Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Gio 21 - 21:17
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione
venerdì 2 Settembre 2011, 13:23

La politica e la casa

Ultimamente odio la politica, non solo quella della casta ma anche quella di certi colleghi, per cui il problema fondamentale del momento è se Grillo faccia o meno togliere i video da Youtube o come organizzare la fronda contro il famigerato Casaleggio.

La odio perché so che i problemi veri sono altri; per esempio, dopo la vicenda dell’anziano senza casa morto in macchina a Lanzo, ora finalmente i giornali si accorgono che non è un caso isolato. A Torino – a tre isolati da casa mia, in una zona che si vanta spesso di non avere i problemi di Barriera o di Porta Palazzo – una intera famiglia, due anziani e figlia trentenne, vive in un parcheggio sotterraneo dopo lo sfratto (la storia intera è qui).

E’ la crisi che avanza; in passato, vi si è sempre fatto fronte con il blocco forzoso degli sfratti, scaricando il costo dell’assistenza sui proprietari. Ora però questo non è più possibile, perché sempre più spesso i proprietari hanno bisogno del reddito della casa per sopravvivere o per aiutare a sopravvivere i propri figli, e talvolta ne hanno bisogno perché sono loro stessi finiti in mezzo a una strada.

Rispondere è non solo possibile, ma doveroso. Nel caso della famiglia di via Lera, ad esempio, il problema è duplice: queste persone hanno un reddito, ma non riescono a mettere insieme i soldi per la caparra di un nuovo alloggio; inoltre, sono in attesa dei tempi burocratici per ottenere un assegno di invalidità.

Il Comune – invece di rispondere, come hanno fatto le assistenti sociali, che la casa non è una competenza del loro ufficio – può farsi carico di assistenza temporanea; magari non è nemmeno questione di soldi, ma di aiutare persone poco esperte a trovare e gestire l’ingresso in un nuovo alloggio. Servirebbe un ufficio che, previa la massima trasparenza, possa dare su due piedi piccoli aiuti pratici o economici a persone che si trovano all’interno di una serie di condizioni predefinite – senza casa e senza lavoro, innanzi tutto anziani, senza dipendenze e senza pendenze penali.

Resta comunque la questione di fondo: ha senso che a Torino esistano 50.000 alloggi vuoti e contemporaneamente persone che letteralmente muoiono di stenti per strada? Ovviamente no, ma domanda e offerta non si incontrano; il Comune, pur provandoci, non ha soldi per pagare affitti anche calmierati per tutti quelli che non hanno una casa (e tantomeno per costruire un numero apprezzabile di case popolari); i proprietari, in assenza di offerte di mercato, preferiscono tenere sfitte le case proprio per la paura di non riuscire più a cacciare gli inquilini, e per i nuovi quartieri c’è anche la paura di “svalutare la zona” accogliendo inquilini squattrinati.

Nel lungo periodo bisognerebbe arrivare, a livello nazionale, a una legge che permetta di recuperare forzosamente almeno gli stabili lasciati in abbandono, che già sarebbero sufficienti a tamponare l’emergenza. Nel breve, quel che si può fare è assumersi ognuno la propria responsabilità; i proprietari potrebbero arrivare ad accettare affitti stracciati in cambio di garanzie assicurative su possibili danni e legali sugli sfratti; le fondazioni bancarie potrebbero metterci dei soldi. Il Comune dovrebbe essere efficiente nell’individuare e gestire i singoli casi, nel fornire soluzioni tampone per i periodi di passaggio, nel sollecitare le altre istituzioni a fare la propria parte.

Non è che non si faccia già, ma la dimensione del problema è destinata ad esplodere; o ci attrezziamo, o finiremo presto come negli Stati Uniti, dove in molte piazze e giardini delle città ci sono più barboni che foglie per terra.

[tags]politica, casa, torino, movimento 5 stelle, sfratti, edilizia, assistenza, povertà[/tags]

divider

6 commenti a “La politica e la casa”

  1. Anonimo codardo:

    Sul blog del movimento c’è un appello a proporre idee per fare cassa. Presto detto: sugli alloggi sfitti una tassa aggiuntiva. Con 200 euro si fanno 10mln. Con 5 si riescono a pagare >700 affitti a prezzi di mercato per famiglie indigenti; il resto si girano per altri progetti. Ho proposta una follia ?

  2. vb:

    No, è una buona idea, purché si risolva appunto il nodo storico delle garanzie per il proprietario: ho conosciuto davvero tanta gente che ha investito i risparmi di una vita in un secondo appartamento da affittare e che poi ha problemi di ogni genere con inquilini che pagano per due mesi e poi smettono e ti ridono in faccia dicendo “prova a sfrattarmi”, o che spaccano muri e impianti “tanto non è mio”.

  3. Piero:

    Comprendo molto bene il problema degli sfratti. Ciò che ritengo inaccettabile è la legittimazione della proprietà privata che priva la comunità di risorse comuni per destinarle in esclusiva ad una singola persona. Eppure, guai a toccare il sacro dio della proprietà privata, dove per proprietà privata non intendo solo gli immobili, ma anche la proprietà intellettuale, quella mobiliare e quella biologica.

    L’idea di ricuperare immobili in abbandono sarebbe buona, a patto di trovare chi ci mette le risorse per ristrutturare tali immobili. Il privato non investe più se poi non ha un ritorno economico. E dalla casa non c’è ritorno economico che copra le grane a cui un privato va incontro anche solo a ristrutturare. Il pubblico non ha le risorse da investire o preferisce lavarsene le mani per affidare il tutto ai privati. Ma poi resta comunque il problema di come gestire l’affidamento di tali immobili nel tempo alle persone bisognose e sul quale ogni cittadino dovrebbe interessarsi e non delegare altri al suo posto, altrimenti tanto vale.

  4. Claudio C:

    VB, ho un po’ di confusione in mente. Io con Casaleggio intendo il Grillo scritto (il blog) e con Grillo intendo quello parlato (il comunicatore efficace). Non esiste uno senza l’altro. Dei due, il più sostituibile al momento mi sembra il Grillo parlato. Un po’ come quando la Vodafone ha sostituito Magan Gale nella pubblicità (che sembrava una catastrofe e invece non lo è stata). Ma io sono solo un osservatore esterno…

  5. Anonimo codardo:

    Basta… [0]. Vogliamo più verde e più alberi.

    [0] http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/09/02/news/il_sindaco_la_piazza_del_duomo_deve_essere_valorizzata_meglio-21147926/

  6. FRANK:

    “i proprietari potrebbero arrivare ad accettare affitti stracciati “: e con gli studi di settore come la mettiamo:
    http://www.beppegrillo.it/2011/08/gli_studi_di_settore/index.html

    Questo paese è folle!

 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike