede e dell’impegno di molti degli eletti. Sono anche convinto però che il M5S abbia fatto delle scelte e ne debba rispondere a chi lo ha votato, tra cui il sottoscritto.
Per esempio, il M5S ha scelto una brutta strada quando ha messo la fedeltà davanti a tutto il resto, regalandoci momenti come quelli di questo video, con il presidente del consiglio comunale, la massima carica istituzionale della città , che non riesce nemmeno a leggere il numerale romano “II” contenuto nel nome di uno dei principali corsi cittadini.
Peggio ancora mi sento quando leggo di strane manovre sulle nomine o di lucrosi affari privati derivanti da generose concessioni della nuova amministrazione, o vedo sparate propagandistiche ridicole come quella di ieri. Peggio ancora mi sento se per il Movimento tutto questo va sempre bene, se tutto viene sempre difeso a prescindere solo perché viene da “noi”.
Quindi scusatemi se quando scopro queste cose ci resto male, mi arrabbio e mi sento anche un po’ in colpa, dato che ho comunque sostenuto la candidatura di Chiara fino all’ultimo, pensando che almeno l’onestà intellettuale e la trasparenza ci sarebbero state. Non mi diverto a criticare, a litigare in rete, a subire ondate di attacchi preconcetti e di fango personale, lo faccio solo perché spero di svegliare ancora qualcuno.
Fossi in voi, dunque, mi concentrerei sul vero compito della base di qualsiasi forza politica sana, che non è quello di applaudire e di farsi i selfie coi capi, ma quello di controllare e dirigere l’operato di chi rappresenta la base e i cittadini.
Comunque, nessuna decisione di partito potrà cancellare quasi dieci anni di lavoro al servizio della mia città e dell’ideale di un tempo, i tempi meravigliosi delle origini, lo spirito avventuroso ed entusiasta che fu, i dibattiti accesi su idee di democrazia diretta e di riforma sociale che forse erano ingenue e utopistiche, ma che avrebbero davvero potuto cambiare il mondo, se non fosse arrivato prima il potere che tutto vincola e tutto corrompe, insieme a tempi cupi che fanno presagire il peggio.
Spiace, ma spiace soprattutto che il tempo della rivoluzione sia passato, e che ora ne resti soltanto più la caricatura.
Buona assemblea,