Per fortuna c’è chi vigila
Nel 2004, due fisici russi trapiantati a Manchester hanno un’idea: dato che la grafite è formata da strati di carbonio sovrapposti (quelli che le matite depositano sui fogli di carta), non esisterà il modo di staccarne uno e costruire un materiale bidimensionale sottilissimo ma resistente? E trovano una soluzione geniale: attaccano alla grafite un pezzo di scotch e poi lo strappano via, ripetendo il procedimento fin che non gli resta attaccato un solo strato di carbonio: il grafene.
Nel 2010, i due fisici ricevono il premio Nobel per questa scoperta, mentre a Manchester gli dedicano un’ala del museo della scienza. In tutto il mondo nascono esperimenti e startup tecnologiche per lavorare alle applicazioni industriali, dall’elettronica all’ingegneria dei materiali.
Nel frattempo, come è giusto che sia, si indaga anche sulla tossicità del materiale: è intuitivo che, frammentando il grafene, si possano ottenere pezzetti sottilissimi che se respirati potrebbero fare male, esattamente come le altre microparticelle; anche se, essendo il grafene flessibile ma resistente come il diamante, frammentarlo non è proprio immediato.
A partire dal 2013 vengono pubblicati numerosi studi medici sulle più importanti riviste scientifiche, con risultati ancora non definitivi: alcuni sono più allarmisti, altri più tranquillizzanti. Si tratta comunque di un problema futuro, in quanto l’intero mercato mondiale del grafene è attualmente stimato in circa 150 milioni di euro: si tratta perlopiù di produzioni sperimentali o ultraspecialistiche, e ci vorranno ancora diversi anni prima che i prodotti basati sul grafene siano diffusi nelle nostre case e nelle nostre città .
Poi, nel 2017, è arrivato il Movimento 5 Stelle di Mandello del Lario.